in

Colonnine Tesla al posto dei distributori di benzina: come cambiano i tempi

Tempo di lettura: 2 minuti

Non si ferma il momento d’oro per Tesla. Dopo aver presentato la nuova Model Y Juniper ed aver stretto importanti accordi per il pooling che consente alle case auto di salvarsi da pesantissime sanzioni, il marchio di Elon Musk torna a far parlare di sé.

Il motivo del vociare? Questa volta non si tratta di una novità inedita annunciata da Elon e tantomeno del lancio di un nuovo modello ma del proseguimento della strategia del costruttore per rendere l’infrastruttura di ricarica sempre più fruibile per i clienti. Ecco perché, oltre alla creazione della rete di supercharger che da anni affolla le strade di tutto il mondo, ora Tesla sta iniziando a proporre in alcuni luoghi strategici la conversione delle tradizionali stazioni di servizio.

L’esempio della conversione a Cordova

Quello che è accaduto in Spagna rappresenta proprio la tendenza che pian piano sta portando alla progressiva sostituzione della tecnologia termica con quella ad elettroni. In fin dei conti lo stop del 2035 è sempre più vicino e quindi è impensabile non toccare con mano le novità di tale transizione.

A Cordova un distributore di carburante a marchio Shell è stato riconvertito con un design apposito particolarmente innovativo in una stazione di ricarica Supercharger. Il nuovo impianto presenta ben otto colonnine di ricarica con tecnologia Supercharger V3 da 250 kW di potenza massima, anche se occorre non dimenticare che in alcuni luoghi Tesla ha già iniziato ad installare i Supercharger V4.

Che la rete di ricarica sia uno dei problemi più evidenti nella diffusione delle auto a batteria è evidente e le code infinite ai Supercharger nel periodo delle feste ne è la rappresentazione. Che questo fenomeno con la riconversione delle stazioni di servizio tradizionali possa risultare solo un brutto ricordo?

Nel frattempo, Musk ha di che sorridere

In attesa di veri e propri concorrenti che decidano di puntare tutto sull’elettrico come ha fatto Tesla, il fondatore della casa automobilistica se la ride mentre continua nella sua scalata imprenditoriale e politica con la nuova avventura al fianco di Donald Trump.

Occorre, però, considerare che le auto non sono l’unico business dell’imprenditore statunitense. Nelle ultime settimane, infatti, Mr. Tesla si è messo al lavoro su Powerball, una batteria in grado di accumulare energia dal fotovoltaico o dalla rete elettrica. Ma oltre a questo, Musk, sta occupandosi di Megapack, un accumulatore in grado di stoccare massivamente energia di modo da stabilizzare la rete rendendo meno frequenti i blackout. Ognuno di questi pack è in grado di immagazzinare oltre 3,9 MWh di energia, sufficienti per alimentare in media 3.600 abitazioni per un’ora. 

Chissà che la riconversione dei distributori non sia in qualche modo legata anche a questi nuovi prodotti?

Sorpasso storico: la Ford Mustang elettrica vende più di quella a benzina

Auto ferma, Europa immobile: dove sono i Draghi?