Il nuovo Piano d’Azione dell’UE per il settore automobilistico ha suscitato reazioni contrastanti tra esperti e organizzazioni ambientaliste. Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti, ha espresso forti critiche, affermando che il piano rappresenta un’ulteriore concessione all’industria automobilistica e che deve segnare il punto di non ritorno nelle deroghe agli obiettivi climatici.
Uno degli elementi chiave del piano è l’iniziativa per elettrificare le flotte aziendali, una misura considerata fondamentale per stimolare la domanda di veicoli elettrici prodotti nell’UE. Tuttavia, la decisione di concedere due anni in più alle case automobilistiche per adeguarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂ previsti per il 2025 rischia di ostacolare il processo di transizione ecologica. Secondo T&E, questo allentamento potrebbe tradursi in una riduzione di 880.000 auto elettriche vendute tra il 2025 e il 2027 rispetto alle previsioni iniziali, privando il mercato europeo dello stimolo necessario per produrre veicoli elettrici più accessibili.
Una strategia che rischia di favorire la Cina
Andrea Boraschi, Direttore di T&E Italia, ha sottolineato come l’industria automobilistica europea stia già chiedendo ulteriori concessioni, nonostante l’attuale piano non abbia ancora preso pienamente piede. “Gli impatti dei dazi e delle crisi globali non saranno alleviati rallentando l’elettrificazione. Questo darà solo alla Cina un vantaggio ancora maggiore sulle auto elettriche. Questo piano dell’UE deve segnare una linea di non ritorno, se l’industria europea vuole finalmente recuperare terreno” ha dichiarato Boraschi.
La questione della produzione di batterie nell’UE rimane un punto dolente. Sebbene la Commissione Europea abbia dichiarato l’intenzione di sostenere il settore, finora le misure adottate sono state ritenute tardive e insufficienti. La competizione con Cina e Stati Uniti, che hanno attuato programmi di sussidi più aggressivi, ha portato alla cancellazione di progetti europei per una capacità produttiva di almeno 100 GWh.
T&E ha accolto con favore l’idea di subordinare il sostegno alla produzione di batterie al trasferimento di tecnologie e competenze a beneficio dell’industria locale, come avviene per le aziende europee operanti in Cina. Tuttavia, l’organizzazione denuncia la mancanza di urgenza e determinazione nell’attuazione di politiche efficaci per rafforzare la filiera europea delle batterie.
Flotte aziendali e infrastrutture: il vero motore della transizione
Una delle iniziative più promettenti del piano riguarda l’introduzione di una legislazione per accelerare l’elettrificazione delle flotte aziendali. Le auto aziendali rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni nell’UE, ma il loro tasso di elettrificazione procede a rilento. Secondo una recente analisi di T&E, un obiettivo vincolante per la vendita di sole auto elettriche nelle grandi flotte aziendali a partire dal 2030 potrebbe garantire una domanda pari a oltre 2 milioni di veicoli elettrici, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di CO₂.
Esther Marchetti, Clean Transport Advocacy Manager di T&E Italia, ha sottolineato l’importanza di un’azione tempestiva: “Una nuova legge UE con obiettivi vincolanti per l’elettrificazione delle grandi flotte stimolerebbe gli investimenti delle case automobilistiche e favorirebbe l’ingresso di quasi 7 milioni di veicoli elettrici nel mercato dell’usato entro il 2035. Qualsiasi ritardo priverebbe i produttori di batterie e l’industria dell’infrastruttura di ricarica delle necessarie garanzie di investimento di cui hanno bisogno nei prossimi anni”.
Il Piano d’Azione dell’UE per il settore automobilistico è un passo avanti, ma secondo T&E, le concessioni all’industria automobilistica non devono più ripetersi. La necessità di mantenere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂ per il 2030 e il 2035, insieme a un vero sostegno alla produzione di batterie e a una strategia chiara per la decarbonizzazione delle flotte aziendali, sono essenziali per garantire la competitività dell’industria automobilistica europea nel lungo periodo. Se l’UE non agirà con decisione, il rischio è quello di restare ancora più indietro rispetto alla Cina nella corsa alla mobilità sostenibile.