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FIAT-Abarth 1500 Biposto Prototipo. Il fascino dell’aerodinamica

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Il 30 marzo del 1949 l’appassionato pilota Karl Abarth nato a Vienna il 15 novembre 1908 sotto il segno dello scorpione, inaugura a Torino insieme ad Armando Scagliarini la “Abarth & C.”, con l’obiettivo di costruire accessori per elaborare e in seguito costruire automobili da corsa partendo da motori di piccola-media cilindrata di grande serie

Dopo diverse esperienze nel campo motociclistico e le prime vetture elaborate con la Cisitalia di Piero Dusio (ottenendone a seguito della liquidazione materiali e vetture), decide di lanciarsi in maniera dirompente quanto il suo carattere nel mondo dei grandi costruttori, con l’intento di dimostrare le sue capacità di sportivo, imprenditore e abile costruttore

franco scaglione

L’idea è quella di affidare questo compito ad una vettura fuoriserie di grande impatto da presentare al Salone dell’Automobile di Torino del 1952, al tempo palcoscenico d’elezione che lo aveva già visto protagonista nell’edizione 1951 con la fascinosa Abarth 205A “Gran Lusso” disegnata in Vignale da Giovanni Michelotti: vettura di grande bellezza (vincerà diversi concorsi d’eleganza) ma sostanzialmente inscrivibile nel filone delle sportive italiane del tempo.

Per la nuova nata opta per un motore di maggiore cilindrata rispetto al 1.188 cc della 205A, partendo dalla meccanica del modello FIAT 1400, ovvero la berlina media della FIAT che con le novità della scocca portante e la linea americaneggiante aveva entusiasmato il pubblico nazionale. Non potendone utilizzare anche il telaio a scocca portante, causa le molte complessità che avrebbe comportato la modifica, fece realizzare un telaio scatolato in lamiera sul quale installò all’anteriore il motore quattro cilindri in linea portando dagli iniziali 1.395 cc e 44 CV ai 1.480 cc e 75 CV a 5.700 giri/min, con kit di aspirazione composto da un collettore speciale, nuovo impianto di scarico Abarth a due canne e tre carburatori Weber 32DR6SP. Il tutto accordato con una scrupolosa messa a punto.

L’estro e la tecnica di Franco Scaglione per la carrozzeria

Fatti meccanica e telaio, rimaneva la carrozzeria che Abarth decise di affidare per il disegno al  giovanissimo quanto inventivo designer Franco Scaglione, nato a Firenze il 26 settembre 1916 e che da pochi anni girava per Torino con alcuni bozzetti mostrando le sue convinzioni innovative sullo stile e la tecnica a diversi carrozzieri; difatti avviò alcune brevi collaborazioni con le carrozzerie Pinin Farina e Balbo. Carlo Abarth fu affascinato da uno di quei disegni così diverso da quanto aveva visto fino a quel momento, coinvolgendo Nuccio Bertone (già al tempo il più ardito fra i carrozzieri italiani) che si offrì di tradurlo in realtà.

Scaglione è da sempre attento studioso dell’aerodinamica applicata all’automobile, e ne subisce l’immenso fascino supportandolo con attente osservazioni che daranno luogo ad un vero e proprio decalogo capace di fondere magistralmente stile e tecnica, e che nella FIAT-Abarth 1500 Biposto Prototipo trovò una prima e totale applicazione. Tra questi il frontale a “bordo di attacco”, ovvero il più basso possibile, proteso verso la strada, “picchiante”, che ripropone il profilo alare con il fine di accelerare e pulire il passaggio dei flussi; ottenuto anche attraverso l’adozione di una presa d’aria alettata e sdoppiata da un grande fanale centrale circolare, così da ottimizzare al contempo l’ingresso dell’aria limitando i disturbi aerodinamici (verrà applicato anche sulla Ferrari-Abarth 166 MM del 1953).

fiat-abarth 1500 biposto

Altro elemento è il padiglione detto a “goccia teorica”: dal punto di vista aerodinamico la forma a goccia allungata risulta perfetta, ed è frutto di un attento rapporto dimensionale tra larghezza e altezza. Ma per quanto efficace teoricamente risulta difficile da adottare praticamente in quanto l’auto risultante dovrebbe essere lunga sette metri e mezzo. Scaglione unisce la forma del padiglione a goccia all’adozione di fiancate rastremate che terminano con particolari code che organizzano il flusso d’aria dietro la vettura formando proprio una goccia teorica, in sintesi fatta di aria, permettendo un’auto di dimensioni normali contraddistinta da un’alta efficienza aerodinamica.

Tale disegno caratterizza l’intero corpo vettura, specialmente nella zona posteriore, contraddistinta ancora dai fanalini integrati e dalla cresta centrale necessaria alla composizione del lunotto che, per forma ed estensione può essere prodotto all’epoca solo in due sezioni (stessa cosa per il parabrezza). Altro elemento è il disegno delle fiancata con passaruota a “sguscio”: l’alta pressione che si genera all’interno dei passaruota tende ad uscire perpendicolarmente ad essi generando una gobba d’aria che interferisce con il flusso che invece scivola in fiancata, rallentando il veicolo. Gli sgusci consentono di ridurre la pressione, permettendo un facile deflusso dell’aria quasi parallelamente al fianco dell’auto.

ferrari abarth 166 mm
Ferrari-Abarth 166 MM nel 1953 riproporrà l_organizzazione del frontale della 1500 Biposto

Una costosa ma fulminante pubblicità

Per quanto i costi di realizzazione della carrozzeria si rivelarono esorbitanti, tanto che lo stesso Bertone li tenne nascosti ad Abarth fino alla presentazione, l’eco ripagò degli sforzi tanto che Bertone ne coprì una parte. Il clamore fu tale che la Packard chiese di poter acquistare la vettura così da poterla tenere come fonte di ispirazione per i propri stilisti. Per Carlo Abarth non fu facile separarsene, ma l’operazione aveva funzionato e adesso tutti sapevano quanto fosse in grado pungere lo scorpione torinese.

Autore: Federico Signorelli

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