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Test – Toyota Yaris Hybrid

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Correva l’anno 2000 e, mentre il mondo si stava ancora riprendendo dallo spauracchio del “Millenniun Bug”, Toyota iniziò la commercializzazione a livello mondiale della sua Prius, segnando l’ascesa dell’auto ibrida.

Con il passare del tempo e la conseguente affermazione del concetto di “ibrido”, Toyota presentò al Salone di Ginevra 2010 un’altra piccola rivoluzione: la Auris HSD univa l’accoppiata termico – elettrico ad un corpo vettura da berlina compatta, finalmente anche l’occhio aveva la sua parte.

Giunti infine al presente, ci prepariamo a toccare con mano un’altra rivoluzione. Siamo venuti ad Amsterdam per raccontarvi della Toyota Yaris Hybrid, citycar che certo non ha bisogno di presentazioni e che introduce nel suo segmento lo schema ibrido della casa nipponica. Gli ingegneri del Sol Levante non si sono limitati ad un copia-incolla con la meccanica delle due sorelle ma, sposando il concetto di downsizing, hanno sostituito il classico 1.8 litri benzina presente su Prius e Auris HSD con un’unità da 1.5 litri, che anch’essa adotta il ciclo Atkinson, abbinata ad un motore elettrico sincrono a magneti permanenti da 60 kW. Il risultato è una potenza totale di 100 CV ed un risparmio di peso rispetto alla meccanica della Auris HSD di 42 Kg, che corrisponde a una riduzione di circa il 20%.

Dettagli che fanno la differenza

Sebbene le forme dalla Yaris siano rimaste sostanzialmente invariate rispetto alla generazione attuale, in questa versione sono stati modificati alcuni dettagli che hanno contribuito ad ottenere un eccellente Cx pari a 0,286. L’aerodinamica è un fattore di primaria importanza per l’efficienza dei consumi, ed è proprio per questo che i tecnici giapponesi hanno adottato elementi capaci di migliorare il flusso dell’aria sia sulla parte anteriore, che su quella inferiore, grazie a nuovi rivestimenti per il sottoscocca e nuovi passaruota. Il passo è rimasto invariato rispetto ai 2.510 mm del modello convenzionale, ma la Yaris Hybrid risulta più lunga di 20 mm (3.905 mm in totale) a causa dello sbalzo anteriore incrementato per alloggiare la nuova trasmissione full hybrid. Il design esterno è caratterizzato dal nuovo frontale che contraddistingue tutti i più recenti modelli Toyota, legato al concetto stilistico “Under Priority” ed allo schema “Keen Look”, riservato ai gruppi ottici anteriori e a quelli a LED posteriori. All’interno troviamo alcune personalizzazioni, come le finiture di colore “blu hybrid” degli elementi soft-touch del cruscotto e del tessuto dei sedili, un’inedita illuminazione blu per il quadrante ibrido, un esclusivo pomello del cambio ed il sistema Toyota Touch dotato di Hybrid Energy Monitor. Il resto dell’abitacolo non ha invece subito variazioni, specie sul fronte dei centimetri. Ciò grazie all’installazione di serbatoio benzina e batterie sotto i sedili posteriori e, soprattutto, alla riduzione nelle dimensioni di ogni componente del sistema HSD. Il risultato è che la Yaris Hybrid dispone dello stesso spazio e della medesima capacità di stivaggio (286 litri) del modello convenzionale, malgrado l’aggiunta della trasmissione elettrica e delle relative batterie.

Poca spesa, tanta resa

Diciamolo subito, la Yaris Hybrid ci ha colpito. Il suo comportamento su strada non è molto diverso da quello della versione tradizionale, rimane infatti sempre prevedibile nelle risposte e dal temperamento abbastanza tranquillo. Questa variante ibrida doveva però dimostrare di coniugare buone prestazioni con consumi “ridicoli”. L’obiettivo è stato centrato.Perché la vettura, durante i circa 400 Km percorsi, si è accontentata di poco meno di 5 l/100 km, nonostante la guida non particolarmente accorta. Se nei percorsi extraurbani e in autostrada la Yaris Hybrid non ha mostrato particolari doti, in città si è presa una meritata rivincita grazie a confort, agilità e consumi. Proprio in ambito urbano, il lavoro fatto dai tecnici giapponesi per sfruttare al massimo la propulsione elettrica si traduce in una marcia quasi sempre a zero emissioni, a tutto vantaggio del risparmio e dell’ecologia. Un raggio di sterzata di appena 4,7 metri ed un vivace scatto da ferma (almeno fino ai 60 km/h), completano i pregi che permettono alla Yaris Hybrid di dimostrarsi una perfetta cittadina. Ultima nota di merito va fatta alla gestione del motore termico in caso di repentino aumento di giri. A differenza di quanto succede con la sorella Auris HSD, il cambio automatico CVT ora fa schizzare in alto i giri del piccolo 1.500 cc solo quando si esagera col gas, mantenendoli invece bassi durante le normali situazioni di marcia. Niente “effetto scooter” se non necessario, insomma. Anche questo era un obiettivo dichiarato e, anche stavolta, è stato centrato.

Tutto ha un prezzo

Il prezzo d’attacco della Toyota Yaris Hybrid, nella versione LOUNGE, sarà di 17.500 €. Lo stesso della versione diesel di pari allestimento. Un cartellino non eccessivo, vista la tecnologia che si nasconde sotto le forme di questa citycar. In meno di 4 metri si può avere una vettura ideale per le mura urbane, che grazie allo schema ibrido non conosce ostacoli quali blocchi o ZTL e, non ultimo, promette costi di gestione minimi. A conti fatti insomma, potrebbe essere la soluzione per una mobilità cittadina sostenibile e per la lotta al caro benzina. La prevendita avrà inizio tra qualche settimana, la commercializzazione partirà invece a Settembre. Voi la terreste in considerazione come prossima auto?

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Foto by Alessandro Altavilla

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