Il commissario europeo per il clima, Wopke Hoekstra, ha annunciato che il futuro dell’automotive europeo sarà “molto luminoso”. Vedendo la situazione attuale difficile crederci, ma perché non fidarsi? Dopotutto, se c’è qualcuno che conosce la strada per il paradiso green, è proprio Bruxelles, che ha già tracciato una via lastricata di divieti, multe e ottimismo compulsivo.
Il 2035 sembra lontano, ma è dietro l’angolo, come quella spia della batteria che lampeggia quando la colonnina è ancora a 20 chilometri. Eppure, Hoekstra è sicuro: i costruttori europei centreranno gli obiettivi del Green Deal, nonostante i cinesi vendano elettriche a metà prezzo e nonostante una domanda europea che, più che debole, sembra in coma farmacologico. Ma niente paura: la Commissione “aiuterà i costruttori”. Come? Non si sa. Forse con un biglietto d’incoraggiamento e una pacca sulla spalla. Le multe sono già pronte per il 2026, ma anche qui il commissario si dice sereno: se non si riesce da soli, c’è sempre il pooling con Tesla o BYD, che somiglia tanto a quel compagno di classe bravo in matematica che ti passa i compiti sotto banco.
Ma attenzione: Hoekstra ammette che Bruxelles, nel frattempo, è stata “troppo unidimensionale”. Peccato che l’unica dimensione che ci resta sia quella del sogno. E mentre il futuro elettrico appare inesorabile, i consumatori continuano a chiedersi se riusciranno a permettersi un’auto, i costruttori si domandano come evitar le sanzioni, e
Hoekstra sorride in TV, ricordandoci che sì, il futuro sarà luminoso. Speriamo solo che non sia per il bagliore di un incendio.