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Campionato Italiano 2CV-Dyane Cross: ci si divertiva con poca potenza e tanti traversi

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Fin dagli albori, Citroen, su immagine e somiglianza del fondatore André Citroen, è sempre andata alla ricerca di avventura e di sfide. Se da una parte i grandi viaggi come la “Crociera Nera” e la “Crociera Gialla” hanno segnato una pagina importante nei cento anni della marca, l’arrivo della 2CV nel 1948 rese queste imprese alla portata di tutti (leggendarie sono le imprese raccontate nel libro “La Terre en Rond”), anche quando si parlava di divertirsi. Spiegamoci meglio.

Con il debutto della 2CV nacque, qualche anno più tardi, un monomarca, il “Pop Cross”, seguito poi dal “2CV Cross”, in Italia rinominato 2CV-Dyane Cross. Tutto partì nei primi anni ‘70, quando Citroen organizzò raid di gruppo riservati alle sue vetture bicilindriche: prima la Parigi-Kabul, nel 1970, poi la Parigi-Persepoli, nel 1971 ed infine l’incredibile Raid Afrique del 1973, che portò la bellezza di sessanta 2CV da Abidjan a Tunisi su un percorso prevalentemente desertico di 8000 km!

Competizioni, però, riservate a pochi. Ecco perché il 22 luglio del 1972 prese il via la prima gara del campionato monomarca, riservato alle bicilindriche del Double Chevron (non solo 2CV ma anche Dyane e Méhari) che andavano a sfidarsi in lotte sul fango senza esclusioni di colpi, con tanto di regolamento tecnico e sportivo.

La 2CV usata costava poco, il kit di preparazione ancora di meno: era lo sport automobilistico alla portata di tutti! Tempo un anno, era il 1973, e anche in Italia Citroen andava organizzando il primo campionato 2CV-Dyane Cross, valido per il campionato europeo che nel frattempo era stato istituito con il nome internazionale di “2CV Cross”.

2CV-Dyane Cross

Una disciplina all’insegna del divertimento e della sicurezza: non era raro vedere le 2CV decollare, atterrare malamente e poi essere rimesse “in piedi” pronte a ripartire come se nulla fosse accaduto. Le velocità medie erano decisamente ridotte ma ciò non toglieva la voglia di spingere. In breve molti piloti amatoriali optarono per il motore 4 (435 cc) dotato di rapporti del cambio più corti.

Una sfida durata una decina d’anni su tutti gli sterrati d’Italia. Chi ha partecipato ed è ancora qui a raccontarlo non potrà che farlo con un sorriso.

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