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Italia Mobility 2030: la ricerca di AutoScout24 che ogni italiano dovrebbe leggere

Tempo di lettura: 6 minuti

Sul tema della mobilità, soprattutto quella ecosostenibile, aleggia da anni una certa confusione, con tanti dubbi annessi, ancora di più negli ultimi mesi: auto elettriche, ibride, guida autonoma, sharing economy e smart cities, sono le parole più usate (ed abusate) da esperti e non.

Ma qual è realmente la situazione odierna? Come ci muoveremo davvero nei prossimi anni? A queste domande sono in molti a rispondere in maniera differente. Ecco perché AutoScout24, il portale di annunci auto e moto leader in Europa,insieme a Nielsen, ha deciso di condurre una nuova ricerca su questo tema, con un orizzonte temporale e geografico piuttosto preciso. Nasce così Italia Mobility 2030, lo studio che punta a mettere in luce quali sono le idee, le preoccupazioni e le aspettative di 7 esperti, di circa 100 dealer e di un campione rappresentativo, composto da 1000 consumatori.

Attraverso delle interviste specifiche, strutturate in maniera diversa, ma con fini comuni, si è ottenuto uno “spaccato” dell’Italia da oggi al 2030. Lo studio condotto da Gioia Manetti, Vice President International di AutoScout24 ci ha permesso, quindi, di fare un viaggio nel futuro della mobilità e sulle tendenze sociali, economiche e tecnologiche che nei prossimi anni trasformeranno le nostre città.

Italia Mobility 2030

Modello Milano: la rivoluzione parte dalle metropoli

La rivoluzione delle città del futuro, messa in atto con progetti di sviluppo che, partendo da Milano, vedono nel 2030 l’anno di svolta, ridisegnerà completamente il comportamento urbano impattando, di conseguenza, sui modelli di business e sui tradizionali concetti di mobilità.

Secondo gli esperti, le metropoli rappresentano il terreno fertile per la diffusione dello sharing, dei veicoli elettrici e della guida autonoma, seppur quest’ultima sarà il traguardo più lontano; l’auto, all’interno delle metropoli, vedrà un utilizzo diviso tra due fazioni, coloro che la concepiranno come toy e chi la sfrutterà invece sempre più come tool, mentre l’esperienza, legata al fattore emozionale, è l’elemento che continuerà a trovare spazio negli altri ambienti urbani ed extra-città.

Le alimentazioni a benzina e diesel non moriranno ma si evolveranno, mentre l’elettrificazione e la guida autonoma resteranno ancora a lungo concetti per pochi e con delle forti limitazioni, a partire dai costi elevati.

Diversa, su alcuni punti, la visione degli utenti risultata durante la ricerca Italia Mobility 2030. Nei prossimi 10-15 anni si farà più attenzione al risparmio e all’ambiente, preferendo nettamente le vetture ibride, con l’auto che sarà sempre di proprietà, soprattutto tra i giovanissimi. Anche i consumatori, come gli esperti, vedono la guida autonoma lontana, mostrandosi però più scettici e meno favorevoli al controllo totale del veicolo da parte dei sistemi di AI. In generale, l’inefficienza dei mezzi pubblici porta l’utente a scegliere l’auto per gli spostamenti quotidiani, incidendo in questo modo sul fattore traffico, punto debole oggi come domani, soprattutto a Roma, mentre Milano nelle proprie scelte di mobilità ha più fiducia nel trasporto pubblico e in soluzioni alternative.

Un’altra domanda fondamentale che è stata posta ai consumatori durante la ricerca Italia Mobility 2030 è: qual è il rapporto degli italiani con la mobilità nella propria città? A livello nazionale l’apprezzamento dei consumatori è lieve (solo il 24% si ritiene soddisfatto), segnale che ancora molto può e deve essere fatto, soprattutto a Roma dove il 41% è critico, rispetto a Milano dove invece il dato degli insoddisfatti si ferma all’11%. Guardando alla classifica dei “mezzi” preferiti per gli spostamenti quotidiani, l’auto privata è in assoluto al primo posto (60%), mentre oltre due su dieci preferiscono muoversi a piedi. Solo l’8% opta per i mezzi pubblici, con l’eccezione di Milano dove il dato sale al 25%. Ed è infatti proprio il trasporto pubblico a essere indicato come il principale problema da ben il 95% del campione, a causa soprattutto della mancanza di puntualità (53%) e di frequenza dei mezzi (52%). Tra gli aspetti che impattano sulle scelte di mobilità, al primo posto i cittadini guardano all’essere indipendenti (37%), ma a Milano si presta maggiore attenzione a soluzioni per evitare il traffico ed è molto più marcata la sensibilità per l’ambiente (26% vs il 16% nazionale e il 13% dei romani).

La rivoluzione in realtà sarà un cambiamento graduale

Cosa accadrà nei prossimi anni? Il percorso della mobilità verso il 2030, secondo gli esperti coinvolti, non sarà disruptive, ma graduale e frammentato. L’evoluzione che ci si aspetta è direttamente correlata alla trasformazione delle nostre città, sviluppate in futuro secondo i principi di pedonabilità, interconnessione e concentrazione nelle metropoli, terreno fertile e luogo dove le nuove forme di mobilità, come la diffusione dello sharing, dei veicoli elettrici e della guida autonoma, prenderanno piede prima e più velocemente. Chiedendo ai consumatori come vedono il futuro delle proprie città, il 60% ritiene probabile un aumento del ciclismo urbano e della pedonabilità nei prossimi anni, il 40% immagina infrastrutture stradali modificate in favore degli spazi aperti e delle modalità di viaggio alternative, ma solo il 33% pensa che il problema del traffico diminuirà. Tuttavia, il 64% ha fiducia e prevede una mobilità, sia privata che pubblica, completamente connessa tramite Wi-Fi.

