in

Il PPE si ribella: basta dogmi sull’auto elettrica

Tempo di lettura: < 1 minuto

Finalmente un sussulto di realismo. Il Partito Popolare Europeo, la colonna vertebrale del Parlamento europeo, ha deciso di rompere il silenzio e ribellarsi alla linea dogmatica della Commissione Von Der Leyen. Sì, proprio Ursula, espressione del PPE stesso, che ora si ritrova contestata dalla sua stessa famiglia politica. Motivo del dissenso? Il bando delle auto a benzina e Diesel dal 2035, un diktat ideologico che rischia di trasformare l’industria automobilistica europea in un deserto di cattedrali abbandonate.

Il PPE ha messo i numeri sul tavolo: 13 milioni di posti di lavoro, 255 fabbriche, il 7% del PIL europeo. Un colosso industriale che non può essere sacrificato sull’altare di una transizione ecologica mal progettata e dominata da interessi esterni, soprattutto cinesi. Non si tratta di negare l’innovazione, ma di evitare il suicidio industriale. La “neutralità tecnologica” proposta dal PPE significa lasciare spazio a tutte le soluzioni possibili: elettrico, sì, ma anche biocarburanti, idrogeno e motori termici di nuova generazione. Questa frattura interna al PPE mette von der Leyen in una posizione scomoda. 

Se insiste con il bando, rischia di alienarsi il partito che l’ha sostenuta finora. Se cede, dovrà ammettere che la sua strategia era sbagliata. In ogni caso, il messaggio è chiaro: l’Europa non può farsi dettare la transizione energetica da Bruxelles con la cecità di chi non vede oltre il prossimo slogan ambientalista.

Collaudatore

Federico Ferrero

Direttore Autoappassionati.it

Autore
Nuova Audi A6 Avant 2025

Svelata la Nuova Audi A6 Avant 2025: come cambia la nuova generazione. Info e prezzi

Controlli ZTL

Modificavano le targhe per ingannare le telecamere della ZTL: la pena è esemplare