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La transizione elettrica nella mobilità, senza l’industria, è in perdita

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Negli ultimi quindici anni la propulsione elettrica nei mezzi su gomma ha vissuto in un limbo, tra aspettativa e previsioni ottimistiche, possibilità in crescita della tecnologia, “ammuina” dei costruttori e scetticismo degli acquirenti (che hanno sempre ragione). Ora l’atteggiamento, e gli investimenti, dei costruttori è mutato e, unito al progredire della tecnologia da una parte e alla spinta delle istituzioni dall’altra, sembra che abbia avviato la tendenza, almeno a livello di transizione.
 
Le transizioni sono in realtà più di una, che si tratti di mobilità individuale, collettiva e delle merci, lungo percorsi diversi e con esiti finali differenziati, con l’obiettivo comune di arrivare alla decarbonizzazione o alla neutralità delle emissioni di CO2 nei trasporti. La sessione sull’elettrificazione della mobilità di Next Generation Mobility, la nuova manifestazione organizzata da Clickutility Team e da Studio Comelli, in programma in live streaming da Torino il 18, 19 e 20 maggio, affronta la questione senza privilegiare la provenienza dell’elettricità che alimenta i veicoli: batterie o celle a combustibile.
 
Dopo un’introduzione generale riservata al keynote di Philippe Vangeel, Segretario Generale di AVERE, si parte parlando della transizione energetica nella mobilità su strada e la distribuzione elettrica, affidata ad Andrea Zaghi, Direttore Generale di Elettricità Futura. Senza elettricità dove serve, quando serve e come serve, infatti, l’elettrico non si fa. Per questo da alcuni anni LeasePlan prepara un apposito indice di EV Readiness, che nella versione 2021 viene presentato da Dario Cerruti, Direttore Commerciale della società di leasing automobilistico e gestione di flotte. Il ruolo delle Case nella transizione energetica è fondamentale, con l’esempio del Gruppo Volkswagen su tutti: lo spiega Stefano Sordelli, Future Mobility Director. Altrettanto importante della mobilità individuale è il passaggio all’elettrico nel TPL urbano, forse tecnologicamente più semplice e con opportunità di soluzioni innovative. Ne sono testimoni la carica induttiva presentata da Modis Consulting, i bus di IVECO e l’esperienza già accumulata da GTT a Torino.
 
Il secondo filone dell’elettrico nella mobilità di terra è rappresentato dalle celle a combustibile, di solito alimentate a idrogeno: dopo dieci anni di stop and go, una strategia nazionale per l’impiego dell’idrogeno nella mobilità, con il fondamentale stimolo di Next Generation EU, e in via di definizione finale. Ne parla Marcello Capra, Senior Advisor del Ministero per la Transizione Ecologica. Sebbene meno mediaticamente coperte delle batterie, anche le fuel cell stanno facendo rapidi progressi, come spiega Marco Levi, uno dei pionieri del “fare” nel settore in Italia. L’intervento del suo corrispondente sul fronte accademico, Marcello Baricco, Professore dell’Università degli Studi di Torino, fa da cerniera verso il panel dedicato alle ambizioni e alle realizzazioni di Torino e del Piemonte come una delle Hydrogen valley: Matteo Marnati, Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Marco Pironti, Assessore Innovazione e Smart City della Città di Torino, si susseguono sul tema. La sessione si chiude con la ripresa dei temi tecnologici con Carlo Mannu di Bosch che spiegherà le strategie dell’azienda nel campo della mobilità sostenibile basata su idrogeno e carburanti rinnovabili per ridurre le emissioni, e Toyota, pioniere nel settore.
 
L’ambiente e forse gli automobilisti hanno da avvantaggiarsi della diffusione dell’elettrico, ma l’economia italiana nel suo complesso? La filiera italiana della mobilità secondo le più recenti rilevazioni di ANFIA si articola su 1.900 aziende, con oltre 140.000 dipendenti e un fatturato che supera i 40 miliardi di euro, escludendo i produttori, gli assemblatori di veicoli e gli allestitori dei veicoli commerciali ed industriali. Con queste ultime categorie, si arriva al 7% del PIL. Dopo la fusione FCA e PSA e il pericolo del controllo sugli acquisti da parte del ramo francese di Stellantis, le imprese di componentistica italiane stanno affrontando una serie di sfide, complesse e collegate tra loro. La conversione delle motorizzazioni verso l’elettrico è sicuramente la principale, ma ci sono anche la corsa a materiali, strutturali e non, leggeri ma sostenibili, la digitalizzazione sempre più spinta e l’integrazione tra elettronica e meccanica, il definitivo tramonto del montaggio a linea a favore dell’assemblaggio modulare e la diffusione dell’additive manufacturing. Riusciremo a non perdere strutturalmente valore aggiunto? La sessione sulla filiera industriale di Next Generation Mobility, mercoledì 19 maggio nel pomeriggio, cerca di fare il punto interrogando i protagonisti.
 
La partecipazione al live streaming delle conferenze è gratuita, previa registrazione al seguente link: www.ngmobility.it/partecipa/.

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