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Formula 1 2015: gli strani casi di Renault e Honda

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La Renault si presentava ai nastri di partenza del Mondiale, forte di essere l’unica casa fornitrice di Power Unit diversa dalla Mercedes ad aver trionfato nella passata stagione, sulle piste di Canada, Ungheria e Belgio.

La partnership con RedBull, seppur turbolenta nel 2014 per via di alcune accuse reciproche, doveva proseguire nel segno della continuità, con la promessa da parte dei francesi di provare a ridurre il gap col motore Mercedes. La realtà dopo il GP di Monza è che i rapporti invece si sono incrinati in maniera irreparabile e che è nota da tempo l’intenzione bilaterale di separarsi al termine della stagione. I risultati in questo 2015 hanno davvero latitato, e se consideriamo che il miglior piazzamento di un motorizzato Renault è stato il doppio podio in Ungheria di Kvyat e Ricciardo, su una pista notoriamente poco esigente in termini di motore, la delusione è palpabile.

Inoltre, il problema di affidabilità non è scomparso, anzi si è forse acuito tanto che, sia le RedBull sia le ToroRosso sono state tra le vetture più penalizzate visto che ormai sono già al settimo motore termico. I francesi sono gli unici a non aver utilizzato gettoni durante l’anno per fare degli update al proprio propulsore. Vi sono a disposizione ancora 12 gettoni e i problemi continui di affidabilità, faranno slittare il debutto del nuovo motore probabilmente ad Austin, anche se qualcuno ipotizza che i tempi saranno dilungati il più possibile perché Renault di fatto non avrebbe nessun interesse a mostrare a RedBull il potenziale effettivo del proprio lavoro.

A tutto questo c’è da aggiungere che la Renault sta tentando di acquisire la Lotus per tornare ad avere un team ufficiale e poter così sviluppare in proprio anche il telaio. Questa situazione ha portato la RedBull a guardarsi intorno per cercare chi le possa fornire la propria Power Unit e ovviamente almeno all’inizio l’approccio è stato con la Mercedes. Le voci del paddock, davano praticamente per fatto l’accordo per la fornitura dei motori, ma a Stoccarda non tutti sono favorevoli a fornire il motore a dei potenziali rivali per il titolo. È per questo motivo che pare che sarà la Ferrari a fornire i motori alla RedBull, dato che per bocca di Maurizio Arrivabene a Maranello non avrebbero nessun problema e che anzi sarebbero ingolositi dagli introiti che la fornitura potrebbe portare in dote.

Certo il rischio di una figuraccia nel caso che a Milton Keynes dovessero fare un lavoro migliore è possibile, ma è un rischio che in Ferrari pare siano disposti a correre.

Diverso il caso di Honda che pare già aver finito l’idillio d’amore con McLaren. Il circuito di Monza è stato impietoso, se si considera che a Monza la top speed in qualifica è stata di Perez su Force India (Mercedes) con 354,6 km/h, Alonso ha fatto registrare solo 338,1 km/h, ben 16,5 km/h di differenza che in Formula Uno sono un abisso.

Alonso durante il week-end ha persino dichiarato che da dati GPS di McLaren nelle sei curve perdevano circa 6 decimi dai primi, dichiarando implicitamente che il resto del tempo perso, (visto che a Monza si gira per lo più in piena accelerazione) era dovuto alla scarsa potenza del motore giapponese. Arai che è a capo del progetto Power Unit, conferma il grosso gap soprattutto per quanto riguarda l’MGU-H. Alcune voci dicono che la Honda potrebbe voler provare il proprio motore su una Superformula (monoposto giapponesi) per dimostrare che il problema è invece dovuto ai troppi ingombri che i telaisti McLaren hanno imposto a Honda in fase di sviluppo.

Insomma una situazione non delle più semplici che rischia di peggiorare una situazione già complessa. Honda intanto sembra che abbia offerto una fornitura gratuita del proprio motore alla Force India per il 2016.

 

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