E fu così che BYD, il colosso cinese dell’elettrico, tese la mano al divino Elon, invitandolo a un’alleanza per annientare il nemico comune: l’auto a combustione interna.
“Il nostro nemico comune è l’auto con il motore a combustione interna: dobbiamo lavorare insieme alla Tesla per cambiare l’industria“. Dichiarazione rilasciata da Stella Li, vicepresidente della BYD, nel corso di un’intervista al Financial Times.
Un colpo di scena che potrebbe riscrivere le regole dell’automotive, se non fosse per un piccolo dettaglio: l’attuale inquilino della Casa Bianca. Sì, proprio lui, Donald Trump, il re dei dazi e delle guerre commerciali, che di certo non vede di buon occhio un patto cino-americano sulle auto elettriche. Il Divino Elon, che già sta facendo i conti con il declino delle vendite di Tesla (-76% in Germania, giusto per gradire), dovrebbe quindi accettare l’offerta di BYD e al tempo stesso schivare la furia protezionista di Washington. Un’impresa titanica, persino per uno abituato a lanciare razzi nello spazio e meme nella rete. Eppure, se l’alleanza si realizzasse, i vecchi colossi dell’auto europea e americana tremerebbero sul serio.
BYD e Tesla, insieme, potrebbero spingere l’elettrico a prezzi sempre più bassi, mentre i produttori tradizionali arrancano tra rincari e regolamenti ambientali. Ma il mercato, spietato come sempre, ha un’unica regola: senza domanda, nessuna rivoluzione. E al momento, più che di ideali green, gli automobilisti sembrano interessati ai prezzi.