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Cosa cambierà per l’auto con un nuovo governo? Ecco cosa dice ogni partito

Tempo di lettura: 7 minuti

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, ci troviamo di fronte a una domanda molto cara a noi appassionati e automobilisti: cosa cambierà per l’auto con il nuovo governo? Per questo motivo abbiamo letto e studiato ogni singolo programma dei principali partiti politici italiani, in modo da farci un’idea di cosa dicono e promettono per quanto riguarda l’auto e la mobilità dei prossimi anni.

Tra chi è più preciso e chi più sommario, ogni partito affronta il tema della mobilità a modo suo poiché la sfida ambientale ed energetica è ormai uno dei temi principali dell’agenda di ogni italiano, a maggior ragione se impegnato in politica. Da Lega al Terzo Polo, passando per Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e PD, scopriamo i loro programmi.

Abbiamo scelto di citare direttamente le parti del programma che parlano di trasporti, infrastrutture, energia e auto, in modo da non modificare in alcun modo parole o significato, abbinando un breve commento a ogni testo.

Lega

Ecco alcuni estratti al programma della Lega, che commentiamo in fondo all’articolo.

“Rimandare il divieto di vendita di autoveicoli a benzina o diesel entro il 2035, o almeno mitigare gli impatti sulla filiera produttiva e sul consumatore finale, attraverso incentivi specifici.”

“Incentivare la produzione di bio-metano e la sua distribuzione nella rete dei trasporti (bio-GNL), ampliando la dotazione del Fondo Complementare PNRR.”

“Nelle città italiane oggi vive il 55% della popolazione e vengono emesse circa il 30% delle emissioni climalteranti dovute alle attività di trasporto e mobilità. La sfida dei prossimi 5 anni è invertire il tasso di utilizzo del mezzo privato in città (sempre elevato), riducendo i divieti e offrendo un sistema di mobilità sempre più basato sulla condivisione degli spazi urbani: la priorità non deve andare alle piste ciclabili e alle Zone a Traffico Limitato, ma alla condivisione della strada e dei marciapiedi in sicurezza (curbside management), da parte dei cittadini e dei mezzi di trasporto da loro scelti per muoversi e ricevere merci, affrontando le sfide dell’integrazione sostenibile tra modi di trasporto e dell’e-commerce sempre più diffuso.”

“Oltre all’integrazione infrastrutturale tra modi di trasporto in città (cerniere di mobilità, parcheggi di interscambio, hub multimodali), deve essere garantita l’accessibilità ai cittadini a sistemi semplici e inclusivi di integrazione dei servizi, di bigliettazione e di sharing. Il programma “MaaS for Italy”, che oggi è finanziato per 6 città italiane di grandi dimensioni, dovrà essere esteso alle medie e piccole città, garantendo che i MaaS sviluppati rispettino le specificità urbane e l’autonomia decisionale dei soggetti che le governano.”

“Mobilità sostenibile non può essere solamente l’erogazione di contributi per l’acquisto di auto elettriche in un momento dove le aziende del settore non garantiscono i tempi di riconversione e viene messo in difficoltà tutto l’indotto dell’industria dell’automotive in Italia, che rappresenta in termini economici il 16% del Pil italiano e 250mila addetti. Mettere a rischio questo settore non è ambientalismo ma mera ideologia. Bisogna innanzitutto accelerare con le infrastrutture mettere a terra velocemente le 20mila colonnine per ricaricare previste per ricaricare di cui 7500 “fast charge”. Con la Lega al governo abbiamo ideato e varato un bando da 15 mln per le piste ciclabili e percorsi casa scuola e nei comuni e abbiamo dato avvio al Piano nazionale del trasporto pubblico presentando un progetto da 3,7 mld per il rinnovo con mezzi meno inquinanti. Una rivoluzione industriale non può partire buttando a mare la produzione industriale tout court, ma sostituendo e riconvertendo le attività più inquinanti. Sostenere e incentivare lo sharing mobility e seguire l’esempio della Lombardia e di Milano, pioniere di questo progetti con risultati molto positivi.”

“Occorre mettere in atto misure strutturali per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, tenendo conto delle specificità territoriali (ad esempio: Pianura Padana) che dovrebbero essere prese in considerazione nella regolamentazione comunitaria. Non bastano misure puntuali (blocchi del traffico, targhe alterne, etc.) ma occorre coordinare le politiche settoriali, incluse quelle industriali sull’automotive e sulle emissioni.”

