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Ferrari, GP Ungheria, Binotto: “finire doppiati brucia tantissimo”

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Basterebbero le parole di Mattia Binotto a commentare una prestazione che non va giù a tanti, troppi ferraristi. Ok non riuscire a puntare al podio, ok la Mercedes spaziale, ma l’onta del doppiaggio quella no, quella è la più difficile da digerire.

Chi scrive torna indietro con la memoria all’estate 2003, con un Michael Schumacher in crisi con la sua F2003 GA proprio sulla pista ungherese. L’allora vincitore, al suo primo alloro in carriera, Fernando Alonso, lo doppiò e il tedesco finì ottavo. Venne giù il mondo, poi arrivarono le due vittorie a Monza e Indianapolis e sappiamo tutti come andò a finire.

Il lunedì post GP Ungheria, invece, è duro da digerire perchè la luce in fondo il tunnel, più semplicemente, è flebile, se non spenta. La Ferrari fatica, inutile essersi illusi dopo il primo posto di Vettel nel venerdì di prove libere. La Mercedes fa quello che vuole ma è ancor più simbolico pensare che nel box rosso neanche i piloti riescano a capacitarsi della situazione. Il problema, l’abbiamo già detto, è che con la SF1000 si correrà anche la stagione 2021.

Vettel: Questa prestazione per quel che mi riguarda è stata migliore rispetto a quella della prima gara in Austria. Tuttavia, con il senno di poi, avremmo fatto meglio a prendere qualche rischio in più e a fermarci al giro 3 anziché al 4 per passare da gomme Inter a quelle da asciutto. Ho infatti perso molto tempo ai box aspettando che passassero diverse altre macchine prima che mi facessero segno di andare. Alla fine, tuttavia, il massimo a cui potevamo ambire oggi era il quinto o il sesto posto. Nei giri conclusivi ho faticato molto con le gomme e non ho potuto lottare con Albon come invece mi sarebbe piaciuto poter fare. Purtroppo non siamo dove vorremmo essere, ma almeno oggi possiamo dire di aver veramente dato tutto quello che avevamo”.

Leclerc: È stata una gara molto complicata. Non sono sicuro di cosa sia successo, perché non abbiamo fatto modifiche alla vettura eppure oggi era estremamente difficile da guidare, con un bilanciamento che era molto peggiore di quello che avevamo individuato venerdì e sabato, quando eravamo andati meglio delle aspettative. Guidandola, non sembrava nemmeno la stessa macchina e sarà necessario analizzare bene tutti i dati per cercare di capire come mai abbia fatto tanta fatica. Ci siamo fermati per montare gomme Soft un po’ prima degli altri e il tempismo è stato buono ma quando sono tornato in pista la linea asciutta era solo una e le gomme hanno dato il meglio quando era impossibile superare. Per questo direi che le Soft si sono dimostrate una scelta non azzeccata. Da quel momento in poi siamo sempre stati piuttosto lenti. Credo che, tutti insieme, abbiamo un bel po’ di lavoro da fare”.

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