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Dazi e mazzi. Bruxelles pronta a rispondere a Trump

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Donald Trump ha rispolverato la sua vecchia passione per i dazi, un po’ come quei nostalgici del liceo che riesumano il giubbotto di pelle e la brillantina, convinti di poter fermare la calvizie con un colpo di pettine. Questa volta il Tycoon ha deciso che l’America deve farsi l’acciaio e l’alluminio in casa, perché – testuale – «la nostra nazione richiede che siano prodotti qui, non in terre straniere». Quali? Quelle che comprano tonnellate di roba a stelle e strisce, ovviamente. Un dettaglio.

Bruxelles, dopo aver deglutito l’ennesimo boccone amaro, ha tirato fuori i muscoli (finti), minacciando ritorsioni ferme e proporzionate, ovvero un elegante modo per dire che risponderà, ma senza far troppo male, ché poi bisogna pure negoziare. E mentre la Commissione Europea parla di “proteggere imprese e lavoratori”, Trump avvisa che i dazi arriveranno pure su auto, semiconduttori e farmaci. Perché l’unica cosa che cresce più della sua lista nera è la sua sicurezza di avere sempre ragione.

Morale? Una guerra commerciale in cui tutti si fanno del male, ma ciascuno spera che a soffrire di più sia l’altro. Nell’attesa, ai consumatori toccherà il solito dazio: pagare.

Gentlemen driver

Federico Ferrero

Direttore Autoappassionati.it

Autore
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