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Fiat Stilo Schumacher: la torinese dedicata al campione tedesco

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Ci sono auto nate per stupire e altre che, vuoi per diversi motivi, stupiscono fino a un certo punto. Stiamo parlando della Fiat Stilo Schumacher, nata nel 2004 per celebrare i sette titoli mondiali del campionissimo tedesco. Un nome importante per un’auto che, a dirla tutta, rappresentò un modello di alterne fortune nel periodo che seguì la morte dell’Avv. Gianni Agnelli e che si caricò sulle spalle la transizione verso l’era Marchionne.

Un’edizione limitata nata per celebrare il rapporto tra Fiat, che compariva con il vecchio logo sulle carrozzerie delle rosse di Schumi e Barrichello, e la Ferrari stessa, un legame nato molti anni prima e mai più interrotto. Per la Stilo Schumacher Fiat pensò di produrne 3.500 unità ed esclusivamente con carrozzeria a 3 porte.

Il kit Zender, comprendente diversi paraurti, la presenza di aggressive minigonne e cerchi in lega da 17” dal disegno specifico, non sarebbe stato lo stesso senza la scelta del colore “Rosso Corsa”, liberamente ispirato alla stessa tinta utilizzata dalla Ferrari. Immancabile il logo del Kaiser, altrimenti non sarebbe stata la stessa cosa.

Un motore all’altezza?

La Stilo Schumacher arrivò sul mercato, verso fine 2004, con due potenti motorizzazioni: il 2.4 20v da 170 CV e il 1.9 Multijet 16v da 140 CV. La dotazione di serie comprendeva il sistema ESP, il clima bi-zona, l’impianto Hi-Fi con ancora il lettore CD, in un’epoca durante la quale se ne vendevano ancora, i comandi radio sul volante e il tetto panoramico.

Altri tocchi di stile, che Schumi avrà sicuramente approvato, si trovano all’interno, con la presenza della pedaliera e del battitacco di impostazione molto racing.

Un’edizione limitata che arrivò praticamente nel mezzo della vita di questa compatta che, è utile ribadirlo, non rappresentò oggettivamente il punto più alto nella lunga storia del brand torinese, lasciando poi spazio alla sua erede, la Bravo del 2007. L’idea, comunque, fu vincente, meno i risultati di vendita, ma questo è un altro discorso. Oggi, d’altronde, chi non comprerebbe una Tipo Vettel o, per andare oltremanica, una Classe A Hamilton Edition?

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