Da sempre, la Francia ama darsi arie da guida morale dell’Europa. Ma quando il Green Deal rischia di svuotare i bilanci delle case automobilistiche, Parigi cambia marcia: “Bloccate le multe sulle emissioni auto”, chiedono i ministri dell’Industria e dell’Ambiente.
Il motivo? Ne abbiamo già parlato tante volte, quest’anno scatteranno sanzioni da 95 euro per ogni grammo di CO₂ eccedente da calcolare per ogni auto venduta che non rispetta tale limite, per un totale che potrebbe arrivare a 15 miliardi di euro. Troppo, secondo il governo francese, che si schiera con i colossi dell’automotive: “Così si favoriscono Tesla e i cinesi”. Certo, perché il problema non è l’inquinamento, ma la concorrenza. Nella lettera alla Commissione Europea, i ministri parlano di una “spada di Damocle” che pende su un settore da 3,5 milioni di lavoratori.
Soluzione proposta? Congelare le multe e spostare gli obiettivi a dopo il 2030. Insomma, prima salvare i bilanci, poi pensare al Green Deal se qualcuno ne ha ancora voglia.
Ma c’è un punto che nessuno vuole affrontare: questo sistema di multe ha davvero senso? Imporre sanzioni miliardarie alle case automobilistiche europee, mentre si spalancano le porte a concorrenti extra continentali con regole più blande, non sembra una strategia, ma un suicidio industriale.
Il settore auto sta già investendo miliardi nell’elettrificazione e nella riduzione delle emissioni. Ma pretendere il miracolo in pochi anni, senza tenere conto delle difficoltà del mercato e della transizione tecnologica, rischia solo di mettere in ginocchio un’industria fondamentale per l’Europa. E a quel punto, chi pagherà il conto?