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Formula 1, Gran Premio d’Australia 2015: si riparte da Hamilton

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Previsioni rispettate nel primo appuntamento della stagione di Formula Uno sul circuito australiano di Albert Park, con le Mercedes che di fatto hanno dominato per tutto il week end, a cominciare dalle prove libere.

A spuntarla è stato il campione del mondo in carica Lewis Hamilton che ha battuto Rosberg sfruttando una qualifica perfetta, rifilando ben 6 decimi al suo compagno di squadra. In gara dopo un’ottima partenza si è limitato a gestire il distacco senza forzare, risparmiando benzina, controllando il degrado delle gomme e contenendo, a suon di giri veloci, le poche volte nelle quali Nico si faceva sotto accorciando il divario.

Una superiorità schiacciante quella della Mercedes che anche quest’anno pare imbattibile e, a meno di problemi tecnici, sarà dura per gli altri team interrompere questo dominio.

La Ferrari sorride parzialmente col terzo posto di Vettel ottenuto con grande intelligenza da parte del pilota tedesco. Partito non benissimo ha, però, confermato il quarto posto della qualifica. Buono anche il lavoro di squadra quando si è trattato di restare fuori dopo il pit di Massa e di compiere dei giri veloci per guadagnare il margine necessario a compiere una sosta, montare le gomme medie e finire davanti a Felipe. Da lì in poi, visto il buon passo mostrato dalla Ferrari in FP2, ha costruito un piccolo gap che è riuscito a mantenere su Massa fino al termine della gara, ottenendo una prestazione soddisfacente al suo esordio sulla Ferrari.

Discorso diverso per un Kimi Raikkonen sfortunatissimo. Partito bene ha avuto un piccolo contatto con Sebastian che lo ha costretto indietro e a soffrire nei primi giri dietro a Ricciardo e Nasr. Resosi conto della difficoltà di passare in pista i due piloti ha tentato un undercut montando gomme soft usate, ma un problema al pit stop alla posteriore sinistra – nel quale ha perso oltre 6 secondi – ha compromesso la strategia. Nonostante tutto, Kimi di rabbia è riuscito a compiere un’ottima rimonta, ma nuovamente un problema nell’inserimento della posteriore sinistra – avvenuto durante il secondo pit – lo ha costretto al ritiro per evitare una penalità per unsafe release.

In casa Ferrari ci sarà molto da riflettere perché al di la del terzo posto di Vettel e di una vettura nata bene c’è poco da sorridere. In qualifica ha patito un ritardo di 1,4 secondi dalla Mercedes, il che è un abisso sul giro secco. In gara, paragonando i distacchi tra il 2014, dove vinse Rosberg con Alonso, quinto a 35,2 secondi dal leader, di passi avanti ce ne sono stati pochi. Vettel difatti accusa un ritardo di 34,5 s da Hamilton. Se a questo aggiungiamo una gestione pessima delle soste di Kimi che di fatto gli ha compromesso gara e punti preziosi, soprattutto in ottica costruttori possiamo constatare come il lavoro da fare sia ancora enorme sotto tutti i punti di vista.

La Williams chiude al quarto posto con Massa, con il rammarico ancora una volta per aver sbagliato strategia con Felipe, a mio avviso entrato troppo presto per il cambio gomme. Bottas invece non ha gareggiato per un problema alla schiena.

Uomo della giornata il brasiliano Felipe Nasr quinto con la Sauber motorizzata Ferrari che ha vissuto un week-end assurdo sotto tutti i punti di vista. La causa vinta da Van der Garde ha rallentato il lavoro in pista del team preso più a guardare ai tribunali che ai risultati sportivi. Risolto almeno momentaneamente il contenzioso, la squadra ha potuto rimettere in pista Ericsson e Nasr.

La domenica Nasr ha disputato una gara superlativa contenendo nei primi giri Ricciardo e Raikkonen mostrando una costanza anche nella gestione dell’usura gomme davvero da applausi. Questo risultato unito ai punti raccolti da Ericsson con il suo ottavo posto sono ossigeno puro per una Sauber in difficoltà economica.

Gara complicata, invece, in casa RedBull con Ricciardo solo sesto, doppiato e con Kvyat che non è neanche riuscito a schierare la sua monoposto in griglia per un problema al cambio. La vettura soffre di evidenti ritardi della Power Unit Renault uniti a un pacchetto aerodinamico forse non più al livello dei top team.

Raccolgono anche punti importanti le Force India con il 7° posto di Hulkenberg e il 10° posto di Perez, e la Toro Rosso con l’ottimo debutto di Carlos Sainz jr 9° al traguardo; da rivedere invece Verstappen ritirato e le Lotus subito al muro con l’incolpevole Maldonado alla partenza e il ritiro di Grosjean per problemi tecnici dopo appena un giro.

Delusione su tutta la linea per la McLaren-Honda che ha patito distacchi abissali per tutto il week end. Magnussen non ha potuto neanche iniziare il Gran Premio e Button si è limitato a trascinare la vettura fino al traguardo accumulando 2 giri di ritardo dal leader.

Prossimo appuntamento sul circuito della Malesia che, meteo stabile permettendo, ci fornirà più informazioni riguardo le forze in campo e ci permetterà di capire se la Ferrari è davvero la seconda forza del campionato, condizione che ci auguriamo per provare a rendere più interessante questo mondiale che pare invece aver già preso la direzione di Stoccarda.

Classifica finale

1. Lewis Hamilton – Mercedes AMG Petronas F1 Team

2. Nico Rosberg – Mercedes AMG Petronas F1 Team

3. Sebastian Vettel – Scuderia Ferrari    

4. Felipe Massa – Williams Martini Racing            

5. Felipe Nasr – Sauber F1 Team

6. Daniel Ricciardo – Infiniti Red Bull Racing

7. Nico Hülkenberg – Sahara Force India F1 Team

8. Marcus Ericsson – Sauber F1 Team

9. Carlos Sainz Jr – Scuderia Toro Rosso

10. Sergio Pérez – Sahara Force India F1 Team

11. Jenson Button – McLaren Honda

12. Kimi Räikkönen – Scuderia Ferrari    

13. Max Verstappen – Scuderia Toro Rosso

14. Romain Grosjean – Lotus F1 Team

15. Pastor Maldonado – Lotus F1 Team

16. Daniil Kvyat – Infiniti Red Bull Racing

17. Kevin Magnussen – McLaren Honda

Foto di Gabriele Bolognesi

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