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Ploué, Capo Design Stellantis: “Vi spiego lo stile italiano. Lancia, ritornano le HF”

Tempo di lettura: 6 minuti

Durante la kermesse del Salone di Parigi 2022, abbiamo potuto scambiare due chiacchiere con il Chief Design Officer del Gruppo Stellantis e Capo del Design Lancia, Jean-Pierre Ploué. Il francese, per comprendere meglio il suo nuovo ruolo da Direttore del Design dell’intero Gruppo Stellantis e di Lancia.

Per conoscere meglio il nuovo ambiente e entrare in sintonia con i Centri Stile di FIAT, Alfa Romeo e soprattutto Lancia, di cui è Capo del Design dal giugno 2021, oggi Ploué vive a Torino con la famiglia. Amo Torino, per me è anche un ritorno alle origini. Quando ero giovane, collaboravo con i più famosi carrozzieri italiani come Pininfarina, Bertone e Giugiaro, e oggi sono tornato. Era buia e triste, ora è luminosa, felice, ci troviamo benissimo insieme alla mia famiglia.“. Oltre alla sua dichiarazione d’amore per la nostra città sabauda, Ploué ci ha raccontato le sfide che sta incontrando come direttore di brand così diversi l’uno dall’altro, senza dimenticare Lancia, la sua più grande sfida. Scopriamo allora le parole del Capo del Design Stellantis e Lancia Jean-Pierre Ploué durante il Salone di Parigi 2022.

Cosa vuol dire passare da gestire un Gruppo come PSA a uno come Stellantis?

“Penso che la differenza principale sia a livello di dimensioni, più che di pressione o carico di lavoro. Poiché mi sono circondato delle persone giuste e ho costruito degli ottimi team intorno a me, posso dire che gestisco il design del Gruppo in maniera sicura, controllata. Non mi sento sopraffatto da questo nuovo incarico. Ad esempio, il mio team in Francia lavora praticamente in autonomia, senza che gli debba dire niente.”

“Il mio obiettivo principale è quello di dare ai nostri marchi italiani uno stile che sprigioni italianità”

In Italia, invece, il mio lavoro è differente, visto che sto replicando ciò che ho fatto in Francia con Citroen, DS e Peugeot, ovvero riuscire a dare una personalità unica ad ogni brand. Sostanzialmente, si tratta dello stesso lavoro, ma molto più in grande. L’obiettivo principale e più difficile di questa nuova avventura è quello di dare ai nostri marchi italiani uno stile che sia il più italiano possibile.

“Io e il team che ho costruito con le persone giuste stiamo cercando di preparare al meglio il futuro del Gruppo Stellantis. Da designer francese, poi, sto mettendo tutto il mio impegno e la mia esperienza per riuscire a catturare l’italianità. Mi assicuro che Lancia sia molto Lancia, che Alfa Romeo sia Alfa e che FIAT sia FIAT. Sono tre Case molto diverse, ma tutte e tre sprigionano italianità.”

Cosa significa per lei “italianità” dal punto di vista del design?

L’italianità, per me, è formata da uno stile personale, fatto da cose semplici. Il design francese è più sofisticato, più complesso tecnicamente. Possiamo paragonarlo alla cucina, o al mondo della moda. La cucina italiana è fatta da ingredienti semplici, con materie prime di altissima qualità, come l’olio d’oliva, il pomodoro, la mozzarella. Questi ingredienti sono usati con semplicità nelle ricette, per esaltarne i sapori senza snaturarli. Un designer FIAT ha usato proprio questa similitudine per farmi capire l’essenza del design FIAT.”

“La cucina francese, invece, è più complessa, più tecnica, fatta di salse, di condimenti, ingredienti trasformati, un po’ come la cucina piemontese. Anche nella moda, lo stile italiano è semplice, rilassato, ma pensato. Dietro la semplicità di facciata dello stile italiano c’è una ricerca di materiali e forme e una filosofia molto profonda. Lo stile italiano, nella cucina come nella moda, è elegante, raffinato, ma semplice e rilassato. Quello francese, invece, è molto più complesso.

