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BMW X2 20d MSport | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

Prima di lei, mai si era vista la X associata al numero 2. In una famiglia sempre più allargata, la nuova BMW X2, presentata la scorsa primavera e anticipata dal concept del Salone di Parigi 2016, si è subito posta l’obiettivo di offrire un concetto di automobile diversa rispetto alle altre “X”, e a una in particolare, con la quale condivide la piattaforma. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, con la terzultima lettera dell’alfabeto vengono identificati tutti i modelli della gamma alta del Marchio bavarese e la X2 20d, da 190 CV, non è da meno, sebbene non sia così facile definirla SUV, quanto più berlina…alta.

La BMW X2 è dunque un’auto trasversale, in grado di offrire spazio e sportività, anche se il suo nome può trarre in inganno, seguendo la pura logica numerica, come scoprirete a breve. Un’auto trasversale ma in tutto e per tutto in grado di aumentare l’offensiva del brand tedesco nello strategico segmento dei SUV compatti, o crossover come alcuni preferiscono chiamarli, dove BMW non poteva farsi trovare impreparata.

Con la BMW X2 20d MSport da noi provata, il crossover dell’Elica dimentica la sua natura di “quasi SUV” e diventa una sportiva volenterosa di aggredire l’asfalto, aggiungerei con moderazione. La cura “M” si nota infatti soprattutto dentro più che fuori, ma anche in questo caso avremo modo di approfondire. Ecco come va la BMW X2 MSport 20d spinta dal 2.0 da 190 CV, un motore che si presenta con tutte le carte in regola per essere definito il non plus ultra per un’auto come questa.

Design: carattere urban

Se guardate la X2 e la mettete vicino alle famose altre X, specie quelle dispari (X1, X3, X5) noterete subito una certa differenza. Con la numerazione pari, infatti, BMW identifica le auto coupè o simil coupè anche quando l’altezza da terra inizia a superare certe medie da berline. Ecco quindi che dal pianale di X1, più lunga, e alta, di 8 centimetri, BMW ha pensato bene di sfruttare la piattaforma per creare un’auto dalle linee più dinamiche e, volendo, meglio piazzate per terra. Infatti l’X2 (4,36 metri di lunghezza, 1,82 metri di larghezza e 1,53 metri di altezza), diciamo pure la versione coupè dell’X1, si differenzia da essa non solo per un’altezza più bassa ma soprattutto per un’impronta su strada più caratteristica, che quasi la avvicina alle berline della Casa dell’Elica. Le dona molto carattere la vernice Blue Misano, in optional a 900 euro.

La vettura in prova, come tutte le MSport che si rispettino, appare subito più ribelle con il pacchetto aerodinamico MSport che prevede il paraurti di impostazione sportiva, caratterizzato da prese d’aria maggiorate sul lato A e dal doppio terminale di scarico sul lato B. Piacciono, davanti, anche il classico doppio rene qui esteso in senso orizzontale e le feritoie, appena sotto i fendinebbia e fortunatamente vere, che fanno scorrere l’aria verso le parti laterali dell’auto; non si può nascondere che fanno molto auto sportiva, e qui la firma MSport si nota eccome. Anche la firma luminosa, full LED, con funzione cornering light (il fascio luminoso segue il raggio della curva) è leggermente diversa dalle altre X così come i fendinebbia che sono posizionati appena sotto la fanaleria, un aspetto che non mi ha convinto appieno ma, anche in questo caso, diventa distintivo del modello.

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In linea laterale si nota l’altezza da terra non tipicamente da SUV, nonostante la X del nome

In optional, e montati sulla vettura da noi provata, ecco i cerchi da 20” (codice 716M sul listino, 870 euro) che aiutano a conferire ancora più sportività alla linea laterale mentre scorrendo con lo sguardo ecco un altro tratto caratteristico, ossia il logo BMW piazzato sul montante C, una delle novità più evidenti introdotte dal carattere ribelle della nuova X2 ma, in realtà, ripreso da modelli storici della Casa, come la 2000 CS o 3.0 CLS.

