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Jeep Wrangler: la storia di un mito del 4×4

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Il marchio Jeep, oggi più solido che mai, campione nelle vendite, compie 77 anni. Di tempo ne è passato da quel lontano mese di luglio del 1940 in cui le Forze Armate americane informarono le case automobilistiche di essere alla ricerca di un “veicolo leggero da ricognizione” che potesse prendere il posto delle motociclette.

Inizialmente, Willys-Overland e American Bantam Car Manufacturing Company furono le uniche a dimostrarsi interessate al progetto. Ad esse si aggiunse presto anche Ford Motor Company. Le tre case produttrici entrarono così in competizione per aggiudicarsi il redditizio incarico governativo e costruirono prototipi pronti per il collaudo a tempo di record. Il capo ingegnere di Bantam insieme ad un team di dirigenti dell’azienda Willys svilupparono un progetto che in 49 giorni portò alla realizzazione del primo esemplare. Con una serie di modifiche e di migliorie, Willys Quad divenne il modello MA e più tardi il modello MB. Per l’Esercito americano e per il mondo intero divenne invece noto come Jeep.

Secondo alcuni, questo nome deriva dalla sigla “GP”, che nel gergo militare era l’abbreviazione di “General Purpose”. Altri sostengono, invece, che il veicolo prendesse il nome da “Eugene the Jeep”, un noto personaggio dei fumetti di Braccio di Ferro. Qualunque sia la sua vera origine, la parola Jeep è entrata prima nel vocabolario americano, e poi in quello internazionale.
Jeep WRANGLER

Wrangler: la più jeep delle Jeep

Introdotta nel 1986, per sostituire la Civilian Jeep, la Wrangler è arrivata alla sua quarta versione recentemente presentata a Los Angeles.

La prima fu in commercio dal 1986 al 1997, oltre un decennio, ed era indicata dalla sigla YJ, ed era solo a benzina, così come si addice ad un veicolo “made in the USA”. Solo un importatore europeo dotò di sua spontanea volontà alcuni rari esemplari di motore turbodiesel. La seconda versione denominata TJ, dal 1997 al 2006, disponeva anche dell’allestimento Rubicon, con capacità ancora maggiori sullo sterrato. Nel 2007 è stata introdotta la terza generazione del Wrangler, denominata JK. Essa è disponibile nelle versioni 3,8 a benzina e 2,8 diesel. Oggi è uscito il quarto modello, per tenere il passo con lo stile: sempre più iconica, sempre più Jeep.

Jeep Wrangler (YJ) 1987-1996: comodità unita alla capacità offroad

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Nel 1983, per rispondere alla maggiore richiesta di veicoli compatti a trazione integrale di una clientela che da un lato cercava ancora la praticità della serie CJ, dall’altro voleva anche tutti i “comfort” delle berline, l’AMC interruppe la produzione della CJ e presentò nel 1987 il modello Wrangler (YJ).

Pur avendo una carrozzeria scoperta simile a quella del CJ-7, la nuova Wrangler aveva pochi componenti in comune con il celebre predecessore. Dal punto di vista meccanico, la Wrangler aveva più parti in comune con la Cherokee che con il modello CJ-7. La Wrangler YJ presentava fari dalla forma quadrata, utilizzati per la prima volta su questo modello (ed ultima, viste le numerose critiche). Il modello YJ fu costruito in oltre 630.000 esemplari.

Il 5 agosto 1987, dopo circa un anno dall’introduzione della Wrangler, la società American Motors Corporation fu venduta a Chrysler Corporation ed il famoso marchio Jeep entrò a fare parte della divisione Jeep/Eagle di Chrysler.

Ovviamente “purosangue” per le elevatissime prestazioni nel fuoristrada, meccanicamente era dotata di ponti rigidi e trazione integrale inseribile abbinati ad una serie di propulsori da 4,2 litri 6 cilindri e 2,5 litri 4 cilindri. Il quattromila  di nuova concezione testato sul Cherokee XJ sostituì poi il 4.2 a carburatori, e fu prodotta una piccola serie di YJ con motore 2.4 Turbodiesel VM di derivazione Alfa Romeo come macchina dimostrativa per lanciare eventualmente una motorizzazione diesel per l’Europa; tale serie venne prodotta a cura di una concessionaria lombarda e non è in effetti una motorizzazione uscita dalla fabbrica.

Jeep Wrangler (TJ) 1997-2006: Rubicon per avventure estreme

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La Jeep Wrangler del 1997 (TJ) era molto simile alla CJ-7. La linea era volutamente retrò, ma con molte differenze dal punto di vista meccanico. Quasi l’80% delle componenti del veicolo era stata completamente riprogettata. Il modello TJ aveva sospensioni a quattro punti di attacco con molle elicoidali, simili a quelle di Jeep Grand Cherokee e che sostituivano le balestre della YJ, e interni rinnovati, con airbag lato guidatore e lato passeggero. Il modello TJ aveva conservato diverse caratteristiche classiche della produzione Jeep come i fari circolari, il parabrezza ripiegabile (adottato per la prima volta nel 1940) e le portiere smontabili oltre alla possibilità di avere una capote in tela oppure un tetto rigido rimovibile. Era inoltre presente di serie un “roll bar” montato in fabbrica.

