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Ferrari P4/5: il car-detailing della one-off lascia a bocca aperta [VIDEO]

Tempo di lettura: 2 minuti

Ogni Ferrari in versione unica equivale a un’opera d’arte. Lo è già una Ferrari prodotta in serie, pensate a una che è stata prodotta e della quale non esistono copie. One-off ne abbiamo viste tante ma questa è quella di James Glickenhaus e risponde al nome di Ferrari P4/5.

Per chi non lo conoscesse, Glickenhaus è un miliardario statutinense nonchè ex attore, regista e ora produttore nonché fondatore della Scuderia Cameron Glickenhaus che da quest’anno corre per la prima volta nel WEC con la Glickenhaus 007, hypercar mossa da un V8 rigorosamente endotermico da 680 CV. Con questo prototipo, la scuderia americana è arrivata a podio alla 6 ore di Monza corsa in estate e si è classificata 4° e 5° all’ultima edizione della 24 Ore di Le Mans.

La sua Ferrari P4/5 è stata disegnata niente meno che da Pininfarina: obiettivo era replicare il design senza tempo della 330 P/4, per quanto fosse possibile replicare il mito, come chiedere a uno scultore di rifare da zero la Pietà di Michelangelo. La base fu una Enzo con il suo V12 e nel 2006 nacque questa one-off che ancora oggi fa strabuzzare gli occhi. Da quel battesimo sono già passati più di 15 anni ed ecco perchè la Ferrari P4/5 è stata portata…a rifarsi il look.

Niente restyling, come si suol dire nell’ambiente, bensì un approfondito lavaggio messo in atto dai ragazzi di AMMO NYC, specializzati nel rendere praticamente perfetta la carrozzeria e gli interni di una vettura che ha ormai qualche anno sulle spalle. Lucidatura di ogni parte con strumenti appositi, per far risplendere la fibra di carbonio così come le appendici aerodinamiche della carrozzeria.

Sotto il cofano, invece, nulla è cambiato: c’è sempre quel V12 da 660 CV che monta anche la Enzo e che fa gridare alla nostalgia. Una curiosità è legata alla nascita della Scuderia Glickehnaus. James voleva debuttare in gara con una P4/5 preparata ma scelse una 430 Scuderia senza poter usare il nome Ferrari, non autorizzato. Per questo motivo si convinse a creare il suo team che, diversi anni dopo, è arrivato a giocarsela a Le Mans.

Una storia, bella, di un vero appassionato, sì facoltoso, ma comunque mosso dal suo amore per l’automobile come base di ogni azione, al pari del possessore di una sportiva che la domenica ama lavarla minuziosamente, giusto per fare un paragone…

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