Forme più dinamiche e ricercate che non rubano spazio all’interno, rimasto praticamente uguale rispetto alla X1 (la differenza di lunghezza è stata sapientemente ottenuta giocando con gli sbalzi) grazie al passo di 2,87 metri che le accomuna. Ciò che colpisce di più della BMW X2 Msport è, però, la qualità dell’abitacolo, sullo spazio, invece, ci tornerò a breve.

Nella versione più sportiva in gamma, infatti, non si può non rimanere colpiti dalla qualità degli assemblaggi così come dal riuscito abbinamento tra stoffa e Alcantara con cuciture blu a contrasto, così come dagli ottimi sedili di impronta sportiveggiante che ben contengono in curva ma si rilevano essere anche molto comodi.

Ciò che mi piace di più, rimanendo con gli occhi fissi dove devono stare, ossia sulla strada, quel piccolo capolavoro che è il volante sportivo MSport a tre razze (a sinistra i comandi del cruise con funzione freno, attivo fino a 0 km/h) non può che catturare la mia attenzione. Se chiudi gli occhi e lo tocchi, ti sembra di esser seduto su una M2, alla fine cambi una lettera e il gioco è fatto. Modellati per piacere, al tatto e alla vista, sono poi i paddle del cambio automatico Steptronic. Un abbinamento eccezionale sul quale BMW difficilmente tradisce le aspettative.

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Con lo zampino di MSport cambia anche l’abitacolo: il volante è un vero gioiellino

Guardando invece al quadro strumenti e alla plancia, dovremo aspettare un’eventuale nuova generazione per vedere comparire comandi gestuali o quadri completamente digitali (già presenti dalla X3 a salire) ma non ci lamentiamo, la resa grafica è molto riuscita e lo schermo touchscreen da 8,8”, con radio DAB di serie, che è posto in alto dove la vista non deve faticare a cercare le informazioni che servono, e di informazioni ce ne sono tante.

Se la plastica nera lucida (forse eccessiva) è la manna dal cielo quando si parla di polvere, c’è invece la pratica rotella dell’iDrive che aiuta, e non poco, a muoversi tra i menu con la sempre pratica funzione della scrittura con le dita sulla superficie. Chiude la dotazione del modello, questo però è un optional, l’ottimo impianto audio Harman Kardon.

Piacciono anche le modanature che vengono esaltate dalle sei colorazioni a LED selezionabili, la cui intensità può essere ovviamente adattata a piacimento per cambiare atmosfera all’abitacolo. Accennavo allo spazio: grazie al passo vicino ai 3 metri, ci stanno assolutamente comodi cinque passeggeri e anche il bagagliaio non delude in termini di capacità: 470 litri (totali considerando anche il pozzetto separato) diventano 1.355 abbattendo i sedili 40:20:40, contro, a titolo di paragone, i 505 e 1.550 litri di capacità della più grande X1.

Inoltre, complice la soglia di carico alta, può diventare ostico caricare oggetti e anche la bocca del portellone non è così ampia. C’è, però, l’apertura e chiusura completamente elettronica, di serie sulla BMW X2 MSport.

A livello di ingombri, più che di guidare un crossover, ribadisco il concetto che sembra di essere alla guida di una berlina. La seduta, infatti, non è così alta come su una X1 e basti pensare che una Serie 1 è lunga solo tre centrimetri in meno. L’impatto però, non è certo quello di essersi seduti sulla “baby” della gamma X, anzi, anche se il giudizio potrebbe essere viziato dalla dotazione decisamente generosa presente sulla vettura da noi provata, dotazione che fa lievitare il prezzo, come avrete modo di scoprire, almeno per il segmento di partenza.

Alla guida della BMW X2 20d xDrive 190 CV: agile da guidare, cambio e volante accoppiata perfetta

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Da guidare la BMW X2 si rivela essere molto precisa: il motore 2.0 da 190 CV non delude in allungo

La BMW X2 20d xDrive, ossia con la trazione integrale, si rivela subito essere un’auto agile e con quel pizzico di divertimento, merito sia del motore, grintoso quanto basa, sia dell’assetto, tarato praticamente alla perfezione. L’accoppiata tra motore e cambio fa grandi cose e, se 400 Nm di coppia del turbodiesel possono bastare, nulla sarebbe uguale se abbinato al quattro cilindri non ci fosse lo Steptronic a otto rapporti, azionabile sia dalla classica leva sul tunnel, in modalità sequenziale, sia dalle palette di cui sopra con le quali è perennemente un piacere averci a che fare. Cambio che si adatta alla guida sportiva così come alla guida più rilassata (presente la funzione veleggio), facendosi sempre trovare pronto all’occorrenza e offrendo cambiate davvero impercettibili.

