A partire dal 1° gennaio 2025, l’Unione Europea ha introdotto la normativa Euro 6e-bis, che modifica i criteri di omologazione per le auto ibride plug-in (PHEV). Questa nuova regolamentazione mira a fornire dati sulle emissioni di CO₂ più rappresentativi dell’uso reale dei veicoli, influenzando sia i produttori che i consumatori.
Principali modifiche introdotte dalla Euro 6e-bis
In precedenza, i test di omologazione per le PHEV si basavano su percorsi simulati di circa 800 km. Con l’entrata in vigore della Euro 6e-bis, questa distanza è stata estesa a 2.200 km, includendo una gamma più ampia di condizioni di guida e temperature. L’obiettivo è ottenere valori di emissione più accurati e vicini a quelli riscontrati nell’uso quotidiano.
Nota bene: se questa normativa al momento colpisce solo i modelli omologati dopo il 1° gennaio 2025, questa verrà applicata a tutti i modelli a listino a partire dal 1° gennaio 2026.
Implicazioni per i consumatori
Per gli automobilisti, questi cambiamenti significano che i valori di emissione dichiarati dai nuovi modelli PHEV potrebbero essere più elevati rispetto al passato. Di conseguenza, potrebbero variare anche i benefici fiscali o gli incentivi legati alle emissioni di CO₂. È quindi fondamentale che i consumatori siano informati su queste modifiche al momento dell’acquisto di un veicolo ibrido plug-in.
La normativa Euro 6e-bis rappresenta un passo avanti verso una maggiore trasparenza nelle informazioni sulle emissioni dei veicoli PHEV.