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Con l’elettrico c’è un aumento dei costi del 4.050%, lo afferma Tavares

Tempo di lettura: 2 minuti

Nonostante i problemi causati dalla crisi dovuta alla carenza di microchip e semiconduttori, quello di Stellantis è un anno che si chiude in maniera decisamente positiva sotto il profilo economico. Il colosso automobilistico è riuscito a districarsi tra le difficoltà ottenendo risultati come:

  • 152 miliardi di euro di ricavi netti, con un aumento del 14%;
  • 18,0 miliardi di euro di risultato operativo rettificato (quasi raddoppiato, con margine dell’11,8%);
  • tutti i segmenti positivi;
  • 13,4 miliardi di euro di utile netto (quasi triplicato anno su anno).

Per Stellantis è il momento di spingere verso la totale transizione elettrica

Il ricco 2021 di Stellantis ha registrato anche l’immissione sul mercato automobilistico di più di dieci nuovi modelli da parte del Gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa. Hanno debuttato quest’anno auto come Citroen C4, Fiat Pulse, DS 4, Jeep Grand Cherokee, Wagoneer, Maserati MC20, Opel Mokka, Opel Rocks-e e Peugeot 308. Un vero e proprio slancio commerciale attuato da Stellantis con le sue vetture a basse emissioni (LEV) facendo leva sul portafoglio di 34 modelli LEV attualmente sul mercato, compresi i furgoni medi a celle a combustibile ad idrogeno. 388.000, questo è il numero di veicoli LEV venduti a livello globale, per un aumento del 160% anno su anno, con la prima posizione nelle vendite di furgoni elettrici a batteria nell’Europa a 30. Questo ha fatto sì che il peso complessivo sulle vendite sia passato dal 9% al 18% in un solo anno.

Parla Tavares, CEO di Stellantis

Riguardo a questi risultati si è pronunciato anche il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, che ha detto: “Stiamo accelerando con l’elettrificazione della flotta ed entro il 2027 saremo totalmente elettrici per molti brand. Abbiamo iniziato, tra l’altro, a produrre veicoli commerciali ad idrogeno dal dicembre dello scorso anno. Già oggi abbiamo in portafoglio 34 LEV, di cui 19 BEV (a batteria) e 15 PHEV (plug-in hybrid). Entro la fine del prossimo anno ne lanceremo altri 17, di cui 13 BEV e 4 PHEV, in modo che un terzo della nostra offerta sarà composta da veicoli LEV”.

Chiari segnali di prontezza per il colosso italo-francese ma anche qualche timore

Entrando nel vivo della transizione elettrica, in Stellantis traspare anche un po’ di preoccupazione. Proprio secondo Tavares, la transizione tanto decantata comporterà un aumento del 4.050% dei costi di produzione rispetto ad un veicolo convenzionale. Sarà inevitabile che, senza incentivi, il costo delle auto elettriche venga scaricato a valle sul consumatore, con prezzi che al momento non permettono di poter essere accessibili a tutti. L’aumento dei costi delle materie prime potrebbe essere un ulteriore fattore che metterebbe Stellantis nella condizione di rivedere i prezzi di listino.

Un occhio verso la Cina

Stellantis nel 2022 si focalizzerà anche sulla presenza nel mercato cinese. La volontà del Gruppo sarebbe quella di rafforzarsi in terra cinese aumentando del 25% l’attuale joint-venture con la locale GAC, passando dal 50% al 75%. Una scelta intrapresa dopo che il governo di Pechino ha deciso di smontare il teorema del controllo nelle società con aziende occidentali.

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