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La (non) Brexit dell’auto

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I big dell’auto inglese, quattro mesi fa, votavano compatti per il “Remain a member of the EU”. All’indomani dell’esito del referendum però, si scoprì che gli addetti al settore auto, avevano votato in massa per il “leave”, con un picco superiore al 65% nel Sunderland, sede della fabbrica più grande del Regno Unito, dove Nissan produce la best-seller Qashqai.

In questi mesi i top manager dei grandi gruppi nipponici che producono in Uk, da Nissan a Toyota, fino a Honda, e non solo, si sono trovati a dover decidere sul futuro degli investimenti negli impianti d’oltremanica. Restare e correre il rischio di perdere competitività, o dirottare la produzione di modelli cruciali verso altre regioni europee?

La decisione è complessa. Attualmente, in media, il 75% della produzione automobilistica in terra inglese viene esportata verso i mercati dell’Unione Europea, e un’eventuale “hard Brexit” potrebbe aggiungere un dazio alle esportazioni verso l’UE del 10%, rendendo meno vantaggioso dal punto di vista del prezzo, l’acquisto di un’auto prodotta nel Regno Unito.

La prima casa a comunicare la sua decisione è stata Nissan, che in Inghilterra produce anche la berlina premium Infiniti Q30. Dopo una serie di incontri, formali e non, con il governo inglese e la premier conservatrice Teresa May, Carlos Ghosn, CEO del gruppo Renault-Nissan, ha annunciato la decisione di confermare la produzione della nuova Qashqai, che dovrebbe arrivare nel 2020, nello stabilimento di Sunderland.

Accanto alla Qashqai arriverà anche la nuova generazione di Nissan X-Trail, che attualmente viene importata dal Giappone, mentre non ci sono conferme sulla Nissan Note e soprattutto sulla Juke. La decisione è stata presa dopo le rassicurazioni della premier inglese sull’assicurare la competitività dell’industria automobilistica locale, tramite lo sviluppo di una strategia atta a trovare un accordo con l’UE per assicurare la permanenza di un’area di libero scambio di merci e garantire i 7.000 posti di lavoro nella regione.

Anche Toyota ha confermato la volontà di non intaccare l’impegno nel Regno Unito, dove impiega 3.400 persone, nonostante il pensionamento della Toyota Avensis, attualmente prodotta a Burnaston, nel Derbyshire. Al suo posto dovrebbe arrivare un Suv, mentre è confermata la prossima generazione della Auris.

Tutto ruota attorno agli accordi commerciali che saranno stipulati in fase di trattativa con l’Unione Europea, che al momento appare divisa tra chi opta per una “hard Brexit” e chi per una “soft Brexit”.

Foto di Gabriele Bolognesi

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