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DS, le origini di un Marchio leggendario

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La Citroen DS fu presentata il 1° ottobre 1955 al Grand Palais, davanti ad addetti ai lavori e ad un pubblico stupefatti da una vettura fuori dal comune, che segnava un vero e proprio passaggio ad un’altra epoca dell’automobile.

Due uomini, e le loro equipes, sono all’origine di questa automobile: Andrè Lefèvre e Flaminio Bertoni. Mettendo in comune il loro talento, crearono un miracolo industriale in cui tecnica e stile si fondono in un’osmosi particolare. DS è più che una scelta stilistica: le forme sono state dettate dalle soluzioni tecniche ed il design traduce l’accordo tra utilità ed armonia, funzionalità ed estetica. Comfort e sicurezza, che erano già al centro delle preoccupazioni del Marchio, si ritrovano oggi nelle sue ultime creazioni.

Dal suo stand, Citroën presenta ai giornalisti di tutto il mondo e al pubblico sbalordito una vettura completamente fuori del comune. La marca del Double Chevron svela quella che andrà a prendere il posto della famosa Traction Avant di André Citroën. Di colpo si passa dal nero al colore, è un passaggio epocale per l’automobile, la fantasia diventa realtà. La DS lasciò il segno in coloro che vissero questo momento e, 50 anni dopo, fa ancora parlare di sé.

Lo stile della Citroen DS è stato disegnato e scolpito da Flaminio Bertoni in stretta collaborazione con Andrè Lefèvre, dove forma e funzione ritornano negli interni. La plancia è infatti, a propria volta, una vera scultura, dove i comandi sono perfettamente integrati e raggiungibili senza abbandonare il volante. La sua forma, naturalmente spiovente, lascia entrare la luce ed accentua l’impressione di spazio.

Tutto l’abitacolo, d’altronde, riflette le preoccupazioni ergonomiche che hanno guidato i suoi creatori: ne è un esempio il design totalmente innovativo delle maniglie interne delle portiere, che elimina inutili contorsioni nell’apertura e chiusura della porta.

Accanto allo stile, la tecnologia. Alla rivoluzione in materia di sospensioni, tenuta di strada, freni e sterzo, si accompagna la “democratizzazione” di equipaggiamenti fino ad allora riservati e veicoli d’eccezione, come il servosterzo ed il servofreno. Il cuore dell’innovazione DS, è la centrale di alta pressione, resa necessaria dalla sospensione idropneumatica: essa fornisce la sua potenza al servosterzo, ai freni a disco (appena intravisti, all’epoca, sulle Jaguar della 24 ore di La Mans), al cambio automatico. La DS utilizzerà inoltre materiali d’avanguardia, come l’alluminio per il cofano e la plastica per il tetto.

La Citroen DS venne prodotta in 1.456.115 esemplari e si impose come una vettura di riferimento per numerose categorie di clienti, seducendo in particolare i grandi stradisti e un grande numero di imprenditori, dirigenti, professionisti, ma anche gli sportivi, con le partecipazioni vittoriose ai rally ed ai grandi raid internazionali: due volte al Monte Carlo (1959 e 1966), e poi la Liegi – Sofia – Liegi (1961), il Tour de Corse (1961, 1963), il rally del Marocco (1969) e molte altre gare ancora, in tutte le situazioni ambientali.

Citroen DS fu la vettura ufficiale di ministri e prefetti e, soprattutto, di Charles De Gaulle, che scampò all’attentato del Petit Clamart grazie alle sospensioni idropneumatiche che permisero alla sua DS di mantenere la tenuta di strada nonostante due ruote forate dai proiettili degli attentatori. La DS fu anche la protagonista di una comunicazione pubblicitaria d’avanguardia, per rigorosità e fantasia, e di servizi fotografici firmati da Cartier-Bresson, Klein, Doisneau, Newton, oltre ad essere la star di molti film di successo.

La DS ha avuto nel 1957 la sua consacrazione alla XI° Triennale di Milano, dove venne esposta accanto alle opere di architetti e stilisti universalmente conosciuti. La DS merita certamente, come è stato scritto, questa interpretazione semantica che la qualifica senza ambiguità, codificando la sua eleganza e la sua totale modernità, che a mezzo secolo dalla sua nascita ne fanno un monumento del design mondiale.

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Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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