La Lega è l’unico partito che menziona le auto in maniera così consistente, parlando di auto elettrica ma non solo, ponendo al centro del dibattito anche le scelte sui blocchi del traffico. Nel complesso si parla di voler diminuire le auto private, ma di una transizione verso l’auto elettrica più lenta e cauta rispetto alle richieste dell’Unione Europea.

Fratelli d’Italia

Il programma di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni parla così dell’evoluzione della mobilità:

“Realizzare un nuovo Piano nazionale per la mobilità, che sia di indirizzo per Regioni e aree metropolitane. Irrobustire la “Cura del ferro” dando maggiore slancio all’ammodernamento di treni, ferrovie e stazioni. Estensione delle reti Alta Velocità e Alta Capacità. Recupero del ritardo infrastrutturale del Sud Italia.”

“Effettiva connessione delle realtà territoriali locali per eliminare i disagi dei pendolari, garantire la vivibilità dei grandi centri urbani e ripopolare le aree interne. Potenziare il trasporto pubblico locale di linea, anche favorendo il ricambio ecologico del parco mezzi, e non di linea, attraverso una chiara distinzione tra i servizi taxi e Ncc e una nuova disciplina sulle app tecnologiche operanti nel settore. Prevedere interventi destinati alle persone con disabilità, garantendo loro il diritto alla mobilità. Investire su Smart road e mobilità sostenibile. Sostituire l’attuale concetto di “servizi minimi” con un sistema di “Livelli essenziali di trasporto” che assicuri continuità territoriale alle aree interne, montane e isolane.”

“Sostenere il trasporto merci su strada, anche incentivando il ricambio del parco circolante nell’ambito di una transizione ecologica sostenibile per le imprese.”

Fratelli d’Italia menziona poco l’automobile come mezzo privato, dando più spazio al trasporto pubblico urbano ed extra urbano, che sia su gomma o su rotaia. Quasi inesistenti le menzioni all’auto elettrica o termica che sia.

Movimento 5 Stelle

Il programma del Movimento 5 Stelle parla così di mobilità e transizione:

“Infrastrutture interconnesse e mobilità intermodale sicura, manutenzione ordinaria e straordinaria garantita, riduzione del gap infrastrutturale tra i territori.”

“‘Smart road’ e utilizzo agevolato dei mezzi ad alimentazione elettrica, a idrogeno e a combustibili alternativi originati da fonti rinnovabili.”

“Riduzione delle emissioni dei gas climalteranti attraverso la riconversione del parco auto privato circolante.”

“Biglietto unico integrato.”

Poche parole nel programma, ma menzione ad infrastrutture più sicure, auto elettriche, a idrogeno o con combustibili alternativi. Volontà anche di ridurre il parco auto circolante e riconvertirlo ad elettrico, ma con parole molto generiche.

Forza Italia

Il programma di Forza Italia, partito di Silvio Berlusconi, parla di transizione della mobilità e dell’energia per punti. Vediamo quali sono:

“Transizione energetica sostenibile.”

“Aumento della produzione dell’energia rinnovabile Pieno utilizzo delle risorse del PNRR, colmando gli attuali ritardi di attuazione dell’accordo con la Commissione europea, così come previsto dai Regolamenti europei per la revisione del PNRR in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità Efficientamento dell’utilizzo dei fondi europei con riferimento all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.”

“Rendere l’Italia competitiva con gli altri Stati europei attraverso l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere. Potenzia- mento della rete dell’alta velocità per collegare tutto il territorio nazionale dal Nord alla Sicilia, realizzando il ponte sullo Stretto.”

“Potenziamento e sviluppo delle infrastrutture.”

Nessuna menzione all’auto elettrica da parte di Forza Italia, ma un generale riferimento alla transizione verso l’elettrico sostenibile. Molti i riferimenti alle infrastrutture come autostrade e la creazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Partito Democratico

Il programma del Partito Democratico affronta la transizione e la mobilità con le seguenti dichiarazioni:

“Dobbiamo fissare obiettivi climatici realistici ma ambiziosi, mettendo in campo strumenti capaci di garantire una transizione socialmente equa e di rafforzare l’innovazione e la competitività della nostra industria.”

“Il monitoraggio e la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti – in particolare ponti, viadotti e gallerie – attraverso azioni programmate di manutenzione e adattamento alle pressioni indotte dai cambiamenti climatici.”

