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Le colonnine elettriche oggi non sono un buon investimento

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La diffusione dei veicoli elettrici è una delle pietre miliari per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, ma il successo di questa transizione dipende in larga parte dalle infrastrutture di ricarica; in parole povere le colonnine.

Secondo un rapporto del centro di analisi Ref, infatti, le colonnine di ricarica rappresentano un driver fondamentale per assicurare la riuscita di questa importante trasformazione.

L’infrastruttura in Europa

A livello europeo, alla fine del 2023, erano operativi 632.423 punti di ricarica pubblici. Tuttavia, secondo la Commissione Europea, entro il 2030 saranno necessari 3,5 milioni di punti di ricarica per supportare adeguatamente la crescita dei veicoli elettrici. La European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA) ha una visione ancora più ambiziosa: prevede la necessità di almeno 8,8 milioni di punti di ricarica per raggiungere 18,8 milioni entro il 2035.

La Situazione in Italia

In Italia, i progressi ci sono. I dati di Motus-E mostrano che a settembre 2024 erano presenti 60.339 punti di ricarica, con un aumento del 28% rispetto all’anno precedente e quasi il doppio rispetto a due anni fa. La maggior parte delle infrastrutture è rappresentata da colonnine di tipo Medium-Speed AC, ma c’è una crescita notevole anche delle colonnine Fast DC, con potenze fino a 150 kW, e delle colonnine ultraveloci.

Le colonnine non sono redditizie

Nonostante i progressi, gli ostacoli rimangono. Il rapporto di Ref evidenzia la scarsa remuneratività degli investimenti nelle infrastrutture di ricarica. Attualmente, il ritorno economico è insufficiente, con un tasso interno di rendimento (IRR) pari a zero per le infrastrutture “Quick“. Solo le colonnine “Fast” e “Ultra-fast” mostrano un ritorno positivo, seppur non elevato, con una crescita media annua del fattore di utilizzo necessaria tra il 15% e il 30%.

Quali soluzioni?

Per superare queste difficoltà, Ref suggerisce una strategia su più fronti. Dal lato dell’offerta, è essenziale implementare pienamente le disposizioni della direttiva RED III, che prevede incentivi per i fornitori di servizi di ricarica. Dal lato della domanda, la defiscalizzazione delle flotte aziendali elettriche potrebbe stimolare la crescita di un parco veicoli elettrico adeguato agli obiettivi di decarbonizzazione.

La strada verso un futuro elettrico è ancora lunga, serve un adeguato supporto regolatorio e incentivi mirati: solo così le infrastrutture di ricarica possono diventare il pilastro portante di questa transizione cruciale.

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