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FCA e PSA: fusione in avvicinamento?

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Era lo scorso giugno quando, nello stupore generale, FCA confermava le trattative con Renault, poi terminate sul nascere a causa dell’intromissione del governo francese, almeno ufficialmente. Con due comunicati stampa usciti congiuntamente, si guarda sempre alla Francia per una fusione che sembra invece più probabile, quella tra FCA e PSA. Cosa c’è di vero e quali pedine si stanno muovendo? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

A dire il vero già Marchionne tentò un approccio con la famiglia Peugeot anni fa, e anche in quel caso non se ne fece nulla. Rispetto alla trattativa con Renault, però, sembrerebbe che sia stato il gruppo guidato da Carlos Tavares ad aprire la trattativa, il che lascia presagire che FCA difficilmente dirà di no.

La news riportata dal Wall Street Journal parla infatti di quello che diventerebbe un gruppo da 50 miliardi di dollari, con piattaforme pronte a essere condivise sia per quanto riguarda l’elettrificazione (i primi modelli elettrificati di FCA si vedranno il prossimo anno, PSA ha già pronta la piattaforma CMP, quella di e-208, utile per una futura compatta).

Quello che si verrebbe a creare, in volumi, sarebbe niente meno che il terzo gruppo automotive del mondo, con un regime che potrebbe arrivare a circa 9 milioni di veicoli all’anno, inferiori solo a Volkswagen (e i suoi marchi) e Toyota. Tavares guiderebbe il colosso formato da FCA e PSA, sarebbe quindi l’abile manager il vero capo operativo dell’operazione, mentre John Elkann manterrebbe il ruolo di presidente.

A PSA interessa il mercato nord americano, quello dove ancora si possono realizzare grandi numeri. A FCA quello cinese, dove l’alleanza tra Dongfeng e PSA potrebbe traghettare nuovi affari.

Dove sta l’ostacolo?

Sempre lì, nel governo francese, se di ostacolo si può chiamare. Al pari di Renault, il governo presieduto da Emmanuel Macron possiede il 14,1% delle quote, il che lo rende primo azionista del gruppo al pari della stessa famiglia Peugeot.

C’è comunque voglia di trattativa, una voglia emersa già prima dell’estate e che sembra ormai essenziale, come già aveva perfettamente capito Marchionne, per sopravvivere oggi nel mondo delle quattro ruote.

Cosa sappiamo? Per ora si tratta di mezze conferme, l’unica realtà è che il titolo del Lingotto è aumentato al 7,5% sulla borsa di New York appena la notizia è uscita sul Wall Street Journal.

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