Nel cuore della Formula 1 e nei ricordi di milioni di tifosi, il nome di Michael Schumacher continua a risuonare con forza. A tenere vivo il suo mito è anche Jean Todt, storico manager della Ferrari, che in una recente intervista a Repubblica ha condiviso emozionanti riflessioni sul loro rapporto speciale. “Michael Schumacher lo vedo sempre, lui è un’altra cosa“, ha confessato, lasciando trapelare la profonda connessione che li lega ben oltre i successi in pista.
Un legame indissolubile
Schumacher, ritiratosi a vita privata da ormai undici anni dopo il drammatico incidente sugli sci, resta un punto fermo nella vita di Jean Todt. Il manager francese lo definisce “parte della mia vita“, testimoniando una relazione che va oltre la collaborazione professionale. Un legame forgiato dalla passione per la Ferrari, dalla determinazione e dai sogni condivisi, che ancora oggi li tiene vicini nonostante il silenzio che circonda le condizioni di salute del campione tedesco.
Todt ha ricordato il vero Schumacher, non quello spesso percepito come arrogante, ma un uomo timido che desiderava solo una vita normale. E ha aggiunto: “È un’altra cosa, un fratello, un amico“, sottolineando quanto il loro rapporto fosse profondo e autentico.
La difesa di Mick Schumacher
Non solo Michael, ma anche il figlio Mick ha trovato spazio nelle parole di Todt. L’ex team principal Ferrari ha espresso il suo disappunto per il trattamento riservato al giovane pilota in Formula 1. “Non è stato trattato bene, meritava una seconda chance“, ha affermato, evidenziando l’ingiustizia subita dal giovane talento, scartato senza avere il tempo necessario per dimostrare il suo valore.
La sua storia in Ferrari: da “Castello in Rovina” a leggenda
Jean Todt ha poi ripercorso i suoi anni d’oro a Maranello, definendo l’avventura con la Rossa “il capitolo più importante e stimolante” della sua carriera. Arrivato in una Ferrari allo sbando, descritta come “un castello in rovina”, il manager francese non si arrese: costrinse tutti a dare il massimo, anche lavorando di notte, per costruire un dream team capace di vincere cinque titoli mondiali di Formula 1. Un’impresa epocale che, ancora oggi, lo lega indissolubilmente alla scuderia italiana.
La Ferrari nel 2025
Ma come vede Todt la Ferrari di oggi? Con la sua consueta prudenza, ha riconosciuto che “la squadra c’è”, ma manca ancora qualcosa per competere per il titolo mondiale. Il 2025 potrebbe essere l’anno giusto per tornare ai vertici? Il tempo lo dirà, ma una cosa è certa: il mito della Ferrari e quello di Michael Schumacher resteranno per sempre impressi nella storia della Formula 1 e nel cuore dei tifosi.