“Vogliamo accelerare gli investimenti infrastrutturali che favoriscano il passaggio del trasporto delle merci dalla gomma al ferro e all’acqua e il completamento della sostituzione del parco circolante del trasporto pubblico 16 locale con mezzi a zero emissione e ibridi. Vogliamo incentivare l’installazione di almeno 100.000 colonnine elettriche e di 30.000 punti di ricarica rapida entro il 2027 e lo sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio di energia lungo le autostrade e la rete viaria principale e secondaria.”

“Vogliamo migliorare i collegamenti lungo i corridoi est-ovest e tra le aree più industrializzate del Paese, sulle fasce costiere, tra le aree più prossime alle grandi infrastrutture e le aree periferiche e interne, con la riqualificazione delle strade secondarie, il recupero delle linee ferroviari regionali e minori, lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale nelle nostre città. Proponiamo, inoltre, strumenti per incentivare la mobilità sostenibile, sia introducendo il trasporto pubblico locale gratuito per giovani e anziani, sia incentivando, per le altre categorie, schemi di sconto sul prezzo del servizio di trasporto sostenibile legati all’intensità dell’uso del mezzo, misurata dal biglietto elettronico.”

Sicurezza delle infrastrutture, colonnine per auto elettriche e micromobilità. Il PD si mostra molto volenteroso nel passaggio all’elettrico, mettendo qualche numero per quanto riguarda i punti di ricarica, ma anche nella diminuzione delle auto private, puntando sul trasporto pubblico, piste ciclabili e co.

Terzo Polo – Azione – Italia Viva

Il programma di Azione – Italia Viva – Calenda ci racconta così le sue intenzioni su mobilità, infrastrutture ed energia:

“L’Italia ha una flotta di veicoli per il trasporto su gomma più vecchia rispetto alla media UE e una percentuale di trasporto su ferro del 12%, ventesima in Europa, dove la media è del 20%. Per ridurre le emissioni è necessario ringiovanire il parco mezzi, ripristinando il super e iper-ammortamento al 130% e 140%, destinato alla progressiva sostituzione delle flotte con mezzi meno inquinanti per il trasporto merci.”

“Per favorire il trasporto su ferro bisogna investire 8 miliardi di euro per integrare le reti ferroviarie italiane nei corridoi europei, realizzando 5.100 km di binari per consentire il transito dei treni merci più lunghi (750 mt). Per diminuire l’uso di mezzi privati inquinanti bisogna: aumentare la costruzione annuale di metropolitane (da 14,2 km a 20 km) e di tramvie (da 16,9 km a 25 km) per un costo di 1 miliardo di euro l’anno; procedere con lo svecchiamento del parco autobus (5 miliardi in tre anni) e del parco treni (2 miliardi di euro); aumentare car e bike sharing con incentivi mirati ad ammortizzare i costi di acquisto dei mezzi. Infine, per favorire l’acquisto di macchine ibride ed elettriche da parte dei privati, bisogna aumentare gli incentivi per queste macchine, e favorire l’istallazione di punti ricarica pubblici urbani (stradali/privati) ed extra-urbani per auto elettriche e ibride plug-in.”

“Per ridurre lo stress sull’infrastruttura autostradale per il trasporto di lungo raggio, il traffico nelle grandi città e le emissioni inquinanti, è necessario sviluppare la rete di trasporto intermodale delle merci a livello nazionale. Occorre integrare il sistema dei porti con gli interporti nell’entroterra, sviluppare il sistema degli autoporti con una rete di piattaforme logistiche per favorire lo scambio intermodale gomma-ferro e creare autoporti urbani per lo scambio tra veicoli commerciali pesanti e leggeri per i servizi di e-commerce e commercio al dettaglio.”

Probabilmente la coalizione con a capo Calenda è l’unica che menziona anche le auto ibride e non solo elettriche, portando molti dati e numeri a giustificare le proprie volontà. Non mancano le menzioni alle infrastrutture e alla diminuzione del trasporto su gomma, che sembra appartenere all’agenda di ogni partito politico per queste elezioni.

Non si può certo scegliere quale partito votare esclusivamente in base alle scelte sulla mobilità, sui trasporti e sulla transizione ecologica, anche se, insieme alle scelte energetiche questi sono ormai argomenti molto gettonati, per i quali alcuni partiti sembrano avere le idee chiare, mentre altri rimangono forse un po’ troppo sul vago.

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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