“L’italianità nel design è come il cibo italiano: ingredienti semplici, materie prime di qualità e usate con semplicità e pulizia per esaltare i sapori. L’italianità è eleganza e raffinatezza, ma senza complessità o tecnicismi.”

Tutte queste cose che abbiamo detto si riscontrano anche nel design industriale. I prodotti italiani sembrano a volte anche un po’ naif, ma funzionano nella loro semplicità. Prendete ad esempio il design d’interni. Semplice, leggero, ma con qualità e un’unicità caratteristica. L’obiettivo del mio team è quello di evolvere ognuno dei nostri brand italiani in maniera differente, ma catturando quell’italianità che stiamo poco a poco scoprendo. Metterò tutte le mie capacità e la mia esperienza per essere certo che ogni Brand possa esprimere sé stesso e il suo DNA, senza sembrare una mera copia degli altri.

Può farci qualche anticipazione sul prossimo linguaggio stilistico di Lancia?

Assolutamente no, nessuno spoiler. Vedrete tutto nei Lancia Design Days del prossimo novembre. In quelle giornate (attese per fine novembre, ndr.), non proporremo nessun modello, ma vi presenteremo la nostra filosofia. Idee, colori, proposte di design… vedrete tra poche settimane a cosa stiamo lavorando, siate pazienti. Se però siete perspicaci, già dalla locandina si possono vedere due o tre teaser delle Lancia che verranno…

Il nostro obiettivo sarà quello di conservare il DNA Lancia e, in generale, quello delle mitiche carrozzerie torinesi che fino a pochi decenni fa dettavano legge nel mondo dell’auto. A mio parere, il punto più alto del design automobilistico è stato raggiunto proprio dalle carrozzerie italiane come Giugiaro, Pininfarina o Bertone. A un certo punto, però, qualcosa è cambiato, si è persa questa tradizione. Si è persa l’italianità nel design, forse perché queste carrozzerie non erano più coinvolte come prima, e si è persa la “scuola italiana” nel car design.

“Vogliamo far rinascere la scuola italiana nel design automobilistico. Stiamo collaborando con istituti di design e università di Torino, per sviluppare una nuova generazione di talenti dotati dello spirito italiano.”

“Noi stiamo lavorando anche per far rinascere questa tradizione. Stiamo collaborando infatti con alcune scuole di design e università a Torino. Supportiamo queste realtà, e cerchiamo di aiutarli a sviluppare una nuova generazione di talenti che possano avere lo spirito italiano nel loro design. Stiamo infatti cercando di mettere uno stile italiano unico in ogni Brand. Lancia ha il suo stile, che prende ispirazione dall’incredibile tradizione di vetture Lancia degli ultimi 116 anni. Alfa Romeo è un’altra storia, così come FIAT, che ne ha tutta un’altra. Vedrete a novembre il nostro nuovo corso, e poi nei mesi successivi lanceremo alcune novità e teaser per farvi capire meglio il nuovo design Lancia.

C’è tanta pressione attorno a Lancia. Sente tante aspettative e pressioni su di lei?

Si, sento la pressione e le aspettative degli appassionati. Come mi aspettavo, le pressioni principali arrivano da voi italiani, ma anche da Germania, Regno Unito, Francia… Questa è stata una vera sorpresa per me. Alfa Romeo è iconica, conosciuta in tutto il mondo, ma non mi aspettavo di vedere così tanta attesa e curiosità intorno alla rinascita di Lancia anche da tedeschi, inglesi, francesi oltre che da voi italiani. Forse è perchè Alfa Romeo ha già Stelvio e Giulia, e oggi ha il nuovo Tonale.

“Il team attorno al Design Lancia è davvero piccolo, quasi come fosse una start-up. Siamo poche persone, che lavorano insieme con passione.”

