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Alfa Romeo dice addio all’amata piattaforma Giorgio: non è più strategica [Aggiornamento]

Tempo di lettura: 2 minuti

Aggiornamento: Dopo la notizia del 23 aprile arrivano ulteriori dettagli e sembra che le parole di Imparato siano state in parte travisate. Se il futuro più lontano è certamente elettrico il futuro più prossimo è delle Plug-In Hybrid. La piattaforma Giorgio sarà dunque aggiornata profondamente e integrata nelle serie “STLA Large”. La Giorgio rimarrà con noi ancora diversi anni, solo con un nome diverso.


Alfa Romeo dice addio alla piattaforma Giorgio, perché non più strategica. Una notizia che fa male a tutti gli appassionati del Biscione e della guida pura e sportiva. A dirla tutta, la notizia era nell’aria: in un mondo sempre più elettrificato la soluzione ideale è puntare su piattaforme elettriche e Plug-In Hybrid, entrambe soluzioni incompatibili con l’ormai già leggendario pianale Giorgio.

Sembra dunque, che l’Alfa Romeo Giulia GTA sarà l’ultima vettura del marchio ad impiegare tale piattaforma. Il Tonale infatti dovrebbe basarsi sulla stessa piattaforma di Jeep Compass, al netto di colpi di scena finali. Il canto del cigno della Giorgio avverrà tuttavia con il Grecale di Maserati, ormai prossimo al lancio. Atteso anche il debutto italiano delle Jeep Grand Cherokee L e Grand Cherokee standard, entrambe basate sulla piattaforma di Giulia e Stelvio. opportunamente modificata.

Giorgio: un pianale più unico che raro, non fosse altro per il nome proprio di persona che non aiuta a superare il processo di elaborazione del lutto.”

Quale sarà, dunque, la piattaforma delle Alfa Romeo del futuro? Una domanda che appare quasi retorica, in un mondo dell’auto in cui l’imperativo sono le sinergie. Le nuove piattaforme poggeranno sul nuovo gruppo di piattaforme Stellantis denominato STLA, così come tutte le altre vetture del conglomerato. Per il marchio italiano dovrebbe essere riservata la versione STLA Large, quella destinata alle vetture alto di gamma ibride o totalmente elettriche. 

In casa Alfa si aspetta anche un SUV di segmento B e questo, considerando le dimensioni, sarà quasi certamente basato sulla piattaforma di DS3 Crossback, in comune con Opel Mokka e Peugeot 208. La Common Modular Platform (CMP), questo il nome, supporta sia motorizzazioni a combustione sia, nella versione chiamata eCMP, propulsori totalmente elettrici.

Dopo anni di piattaforme non all’altezza del marchio del Biscione, questo abbandono della superba Giorgio sembra davvero una scelta incosciente. Tuttavia in termini puramente commerciali sarebbe incosciente fare il contrario. Se Alfa Romeo vuole tornare a vendere ed essere profittevole, deve “piegarsi” alle sinergie e all’elettrificazione, che ormai è per certo il futuro, neanche tanto anteriore.

Jean-Philippe Imparato ha assicurato che le Alfa non perderanno il loro DNA; dovrebbero, perciò, preservare una caratterizzazione sia a livello di design sia al livello delle soluzioni tecniche.

Con le istituzioni europee che imporranno un -60% di CO2 entro il 2030 se non sei in grado di passare all’elettrificazione sei morto” ha chiosato Imparato. 

Non saranno ripetuti gli errori degli anni passati, non saranno presentati piani industriali su 5 anni per poi non mantenerne le promesse e non saranno effettuati schizofrenici cambi di strategia. L’intento è rendere Alfa Romeo il vero marchio globale di Stellantis e per farlo la parola d’ordine sarà “continuità”.

L’Alfa Romeo, deve proiettarsi nel futuro e fare questo è necessario dire addio a una parte del glorioso passato. Lunga vita al Biscione.

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