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André Citroen: nel 1878 inizia la storia di un visionario e sognatore

Tempo di lettura: 3 minuti

André Citroen si è separato sin da piccolo dal percorso lavorativo di suo padre. Ha coniugato un carattere visionario al pragmatismo degli affari commerciali. Da qui inizia la storia automobilistica del Double Chevron.

Dai cognomi degli avi a Citroen

Nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 1878 nasce a Parigi André Gustave Citroen 143 anni fa. Le origini del cognome provengono da lontano. Suo padre Levie Citroen era un commerciante di pietre preziose, figlio di Barend, un artigiano orafo, a sua volta figlio di Roelof, un venditore olandese di frutta, nato senza alcun cognome.

Nel 1811 un censimento di Napoleone I prevedeva l’istituzione di un cognome per chi ne era sprovvist. Per questo motivo Roelof fu chiamato Limoenmann (l’uomo dei limoni) in riferimento alla sua professione.

L’artigiano e orafo Barend, uno dei suoi figli, quando si sposò fu costretto a cambiare cognome: il matrimonio fu consentito dal padre della sposa a condizione che Barend modificasse il suo cognome (per adeguarlo a un ceto più alto). Fu allora che Barend Limoenmann divenne Barend Citroen.

A sua volta uno dei suoi 12 figli, Levie, si trasferì a Varsavia e si sposò. La nuova famiglia lasciò la Polonia e scelse la Francia. Fu qui che il cognome di famiglia cambiò, aggiungendo una dieresi: da Citroen a “Citroën.

André Citroen e le sue ambizioni

Arriviamo ad André Citroen: non era interessato all’attività di famiglia. Era attirato da tutto ciò che era moderno e tecnologico: ha studiato all’École Polytechnique di Parigi dove si è laureato in ingegneria. Il fiuto per gli affari della famiglia Citroen lo accompagna: nel 1900 durante un viaggio in Polonia visita aziende specializzate in meccanica di precisione.

Da questa occasione André Citroen scopre un nuovo tipo di ingranaggio con i denti a cuspide. Compra il brevetto con l’idea di svilupparlo e impiegarlo su scala mondiale.

L’inizio del nuovo secolo (‘900) è un fermento di movimenti artistici d’avanguardia e produzioni commerciali con nuovi materiali e nuove costruzioni. André Citroen capisce presto che il futuro è nella produzione industriale, nella sua efficienza e standardizzazione.

La prima attività di Citroen, nel 1902, è quella delle Acciaierie André Citroen che producono materiali per edilizia e cantieri navali. Si producono anche ruote dentate a doppia elica: ingranaggi dalla forma a “V” che sarà in un secondo momento il simbolo delle due punte di freccia direzionate verso il futuro (verso l’alto) da cui il soprannome “Double Chevron”.

André Citroen: dagli ingranaggi alle automobili

L’ingresso di André Citroen nel mondo dell’automobile avviene nel 1908, quando accetta la direzione dell’azienda dei fratelli Mors, specializzata in auto di lusso e da competizione.

André Citroen trova un finanziatore per risolvere i debiti dell’azienda e in seguito si dedica alla produzione. Mette in pratica le idee espresse dal taylorismo su catena di montaggio e produzione industriale.

E così la Mors passa dalla produzione artigianale nel 1908, di poche decine di vetture al mese, ad una produzione industriale nel 1910 con 646 unità mensili.

Quai de Javel: la saga inizia con Citroen Type A

André Citroen non smette di sognare e nel 1919 a Parigi, in quai de Javel, nella fabbrica automobilistica André Citroen nasce la Citroen Type A 10 HP. Era un’automobile costruita in grande serie, né di lusso né da corsa. Un’auto economica, solida, facile da riparare e alla portata di molti.

La Type A è la prima vettura europea costruita in serie e la prima auto francese con la guida a sinistra. Era venduta a listino completa di capote, ruota di scorta, fari ed avviamento elettrici a 7.950 franchi (un prezzo basso per l’epoca). Dotata di un motore a 4 cilindri da 1.327 cm³, raggiungeva i 65 km/h.

Con André Citroen il Marchio del Double Chevron da questi anni ha iniziato a cambiare per il modo di concepire e produrre l’automobile. Un primo passo nella lunga dinastia della Citroen che è vissuta e cambiata fino ai giorni nostri.

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