Lancia, invece, è dormiente da 15/20 anni di assenza di novità dal punto di vista del design. Mi ha stupito vedere come questa Casa sia ancora viva per voi italiani. Come vi ho detto, scoprirete il nuovo linguaggio stilistico da novembre, ma posso dirvi solo che sarà qualcosa di caratteristico e definito. All’interno, ad esempio, sarà ispirato all’arredamento italiano (una cosa già vista, negli anni scorsi, con la storica collaborazione con Poltrona Frau, ndr.). I sedili, il quadro strumenti, e altri dettagli saranno immediatamente riconoscibili come Lancia, tipicamente italiani. Il team attorno al design Lancia oggi è piccolo, quasi come fosse una start-up. Siamo poche persone, che lavorano insieme con grande passione.”

Vedremo ritornare nomi iconici per il brand Lancia come HF, Elefantino o di modelli mitici come Ypsilon, Delta o Aurelia?

Assolutamente si. Li riprenderemo sicuramente, soprattutto gli iconici simboli HF e Elefantino. Le HF saranno le sportive della Casa, ma non posso ancora svelarvi altro. Per rilanciare un marchio ci va del tempo, ma stiamo procedendo con grande velocità. Devo essere onesto: sono sorpreso di quanto siamo avanti con il ritorno di Lancia, considerando che siamo un team di poche persone e che abbiamo cominciato da poco più di un’anno. Secondo me, questo è riconducibile al fatto che avevamo già una visione del design di Lancia. Il nostro obiettivo è infatti quello di essere riconoscibili, personali, simili a nessun altro, ma senza perdere l’italianità e la leggendaria storia Lancia. Oggi è proprio la personalità ad essere più difficile da trovare.”

“Le auto cinesi sembrano delle Volkswagen, e le Volkswagen sono uguali alle altre auto europee. Il mondo dell’auto è molto affollato, e spiccare è molto difficile. Noi però vogliamo riuscirci, e puntiamo su qualcosa di personale, di unico. Lancia sarà tecnologica, hi-tech, perchè i giovani si aspettano la tecnologia, ma rispetterà la sua gloriosa storia e la sua secolare tradizione. Guardiamo al futuro, rispettiamo il passato e lo riportiamo ai giorni nostri. Ed è forse questa la più grande sfida che dobbiamo affrontare. Il design Lancia si è fermato a 15, anzi 20 anni fa, e non si è più evoluto. L’ultima vettura con uno stile personale è la Delta del 2008, ma l’ultima vera Lancia è la Thesis del 2001.”

“Ritorneranno i nomi storici come Ypsilon, così come le amatissime versioni HF ed Elefantino. Ci richiameremo al passato, ma il nostro non sarà un revival nostalgico.”

“É una grande sfida, perché è come se dovessimo reinventare e costruire l’evoluzione del design di un brand che in realtà non c’è mai stata. Prenderemo dei riferimenti dal passato, delle citazioni, ma non faremo un revival nostalgico. Potremmo ispirarci a ciò che sta facendo Renault con la futura Renault 5: quell’auto è unica e riconoscibile, riprende lo stile e l’heritage Renault ma è moderna, unica, personale. Con queste Case cinesi che copiano e riprendono le Case più conosciute, riprendere la propria storia è un modo semplice ed emozionale per essere unici e sempre sé stessi. É un ottimo approccio, e non dico che non lo faremo.”

La Delta, per esempio, potrebbe assomigliare molto alla Delta del passato, ma sicuramente non la copieremo. Riprenderemo dettagli dal passato per essere unici, delle citazioni se vogliamo, ma le nostre auto saranno moderne e innovative. Non faremo restomod o revival nostalgici, ma certi dettagli saranno ripresi soprattutto sui modelli iconici come Delta, a partire dai nomi dei modelli. In un mondo dell’auto che usa sempre più numeri, lettere e sigle, è un’ottima idea utilizzare i nomi storici per richiamare al passato e alla passione per l’auto. Sicuramente la nostra piccola che arriverà nel 2024 si chiamerà Ypsilon. Aurelia e Delta? Ci stiamo pensando. Scoprirete tutto molto presto…”

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