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Gli incentivi già finiti prospettano la crisi del settore auto, pilastro dell’economia

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Dopo il boost, il termine prestato dalla tecnica sembra fatto su misura, delle immatricolazioni di settembre/ottobre 2020, il mercato è nuovamente fermo. A lanciare l’allarme un comunicato congiunto di Anfia, Federauto e UNRAE che rilanciano l’attenzione sul fine incentivi, che vanno via via esaurendosi, e che prospettano un grave crollo degli ordini.

La crisi che si paventa all’orizzonte non riguarda solo, e doverosamente, piste da sci o ristoranti e negozi. Tutti sono coinvolti dalla grande crisi che il Covid-19 e la pandemia hanno generato, ma, almeno per il settore auto, si è respirato ossigeno a pieni polmoni dopo che ad agosto sono diventati effettivi gli incentivi del Decreto Rilancio. Oggi, con le ormai note zone gialle, arancioni o rosse, gli italiani hanno più paura di uscire di casa e l’effetto sulle vendite si è già palesato, con ordini calati, in attesa del dato definitivo disponibile tra pochi giorni, tra il 50 ed il 70%.

Le misure adottate in estate, infatti, hanno sostenuto il mercato, favorendo una ripresa dei consumi, ma non solo!  Come dimosra uno studio di Invitalia, il numero delle rottamazioni a partire dall’entrata in vigore di tali misure è cresciuto in maniera esponenziale, confermandone l’efficacia anche sotto il profilo ambientale. È stato quindi possibile sostenere la ripresa economica del settore auto intervenendo contestualmente con forza sul ricambio del parco circolante a beneficio dell’ambiente. Questi incentivi, seppur per un brevissimo arco temporale, hanno dimostrato fin da subito la loro efficacia ed è per questo che devono essere riattivati fino a che l’emergenza sanitaria è in atto.

Le condizioni del settore auto sono critiche e senza un forte sostegno per il 2021 è a rischio il 10% del PIL e una parte ingente degli 80 miliardi di gettito fiscale che l’automotive garantisce ogni anno all’Erario dei quali lo Stato ha disperato bisogno, senza contare, soprattutto, le migliaia di posti di lavoro che si perderanno e che si dovranno sostenere con ulteriore cassa integrazione. Le associazioni di categoria sopra citate si uniscono quindi nel chiedere a gran voce che nel testo della prossima Legge di Bilancio vengano inseriti fondi adeguati per il rifinanziamento degli incentivi, altrimenti si configurerebbe una gravissima perdita sia in termini di strategia economica e di visione ambientale per il nostro Paese.

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