I servizi di sharing, già protagonisti nelle metropoli, rappresentano un altro tema controverso: secondo gli esperti, l’attuale sistema non è sostenibile finanziariamente ed in futuro dovranno essere previsti necessariamente nuovi modelli di sviluppo, se si vorrà garantirne l’esistenza. Usato settimanalmente solo dal 3% dei consumatori, questo modello di mobilità probabilmente non costituirà mai un’alternativa all’acquisto dell’auto e rimarrà “frammentato”, trovando sempre più spazio nella micro-mobilità cittadina e abbracciando i concetti di sostenibilità e personalizzazione.

Italia Mobility 2030

Il viaggio della mobilità verso il 2030 si conclude con lo scenario più futuristico possibile, quello della guida autonoma. Un processo lento per gli esperti, che ritengono fondamentale il supporto delle istituzioni soprattutto per la creazione di infrastrutture speciali, necessarie a garantire sicurezza.

Allo stesso modo, il traguardo per un’automazione completa è lontano per i consumatori, che nonostante riconoscano tra i benefici certamente un maggior relax nella guida e accessibilità (50%), sicurezza (38%), riconducono grossi limiti nei costi elevati (58%), nelle difficoltà a stabilire le responsabilità in caso di incidente (45%) e nella mancanza di fiducia verso la tecnologia/intelligenza artificiale (44%). Il 91% si dichiara al corrente dei test di auto a guida autonoma, ma solo il 42% giudica positivamente questo tipo di mobilità. Inoltre, la fiducia viene meno man mano che si pronostica un livello full di autonomia nei prossimi 10-15 anni, con percentuali che partono dal 73% a favore, nel caso in cui le operazioni automatizzate siano limitate (ad es. parcheggio), scendendo al 36% se nello scenario ipotizzato il driver umano non avrà più il controllo del veicolo.

La sorpresa: sparirà davvero il concetto di proprietà? Ecco cosa dice Italia Mobility 2030

Italia Mobility 2030

Se nel passato l’auto era concepita principalmente come simbolo di uno status sociale da sfoggiare, gli esperti oggi parlano di un uso sfaccettato dell’auto, come “oggetto da usare” e toy nelle metropoli, o come “esperienza” da vivere, che continua a prendere più piede in altri contesti urbani. I consumatori però, restano principalmente legati alla logica del possesso e all’idea che l’auto resterà al centro del concetto di mobilità, tanto che l’80% ritiene che avrà ancora un mezzo di proprietà nei prossimi 10-15 anni. E sono i giovanissimi (18-24 anni) quelli che più di tutti desiderano possedere una vettura (92%), rispetto ai “genitori” Boomers (72%).

Le alimentazioni del futuro: che auto vogliono gli italiani?

In una mobilità che vede quindi resistere il desiderio di possesso dell’auto, quali saranno i motori di domani?  Due gli interessi dominanti che guideranno le scelte di acquisto dei consumatori: la coscienza green e l’attenzione al risparmio.

Italia Mobility 2030

Nello specifico, il 71% dei consumer tra 10-15 anni sceglierà un’auto ibrida (tendenza emergente anche a Milano, 75%, e Roma, 65%), il 58% l’elettrica, il 41% il GPL, il 37% il metano e il 32% sui veicoli a benzina.  Infine, il 27% si orienterà sul Diesel (a Milano il dato crolla all’11%), e chi opta per questa alimentazione lo fa prevalentemente in un’ottica di risparmio (44%). Il Diesel per gli esperti non morirà, così come i motori benzina, ma ci saranno sul mercato evoluzioni sempre più efficienti, e motori diesel più puliti e performanti, che resisteranno soprattutto per le auto più grandi e potenti.

L’elettrificazione è in arrivo ma, tuttavia, al momento è un sogno per pochi e le barriere da superare per gli utenti sono molte, riconducibili soprattutto ai costi troppo alti (60%), alla scarsa autonomia e alla mancanza di stazioni di rifornimento (56%). Un futuro con auto elettriche è comunque uno scenario auspicabile per la maggior parte degli intervistati, anche se non così probabile: solo il 38% lo ritiene possibile nei prossimi 10-15 anni, percentuale che non supera il 56% se ci si spinge fino ai 25-30 anni.

Riassumendo Italia Mobility 2030

  • La mobilità vive un processo di trasformazione, ma che non sarà disruptive, non sarà così repentino come qualcuno possa pensare, sarà, invece nel segno della continuità, con una evoluzione continua.
  • Le città metropolitane hanno un ruolo fondamentale di incubatore del cambiamento, soprattutto Milano, la città più avanzata d’Italia.
  • Il possesso dell’auto rimane centrale, almeno nelle intenzioni delle persone intervistate. L’80% dei consumatori, infatti, ritiene che possederà un’auto tra 10-15 anni.
  • C’è una linea verde che caratterizza tutta l’evoluzione, ma la convenienza è ancora un fattore importantissimo.
Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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