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La Ferrari a Suzuka non è una la Ferrari in forma mondiale

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Si potrebbero scrivere fiumi e fiumi di inchiostro, anche se non è il caso di questo giornale online, sul perché la Ferrari si sia letteralmente involuta a partire da fine agosto, quando “volava” sui rettilinei delle Ardenne e il mondiale sembrava a tanto così. Da lì in poi quattro vittorie consecutive, compresa quella magistrale di ieri a Suzuka, da parte di un Hamilton che ha in pratica ammazzato il campionato avvicinandosi al quinto mondiale che è lì ad aspettarlo, forse già ad Austin.

Sì, ma cosa è successo alla Ferrari in queste gare? La squadra di Maranello sembra confusa e lo confermano due fatti, togliendo lo stato di forma strepitoso con il quale è tornata a marciare la Mercedes W09, fino a fine agosto leggermente inferiore alla rossa. Primo, la non conferma annunciata a Raikkonen a tre giorni dal Gran Premio d’Italia, con la conseguenza di aver creato tutte le condizioni perché avvenisse una partenza che poi è effettivamente avvenuta con il finlandese non più nelle condizioni contrattuali di dover aiutare il suo capo squadra.

Secondo, l’errore imperdonabile, per stessa ammissione di Maurizio Arrivabene, compiuto dalla squadra in qualifica quando, e come dargli torto, il maurizione nazionale ha tempestato contro uno dei suoi strateghi colpevole di non aver alzato la testa per guardare se stesse effettivamente piovendo e di essersi basato solo ed esclusivamente su quello che gli diceva il computer. Risultato? Entrambi i piloti spediti in pista con le intermedie, su pista asciutta, e qualifica buttata. Non sarebbe stata comunque una pole quindi c’è poco da recriminare ma questi errori non si devono fare semplicemente perché il tuo avversario mai li fa.

Veniamo alla gara: Vettel scatta ottavo recupera bene poi, trovandosi di fronte l’osso duro Verstappen, tenta il sorpasso della vita all’ingresso della Spoon. Contatto, testacoda e ripartenza dal fondo. Con l’olandese non si scherza, lui ha sempre guidato così fin dalla F3, e stavolta è andata male a Vettel (come già successe in Cina se ricordate; lì, però, si girarono entrambi). Ripartenza dal fondo, niente safety car, e brodino con il sesto posto che permette ad Hamilton di iniziare il countdown verso la quinta corona iridata…

Siccome il nuovo logo Mission Winnow imposto dall’impero del tabacco Phillip Morris si può tradurre come  missione scegliere (e non vincere adesso come molti credono, anche se tra le righe il significato può apparire quello). Bene, se bisogna fare una scelta quella non può che essere cambiare mentalità e tornare a quella squadra che ha sorpreso tutti a inizio campionato. Solo allora spariranno gli errori banali e arriveranno le vittorie che tutti si aspettano.

Le dichiarazioni dei piloti Ferrari dopo Suzuka

Suzuka

Kimi Raikkonen: “Dopo il contatto con Max ho visto alcune parti dalla mia auto volare via, e la macchina ha riportato danni ingenti sul lato sinistro. Ovviamente questo ha influito negativamente sul resto della mia gara. E’ un vero peccato, perché da quel momento è stato tutto piuttosto difficile. Avevo perso molto carico aerodinamico e non c’era molto che potessi fare. E’ impossibile sapere quale sarebbe stata la nostra prestazione oggi senza l’incidente alla chicane; durante il fine settimana avevamo migliorato la macchina, la si guidava sempre meglio, ma sfortunatamente questo è quello che abbiamo ottenuto oggi. Nel complesso è stato un fine settimana difficile e deludente; questo risultato non è il massimo. Ora è necessaria un’analisi approfondita, sperando di arrivare alla prossima gara in una condizione più normale che ci metta in grado di combattere.”

Sebastian Vettel: “Oggi è stato confortante girare per il garage e vedere i ragazzi al lavoro! Tutta la squadra è motivata e questo certamente aiuta, dal momento che le ultime due settimane non sono state così semplici. Lo spirito è sempre lo stesso nonostante tutto. Gare di questo tipo sono un po’ un regalo agli avversari e sappiamo che il campionato sarà difficile, vista la classifica, ma non abbiamo molto da perdere. Abbiamo dato tutto finora e credo che ci sia ancora qualcosa da imparare e capire dalla macchina. Così continuiamo a lottare e a resistere, e vedremo quello che porteranno le altre gare. Per quanto riguarda lo scontro con Max, ovviamente spingevo per passare, sapevo che lui aveva ricevuto una penalità, ma ero anche consapevole di essere veloce. Riuscivo a vedere che la sua batteria si stava scaricando, mentre io avevo risparmiato energia dalla mia. Ho visto che c’era un varco e ho attaccato all’interno; lui ovviamente ha cercato di difendersi e a quel punto non potevo andare da nessuna parte, così ci siamo urtati. Comunque, questo fa parte delle corse.

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