Nel 2003 debutta Jeep Wrangler Rubicon,  il modello Jeep dal miglior allestimento offroad mai realizzato. Questa versione si guadagnò il diritto di avere questo nome leggendario poiché era dotata di un pulsante che permetteva al conducente di bloccare gli assali rinforzati anteriori e posteriori Dana 44, di un riduttore più spinto con rapporto 4:1, di pneumatici specifici e di molti altri equipaggiamenti che non erano disponibili su nessuna Jeep prodotta fino ad allora. I parafanghi “bolt on” avevano le viti di fissaggio in vista, con stile molto rugged.

I motori disponibili inizialmente erano un quattro litri ed un 2.5 a cui vennero in seguito aggiunto un 2,4 a 16 valvole. Nel 2004 venne introdotto il nuovo Jeep Wrangler Unlimited. La versione a passo lungo di Jeep Wrangler assicurava 33 cm di spazio in più nel vano di carico e 5 cm in più di spazio per le gambe dei passeggeri posteriori. Pur conservando tutto il divertimento della guida open air dell’originale Jeep Wrangler e le sue capacità 4×4, la versione Unlimited garantiva maggior comfort nella guida su strada ed una versatilità ancora più elevata.

La Sport è invece la versione base, affiancata a sua volta dalla Sahara. Quest’ultima è una versione full optionals con parafanghi in tinta, interni bicolori, controllo della velocità e rivestimento dei sedili in cordura anti strappo lavabile.

Jeep Wrangler (JK) 2007-2018: più comoda su strada

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Aggiungendo all’originale formula Jeep un nuovo telaio, un nuovo design degli esterni e degli interni, nuove motorizzazioni e numerose dotazioni per la sicurezza, il terzo modello JK si presenta ulteriormente migliorato in termini di prestazioni fuoristradistiche, fluidità di marcia, abitabilità, comfort, piacere di guida open-air, potenza, consumi e protezione dei passeggeri.

Con un design inconfondibile, la JK Wrangler ha proiettato l’esperienza Jeep in una nuova dimensione. Grazie ad un abitacolo in grado di ospitare cinque passeggeri – una novità assoluta per la gamma Wrangler – e allo spazio di carico più ampio mai offerto su Jeep Wrangler, il modello Unlimited unisce capacità off-road di riferimento alla praticità di un’auto per tutti i giorni.

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Disponibile nelle versioni 3,8 V6 a benzina e 2,8 4L Turbodiesel. Il primo propulsore 3800 cm³ proviene dalla famiglia dei monovolume del gruppo Chrysler, mentre il 2800 cm³ è dell’italiana VM con potenza di 177 cavalli abbinato ad un cambio automatico a 6 velocità. Di quest’ultima versione, nel 2011 la potenza è stata aumentata a 200 cavalli ed il cambio automatico è stato sostituito con un modello sequenziale a 5 rapporti (qui il nostro test).

Le versioni disponibili erano sempre Sport, Sport Plus, Sahara e Rubicon. Le prime due più economiche, la terza più accessoriata e “confortevole” e la quarta con connotazione prettamente fuoristradistica. Quest’ultima, rispetto alla versione precedente, presenta ponti più robusti e blocchi ai differenziali. Anche qui sempre diponibile l’Unlimited, dotato di maggiore lunghezza, migliore abitabilità e carico superiore. Nel 2011 entrambe le versioni sono state oggetto di un aggiornamento, rinnovandosi negli interni e negli interni.

Jeep Wrangler (JL) dal 2018: tecnologica e alla moda

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Il Wrangler di quarta generazione è stato presentato alla fine del 2017 al Salone di Los Angeles. Il JL offre una serie di nuove funzionalità, tra cui: propulsori aggiuntivi rispetto al Pentastar V6 (come i moderni Turbobenzina 4 cilindri 2.0 e il 3.0 V6 Turbodiesel VM), una trasmissione riprogettata, nuovo parabrezza pieghevole, design morbido, ed un interno più moderno.

Il JL è disponibile nei livelli di allestimento Sport, Sahara e Rubicon, con tutti i modelli disponibili sia con carrozzeria a due porte che a quattro porte. Il parabrezza anteriore ora può essere facilmente ripiegato, o completamente rimosso, ed è realizzato in alluminio, così come alcuni dei pannelli della carrozzeria (altri pannelli del corpo sono ancora in acciaio), così come il tetto rigido, per renderlo di facile rimozione, oltre che per alleggerire l’intero veicolo. Anche le porte sono fatte di alluminio, rendendole più facili da togliere. C’è un nuovo volante a tre razze, di ispirazione retrò, mentre è invece tutto nuovo il display TFT a colori della strumentazione e l’head unit centrale Uconncet, disponibile su finiture di livello superiore.

Il JL è progettato per essere più confortevole su strada e per consumare meno del suo predecessore. Il JL ha un angolo di attacco di 41.4 gradi sul suo modello base e un angolo di 44 gradi sulla sua edizione Rubicon, grazie ad un paraurti specifico, uno dei migliori in offroad.

Aspirante pilota

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica.
La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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