Il colosso automobilistico cinese BYD ha ufficialmente scelto alcuni fornitori italiani per la fornitura di componenti destinate al suo stabilimento in Ungheria. Tra le aziende coinvolte spiccano Brembo, Pirelli e Prima Industrie. Inoltre, l’Italia resta in corsa per ospitare il terzo stabilimento europeo del gruppo, una decisione che verrà presa entro la fine dell’anno. Lo ha confermato Alfredo Altavilla, special advisor per l’Europa di BYD, nel corso dell’evento #FORUMAutoMotive a Milano.
Componentistica italiana al servizio di BYD
Dopo l’incontro tenutosi a Torino con diversi fornitori italiani, BYD ha stretto i primi contratti con alcune eccellenze del settore. La scelta di Brembo e Pirelli per l’impianto in Ungheria, operativo dal prossimo ottobre, conferma il riconoscimento del valore della componentistica italiana, considerata all’avanguardia a livello europeo e internazionale. Secondo Altavilla, il giudizio espresso dai vertici cinesi sull’industria italiana è stato estremamente positivo, evidenziando l’importanza di avere una supply chain europea per ottimizzare tempi e costi produttivi.
Pur non imponendo ai fornitori di stabilirsi in prossimità degli impianti BYD, Altavilla ha sottolineato che la velocità di produzione è un fattore chiave per competere nel mercato globale. Tuttavia, la localizzazione delle aziende fornitrici resta una scelta strategica dei singoli imprenditori.
La sfida dell’Europa contro la rapidità cinese
Durante il suo intervento, Altavilla ha evidenziato il divario tra il modello industriale cinese e quello occidentale. La Cina, grazie a processi produttivi accelerati e all’uso intensivo dell’intelligenza artificiale, riesce a sviluppare nuovi modelli in appena 18 mesi. Questo approccio rappresenta una sfida per l’industria automobilistica europea, ancora vincolata a tempi di sviluppo più lunghi.
Altavilla ha inoltre evidenziato come il Dieselgate abbia portato a un incremento dei costi di produzione, penalizzando il mercato dell’auto nuova a vantaggio di quello dell’usato. In questo contesto, la competizione con i produttori cinesi risulta complessa, poiché questi ultimi possono contare su una maggiore flessibilità e rapidità d’esecuzione.
Terzo stabilimento BYD: l’Italia tra le opzioni
L’Italia rimane tra i Paesi candidati per ospitare il terzo stabilimento europeo di BYD, dopo quelli in Ungheria e Turchia. La decisione verrà presa entro la fine dell’anno, ma secondo Altavilla non esiste ancora una scelta definitiva. Smentendo le voci che indicavano la Germania come favorita, il manager ha sottolineato che la politica commerciale dei vari Paesi giocherà un ruolo cruciale nella selezione finale.
Un fattore determinante sarà l’atteggiamento dei governi nei confronti delle auto cinesi. Mentre la Germania ha votato contro i dazi europei, l’Italia si è schierata a favore, una posizione che potrebbe influenzare negativamente la candidatura del nostro Paese. Tuttavia, l’elevata competenza dei fornitori italiani potrebbe ancora rappresentare un punto a favore per il Belpaese.
Critiche al Green Deal e focus sulle infrastrutture di ricarica
Altavilla ha espresso dubbi sulla strategia europea di transizione ecologica, definendo il Green Deal “sbagliato” e difficilmente attuabile nei tempi previsti. Secondo il manager, l’obbligo di produrre solo auto elettriche entro il 2035 è una scadenza irrealistica e potrebbe danneggiare il mercato. Ha inoltre ribadito l’importanza di mantenere l’ibrido plug-in come soluzione intermedia.
Infine, BYD sta valutando la possibilità di replicare in Europa il modello già adottato in Cina, con la creazione di una rete proprietaria di stazioni di ricarica rapida, capaci di rifornire un veicolo elettrico in tempi paragonabili a quelli di un rifornimento tradizionale. Questa strategia potrebbe dare a BYD un vantaggio competitivo nel mercato europeo, contrastando direttamente Tesla e gli altri produttori occidentali.