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De Meo, CEO di Renault: “Meglio lasciar fare agli ingegneri sullo stop ai motori termici”

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Transizione elettrica e piani dell’Unione Europea sono al centro dei dibattiti di tutti, soprattutto delle case automobilistiche, le quali sono direttamente interessate sulla questione. A riguardo si è pronunciato senza riserve anche Luca De Meo, CEO di Renault, il quale alla convention “Made in Italy Summit 2022” ha affrontato temi come la sostenibilità, l’innovazione e la resilienza, ricordando come gli ultimi anni siano stati decisamente complessi per l’automotive in generale e per Renault.

C’è fiducia nel futuro da parte di Luca De Meo, CEO di Renault

Secondo De Meo le crisi, a volte, possono trasformarsi in opportunità, e per quanto riguarda la transizione ecologica ha confermato di non amare le posizioni nette ma di preferire delle soluzioni in grado di tenere conto dei diversi aspetti che compongono un determinato scenario. È stato quindi inevitabile discutere della decisione dell’Unione Europea di fermare la vendita di tutte le vetture dotate di motore termico nel 2035, sottolineando la ferrea volontà di rispettare le regole e, anzi, di anticiparle, arrivando possibilmente a vendere solo auto elettriche già nel 2030 con il marchio Renault.

Renault: futuro e transizione elettrica, le parole di De Meo

Il CEO di Renault, Luca De Meo, ha precisamente rilasciato queste dichiarazioni: “Il dover uscire dalla Russia, che per noi valeva il 20% dei volumi, ci ha permesso di ricentrarci su altri mercati ed altri segmenti e già ora le cose stanno andando piuttosto bene. Certo, la possibile recessione attesa per i prossimi mesi rappresenta un’ulteriore sfida, ma abbiamo dimostrato di poter navigare in acque tempestose. In questo momento in Renault c’è un coraggio ed una vitalità che io ho visto raramente in trent’anni di carriera. E poi, da appassionato di Formula 1, credo che se non riusciremo a seguire un Piano A, ripiegheremo su un Piano B oppure un Piano C. Dobbiamo essere capaci di leggere le situazioni a più livelli e di adattarci a quello che si parerà di fronte. Non mi piace la gente che vede il mondo in bianco e nero. C’è tutta una gamma di colori e sfumature. Sui target dell’Unione Europea ci siamo battuti per spostare l’orizzonte temporale un pochino avanti, ma il discorso è più sofisticato. Un modo giusto di affrontare la lotta alle emissioni dovrebbe tenere conto dell’impatto delle varie tecnologie nel loro complesso e non solo di quanto inquina un veicolo per muoversi dal serbatoio alla ruota. La lotta al cambiamento climatico non si discute, ma guardando all’intera catena del valore si vede ancora spazio per altre tecnologie. Il nemico non è una tecnologia piuttosto che un’altra, il nemico è la CO2 ed il resto delle emissioni inquinanti. Le autorità devono porre il risultato da raggiungere ma si deve poi lasciare spazio agli ingegneri affinché trovino il modo di arrivarci. Dobbiamo lasciarci delle altre opzioni aperte perché alla fine chi ha ragione sono solo i clienti ed il mercato. Dobbiamo avere quel famoso Piano B”.

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