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Auto nuova e ritardi di consegne? Come averla in tempi brevi

Tempo di lettura: 2 minuti

Quando ci si sente chiedere “come avere l’auto nuova in tempi brevi?” d’impulso verrebbe da rispondere: ”non si può”, troncando qui la frase.

Tuttavia non è esattamente così, qualche piccola scappatoia c’è, ma porta con se non poche rinunce. Partiamo però dal principio, dall’inizio della crisi. La difficoltà di approvvigionamento delle materie prime per produrre i chip (ma non solo) hanno paralizzato il mercato e la produzione industriale di autovetture. Quindi, semplificando all’osso con un’opportuna e consapevole imprecisione atta a comprendere al volo la questione, avere meno chip comporta avere meno materiale da reperire e quindi meno ritardo.

L’affermazione è certo dozzinale e lontana dalla realtà specifica dei fatti, ma, in linea di principio, per avere l’auto nuova in tempi brevi bisogna scegliere ciò che è già disponibile “in stock”, ciò che non ha bisogno di essere ordinato, atteso e montato.

Come si stanno comportando le case

Un po’ come disse Henry Ford oltre un secolo fa: “Ogni cliente può avere una Model T di qualunque colore desideri, purché sia nero“. Senza esagerare troppo siamo vicini a questo punto: molte case mettono a disposizione offerte con pochissime personalizzazioni disponibili, ma con ciò che si può produrre subito, accorciando produzione e consegna. Un esempio: Renault Arkana “Fast Track” è un’offerta della Losanga che permette di consegnare in 30 giorni un esemplare RS Line con il motore ibrido E-Tech da 145 CV purchè venga scelta bianca, nera o grigia. Lo stesso escamotage lo usa Dacia con l’offerta Up and Go per la Duster, la quale limita la scelta a due motorizzazioni ed elimina dal listino una serie di optional “a lunga consegna”.

Peugeot, da canto suo, offre i nuovi modelli (come la nuova 408) con i soli allestimenti più richiesti, che, nel caso della 408, sono solo due, dando quindi la priorità ad alcune componenti al posto di altre, ma ancora una volta limitando le dotazioni disponibili a listino.

Più o meno analogamente agisce Tesla con la model Y: se la si ordina o bianca o nera viene prodotta a Berlino e consegnata in meno di tre mesi, in caso contrario l’ordine viene trasmesso alla fabbrica di Shangai e il cliente attenderà fino al prossimo marzo (se tutto va bene).

Il sistema ora sembra funzionare (relativamente alla situazione), con una più che discreta porzione di clienti orientati proprio verso queste offerte proposte da alcuni costruttori.

Un nuovo mercato

Il taglio netto e doloroso delle immatricolazioni ha ferito nel profondo un settore che deve rialzarsi velocemente. Ormai anche le versioni già pronte nei piazzali sono finite come gli incentivi per le vetture fino a 135 g/km di CO2, occorre quindi trovare un modo di vendere, consegnare e soddisfare il cliente compatibilmente con le necessità e i tempi che corrono, salvando il più possibile posti di lavoro, famiglie, industrie ed interi ecosistemi produttivi. Va fatto subito, perché il punto di collasso è già stato superato da tempo.

La prima strategia, quella di cui sopra, è semplificare e ridurre la scelta commerciale, la gamma e i listini, limitando di conseguenza l’offerta. Un’altra via potrebbe essere quella di Alfa Romeo: la produzione scatta con l’ordine della vettura, un sistema on demand che potrebbe snellire il work-flow degli approvvigionamenti, ma porta con se una rivoluzione non facile a valle della catena, rischiando di non essere efficace nel breve termine (forse nel medio-lungo).

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