Pare ormai scontato definire lo Steptronic è una garanzia all’interno della galassia BMW – Mini, ma così è, ancor di più su questa X2 dove calza a pennello con il 2.0 da 190 CV capace di accelerare da 0 a 100 km/ in 7,6 secondi per una velocità massima, dopo un più che positivo allungo, a circa 220 km/h. La BMW X2 20d mi ha però ancor più stupito sul misto, dove l’assetto di cui accennavo, abbinato alle capacità del motore, rende la “ribelle” tra le X molto piacevole tra i tornanti. L’auto ha un assetto piuttosto rigido, ma viziato dalla modalità Sport, mentre si avverte una differente risposta del comparto molle/ammortizzatori selezionando le modalità Comfort ed Eco-Pro, sempre considerando la presenza dei cerchi da 20″ (di serie la MSport propone i 19″). Efficiente, e non solo bello da guardare e toccare, lo sterzo, molto diretto e reattivo.

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Il posteriore è deciso, a scapito della visibilità: vi consigliamo sia la telecamera sia i sensori di parcheggio

Per quanto riguarda i consumi, la Casa dichiara 4,9 l/100 km nel misto, noi, complice come sempre il piede non così leggero, ci siamo attestati attorno a un comunque positivo 6,5-7 l/100 km, risultato viziato dalla poca percorrenza autostradale (dove va detto che i fruscii aerodinamici sono molto limitati), bensì dall’ampia preferenza di percorsi tortuosi e collinari dove abbiamo tirato fuori il meglio da questa X2 MSport. Lo ammetto, essendo una MSport, anche disattivando i controlli non si rimane affatto delusi, anzi.

L’auto offre un assetto ancora una volta sincero, con la trazione integrale in grado di ripartire la giusta coppia in ogni singolo momento, così come il telaio non accusa mai segni di volervi tradire e l’eventuale sbandata controllata, sempre se il sistema decide di inviare più coppia alle ruote posteriori, diventa controllabile senza alcuna difficoltà.

Sulla vettura in prova erano poi presenti sia i sensori di parcheggio posteriori, e anteriori, sia la telecamera posteriore (in optional) ma in grado di dare un prezioso aiuto specie in città, vista la dimensione contenuta del lunotto. In città, viste anche le dimensioni più compatte rispetto a X1 e agli altri SUV BMW, è un gioco da ragazzi destreggiarsi tra i semafori anche se manca quella sensazione di seduta alta da terra che un eventuale cliente, affascinato dalla X, potrebbe aspettarsi salendo a bordo di quest’ultima. Nulla da criticare sui fruscii aerodinamici e sul rumore del Diesel: si avverte solo agendo con vigore sul pedale del gas.

Prezzi e concorrenti

La BMW X2 parte da un prezzo di 34.000 euro per la versione entry level, la sDrive 18i, benzina, da 140 CV. la gamma Diesel parte da 34.250 euro per la sDrive 16d da 116 CV mentre per la versione da noi provata, praticamente al vertice della gamma, la X2 20d con una buona parte di optional, occorre un esborso di 51.100 euro, optional esclusi: un prezzo oggettivamente alto e per certi versi superiore alla concorrenza di pari segmento, specie di quella che con lei condivide il DNA germanico. A titolo puramente comparativo, un’Audi Q2 di pari allestimento e motore (2.0 TDI 190 CV quattro S Line edition) costa, di partenza, circa 8.000 euro in meno.

Vero è che la vettura in prova richiede ben poco da aggiungere, anche se il vizietto della lista lunga degli optional, caratteristica alla quale BMW rimane ancora una volta legata, è evidente. Tra le concorrenti, possibilmente premium, da segnalare, ecco la già citata Audi Q2, anche lei dal carattere urban, la Volvo XC40, la nuova Range Rover Evoque e la Mercedes GLA. Rispetto a tutte queste, laBMW X2 MSport costa di più ma, lo ripetiamo ancora una volta, più di così non si può avere.

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