in

Caro carburanti: come rispondono gli italiani?

Tempo di lettura: 3 minuti

Ad agosto sono 22 milioni gli italiani che andranno in vacanza ed è per questo che il tema del caro benzina è sempre più centrale per gli automobilisti. Il Governo è intervenuto più volte per limitare gli effetti dell’aumento del carburante, come l’ultimo taglio sulle accise. In attesa di capire le prossime misure, il Centro Studi di AutoScout24 il più grande marketplace automotive online pan europeo, ha voluto indagare il sentiment degli automobilisti e l’impatto dell’aumento dei prezzi sulle abitudini di utilizzo dell’auto.

Il primo aspetto che emerge, al di là di tutto, è la conferma del ruolo centrale dell’auto, mezzo utilizzato da ben il 93% degli italiani per i propri spostamenti quotidiani, soprattutto per esigenze familiari (65%) e per il tragitto “casa – lavoro”. Com’era logico aspettarsi, la maggior parte dei consumatori (86%) si dichiara molto o abbastanza preoccupata per l’aumento dei prezzi dei carburanti, soprattutto per l’incidenza che ha sul bilancio familiare, e oltre la metà ritiene l’ultimo provvedimento del Governo insufficiente. Un dato importante in quanto la maggior parte degli italiani usa l’auto più di 5 giorni a settimana (73%), tanti percorrono più di 10mila chilometri all’anno (69%), quasi sei su dieci spendono in media tra i 100 euro e i 300 euro al mese di carburante e per il 15% supera i 300 euro.

Eppure, per il momento questa situazione ha avuto un impatto sulle abitudini quotidiane di utilizzo dell’auto solo su una parte del campione (37%), ma in futuro potrebbe aumentare sensibilmente (63%) se solo non verranno presi i dovuti provvedimenti e se il costo dovesse aumentare ulteriormente.

La preoccupazione degli automobilisti italiani

Come sono cambiate le abitudini degli automobilisti? Considerando il campione che ha dichiarato di aver modificato il proprio modo di utilizzo dell’auto, che ricordiamo essere una quota minoritaria, il 38% ha cercato di ridurre l’uso di auto benzina e diesel per il tempo libero, ma il vero cambiamento riguarda l’adozione di comportamenti virtuosi come un diverso approccio alla guida e la maggiore attenzione al risparmio.

Circa un terzo, infatti, sceglie accuratamente il distributore in base al prezzo più economico e il 27% tende a fare rifornimento esclusivamente al self service; il 29% guida in modo “soft” per ridurre i consumi e un quinto monitora attentamente le spese mensili. E c’è anche chi ha iniziato a usare le app dedicate o il web per individuare le stazioni più economiche (16%).

E sul fronte delle vendite? Solo il 16% del campione ha cambiato idea decidendo di non acquistare più un’auto a causa del caro carburanti; tra chi invece ha confermato l’intenzione di acquistare una vettura nuova o usata, per il 74% l’aumento dei prezzi non ha influito nella scelta dell’alimentazione (benzina e diesel favorite), mentre per il campione restante, quasi due su dieci si stanno spostando da vetture “tradizionali” più “potenti” (benzina /diesel) verso vetture, sempre tradizionali, che consumino meno, e il 9% da vetture tradizionali a ibride/elettriche.

Le elettriche rimangono poco scelte

In tutto questo le elettriche “pure” rappresentano una quota minima, con gli italiani che dichiarano di non voler acquistare questa alimentazione (nuova o usata) principalmente a causa della scarsa autonomia delle batterie (39% di chi ha intenzione di acquistare un’auto) e per il costo elevato (24%). Cosa può far cambiare idea, se non a tutti, ma almeno ad alcuni consumatori? Soprattutto l’aspetto economico, come incentivi più consistenti o forti sconti dalle concessionarie o dalle case automobilistiche, che farebbe “dimenticare” tutti i limiti delle vetture elettriche che non riguardano solo l’autonomia dele batterie, ma anche la carenza dell’infrastruttura italiana delle colonnine di ricarica.

Viaggiare in auto: chi ha cambiato idea e chi no

Un altro capitolo analizzato dalla ricerca di AutoScout24 è quello dei viaggi. Su questo il caro carburanti ha avuto sicuramente un impatto, dato che il 22% dei rispondenti aveva intenzione di partire in vacanza ad agosto o settembre ma poi ha cambiato idea proprio per l’aumento del costo della benzina. Eppure, nella scelta del mezzo per i propri viaggi di piacere non hanno dubbi: l’auto è in assoluto il mezzo preferito (indicato dall’88%), in particolare per la possibilità di partire quando si vuole (83%), seguito dalla libertà e flessibilità che il mezzo consente (33%). È sicuramente un atto “d’amore” nei confronti dell’auto, che ha quasi 150 anni di storia, ma anche in questo caso non bisogna sottovalutare gli effetti di un ulteriore aumento dei prezzi. Escludendo i “fedelissimi” (30%), che non rinuncerebbero mai alla comodità dell’auto, oltre la metà del campione userà l’auto in caso di aumenti solo se non avrà alternative valide e il 18% valuterà attentamente mezzi alternativi scegliendo la più economica.

commenti

Leave a Reply

    Loading…

    0

    La storia della Volkswagen Golf potrebbe essere arrivata al capolinea

    Mercato auto settembre 2020

    I prezzi delle auto piccole sono aumentati del 59% negli ultimi 12 anni