L’industria automobilistica britannica si prepara a registrare il peggior livello di produzione degli ultimi 70 anni, con un drastico calo attribuito alla difficile transizione verso i veicoli elettrici e alle minacce di tariffe commerciali imposte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Secondo gli ultimi dati della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), la produzione automobilistica del Regno Unito è diminuita di quasi il 14% nel 2024, attestandosi a 779.584 veicoli. Le previsioni per il 2025 indicano un’ulteriore contrazione fino a 775.000 unità, il livello più basso dal 1956. Mentre la produzione di veicoli commerciali leggeri (LCV) ha registrato un modesto aumento del 4%, il settore si trova ancora in una fase di forte ristrutturazione per adeguarsi agli ambiziosi obiettivi imposti dal mandato ZEV (Zero Emission Vehicle) del governo britannico.
Le sfide della transizione elettrica
La riduzione della produzione è dovuta, in parte, alla strategia di marchi come Jaguar Land Rover e Rolls-Royce, che hanno puntato su veicoli esclusivi e in tiratura limitata. Tuttavia, a peggiorare la situazione è stata la chiusura dello storico stabilimento Vauxhall di Luton, che avrà un impatto significativo sulla produzione di LCV, con una previsione di sole 64.000 unità prodotte nel 2025.
Oltre a questa chiusura, il settore ha subito un’ulteriore perdita con il taglio di circa 1.000 posti di lavoro da parte di Ford e Lotus. Nissan, inoltre, ha avvertito che i severi requisiti del mandato ZEV potrebbero avere un “impatto irreversibile” sull’industria, con le aziende che hanno già investito oltre 4 miliardi di sterline per adeguarsi alle normative.
Le preoccupazioni per i dazi USA
Un’altra minaccia incombe sul settore automobilistico britannico: le possibili tariffe protezionistiche degli Stati Uniti. Circa l’80% delle auto prodotte nel Regno Unito viene esportato, con oltre la metà destinata all’Europa e circa il 17% al mercato americano. Sebbene le esportazioni verso gli Stati Uniti siano aumentate del 38,5% nel 2024, la prospettiva di un dazio del 20% sulle importazioni europee minaccia di vanificare questa crescita.
Secondo David Bailey, professore di economia aziendale presso l’Università di Birmingham, le tariffe proposte da Trump potrebbero rappresentare una perdita di esportazioni fino a 22 miliardi di sterline in tutti i settori, colpendo in particolare l’industria automobilistica di lusso britannica.