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Formula 1 senza frontiere giunge per la prima volta in Azerbaijan a Baku

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Sul circuito ricavato a Baku sulle rive del Mar Caspio si correrà domenica, per la prima volta dal 2012, il Gran Premio d’Europa. Tralasciando il fatto che la corsa verrà disputata in un paese che dell’Europa non fa parte in nessun modo, un circuito cittadino mantiene un fascino innegabile e forte, incastonato in uno scenario di modernità e tradizione di cui la stessa città è esempio evidente e bellissimo. Si respira un’aria di novità, di curiosità, di attesa. Le domande sulla nuova pista abbondano, così come l’incertezza sulla gara, difficile da interpretare anche dal punto di vista tecnico in uno scenario nuovo per tutti in cui si corre per la prima volta.

Le incongite sono molte, a cominciare dalle gomme. C’è preoccupazione per la tenuta degli pneumatici in rettilineo viste le enormi forze in gioco e le velocità spaventose che raggiungeranno le vetture; la stessa Pirelli ha infatti dichiarato di monitorare con attenzione la situazione, osservata speciale è la mescola supersoft. C’è poi l’incognita del grip su un asfalto nuovo come questo;  nessuno sa cosa aspettarsi in termini di degrado e rendimento. Quantomai importanti saranno perciò le prove libere per provare i punti di staccata e la percorrenza delle curve, oltre naturalmente a capire il comportamento delle gomme. Fondamentale sarà azzeccare la strategia migliore ed essere pronti a cambiarla all’improvviso visto l’intervento più che mai scontato della Safety Car.

Il motore sarà un altro elemento particolarmente sollecitato, ed in particolare nel lungo rettilineo finale di 2200 metri, con valori di stress paragonabili a una pista come Monza; l’assetto scarico delle vetture permetterà inoltre di superare agevolmente i 350 km/h e dunque i sorpassi saranno sicuramente numerosi e frequenti.

Le insidie del circuito sono tante: emblematico è il trittico di curve 8, 9 e 10, passaggio stretto all’interno della città vecchia caratterizzato da un saliscendi ripido e difficile, punto critico da osservare per tutta la gara e possibile punto di incidenti specialmente durante le gare di GP2 in cui i piloti sono giovani e arrembanti. Le vie di fuga sono scarse, del tutto assenti in moltre curve, come da tradizione dei tracciati cittadini. Anche la stessa pit lane è sotto accusa: l’ingesso ai box è caratterizzato da una fastidiosa chicane posta subito prima del limite di velocità da affrontare arrivando in pieno dal lunghissimo rettilineo.

La velocità media della pista è veramente impressionante, ed in questi due giorni camminando a piedi per il circuito è stato possibile apprezzare la scorrevolezza della linea e la lunghezza degli alllunghi che rendono il tracciato sicuramente molto spettacolare.

Qui la Ferrari dovrà dimostrare di ritrovare e aver consolidato il salto di qualità nelle prestazioni dimostrato a Montreal, il morale della squadra è alto e così quello di Sebastian Vettel. Con le basse temperature del Canada le gomme ne hanno beneficiato ed è stato più facile farle lavorare all’interno dei range termici ottimali. Qui avremo teperature elevate (come a Barcellona dove la Ferrari visse una vera crisi di gomme), caldo e forte vento; è la prova del nove per la Scuderia, chiamata a dimostrare che la buona prestazione di Montreal non è stata solo un caso isolato.

Da domani basta chiacchiere, la parola passa alla pista. E ci sarà da divertirsi.

La gara da Baku domenica alle ore 15 italiane.

L’appuntamento continua in pista per tutto il weekend. Stay tuned.   

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