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L’elettrico fatica in Europa: investimenti miliardari, scarsi risultati

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I dati di mercato pubblicati dall’Associazione dei Costruttori di Automobili Europei, l’ACEA, parlano di un incremento, piccolo ma significativo, delle vendite a livello europeo di automobili, con una crescita dello 0,9%, portando il totale delle auto vendute nel 2024 a 12.963.614 immatricolazioni.

Andando ad analizzare più a fondo i dati forniti dall’ACEA, scopriamo come i mercati più grandi d’Europa hanno subito una netta contrazione, con i principali mercati come UK, Germania, Francia e Italia vittime di cali compresi tra il 15 e il 25%. Il dato più interessante, però, è quello relativo alle automobili elettriche. Il mercato delle auto elettriche nel 2024 è diminuito leggermente, passando dal 15,7 al 15,3%, con risultati e messaggi contrastanti che arrivano dai vari Paesi.

Tra un Regno Unito che oggi corre ma preoccupa per la visione a lungo termine del Governo di Sua Maestà, una Germania che crolla e atri Paesi come Francia, Italia e Spagna che rimangono stabili, l’auto elettrica arriva nel 2025 ad un momento di svolta. A rendere topico quest’anno sono le nuove disposizioni che i governi di tutta Europa stanno preparando, dall’addio progressivo agli incentivi agli obiettivi nazionali e comunitari che renderanno l’auto elettrica idealmente sempre più prominente, ma praticamente più lontana.

I dati: il Regno Unito cresce (ma non troppo), la Germania crolla

Andiamo a vedere i dati, per capire il trend delle automobili elettriche in tutta Europa. In Italia, lo sappiamo bene, le BEV hanno ancora una quota di mercato ridotta rispetto agli altri Paesi: siamo al 4,2% di share di tutte le vetture vendute nel 2024, identica alla quota del 2023, senza quell’incremento che ci si poteva aspettare alla vigilia di quest’anno. Sono rimasti pressoché stabili anche altri mercati come la Spagna, che come l’Italia è ancora piuttosto attardata (5,6% nel 2024) rispetto agli altri Paesi, e la Francia.

A fare rumore è stato proprio il Paese transalpino. Sebbene ci si aspettasse una crescita notevole, complice la produzione di elettriche più abbordabili e interessanti da parte di Case francesi come Renault e Citroen, le elettriche sono rimaste ad un buon livello di presenza sul mercato (la quota è del 16,9%: un’auto su sei venduta nuova in Francia è elettrica), ma senza crescere. Più interessanti, nonché eloquenti, i risultati di due mercati centrali per l’automobile nel continente europeo: Germania e Regno Unito. In terra tedesca si è assistito ad un vero crollo dell’auto elettrica, che dall’ottimo 18,4% di quota di mercato del 2023 è scesa al 13,5% negli ultimi 12 mesi, segnalando una contrazione significativa del proprio mercato.

Incentivi auto 2020

Altrettanto degno di nota è il risultato del Regno Unito: il Paese di Sua Maestà ha investito risorse, tempo e pubblicizzato con grande forza una transizione elettrica, ponendo anche degli obiettivi molto ambiziosi per una transizione all’elettrificazione più rapida ed efficace. Questi sforzi hanno effettivamente pagato, facendo diventare il mercato di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord il più grande per l’auto elettrica tra i grandi Paesi europei, con una quota di mercato passata dal 16,5 del 2023 al 19,6% dell’ultimo anno. Rispetto agli ambiziosi obiettivi auto-impostisi, però, c’è ancora una distanza, piuttosto ampia.

I motivi di questa impasse: UK, obiettivi ambiziosi ma possibili?

Proprio qui stanno i campanelli d’allarme verso la transizione alla mobilità elettrica. Il Regno Unito, ad esempio, ha imposto un percorso molto impegnativo per il suo mercato dell’auto in termini di quota di mercato delle auto elettriche. Per il 2024, ad esempio, l’obiettivo preposto era quello di raggiungere il 22% di quota di mercato, sfiorato ma non ottenuto. Nel 2025, invece, questa percentuale sale parecchio, al 28%, per una crescita che dovrebbe essere del 50% tra un anno e l’altro. L’obiettivo finale, prima dell’addio ai combustibili fossili previsto per il 2035, è di arrivare addirittura all’80% di quota di mercato delle BEV nel 2030, tra soli cinque anni.

Per farlo, il Governo di Carlo III ha stanziato ingenti investimenti per migliorare infrastrutture e garantire incentivi non per l’acquisto di automobili (non più presenti da qualche anno), quanto per l’installazione casalinga di caricatori per veicoli elettrici, per un totale attuale di ben 4,5 miliardi di sterline. Nonostante questi ingenti, anzi, enormi investimenti, per il 2024 non si è raggiunto il limite minimo del 22%, con ombre che si allungano sull’ancor più ambizioso obiettivo del 28% per il 2025. Nonostante il Regno Unito, poi, non faccia parte dell’Unione Europea, anche in UK hanno pensato di realizzare un sistema di controllo delle emissioni medie delle vetture vendute dalle Case, introducendo limiti (piuttosto stringenti) simili a quelli vigenti in UE.

Come alle nostre latitudini, per chi dovesse superare i limiti è prevista una multa, pari a 15.000 sterline per ogni auto venduta dopo aver superato il limite. Come in Unione Europea, anche in UK le Case hanno stretto rapporti per “cedere” i propri crediti di emissioni positive, con i brand 100% elettrici come BYD e Tesla in cima alle trattative. Le Case, però, stanno cominciando ad esprimere preoccupazione per il futuro, con limiti alle emissioni ancor più aggressivi e un trend del mercato che, per ora, non sembra capace di raggiungere i limiti non tanto nel 2025, quanto nel 2026, quando la quota minima sarà del 33%.

Francia e Germania in crisi: gli incentivi sono la soluzione?

In Inghilterra, le opinioni sono confuse, tra chi crede nella possibilità di ottenere questi risultati e diventare un esempio per la transizione europea, e chi invece pensa che, allo stato attuale, sia utopistico pensare a numeri di questo tipo. Tra chi chiede più incentivi all’acquisto, coloro che pensano che una migliore infrastruttura di ricarica possa aiutare e chi invece punta ancora sui combustibili fossili, alla crescita inglese si contrappone la frenata francese e il netto calo tedesco.

In Francia non è tanto la quota di mercato rimasta invariata a preoccupare, quanto ciò che è successo negli ultimi due mesi del 2024. A novembre, infatti, il Governo francese ha deciso di ridurre gli incentivi all’acquisto, passando da 7.000 a 4.000 euro. Il risultato è stato a dir poco tragico, con un crollo delle immatricolazioni del 20,7% nel mese di dicembre 2024. Per il 2025, invece, la decisione è stata ancor più drastica: in Francia sono stati completamente eliminati gli incentivi. Già a febbraio potremo vedere il risultato di questa nuova politica, ma in Francia ci sono molti dubbi sulla crescita continua della vendita di auto elettriche.

Renault 5 E-Tech electric

L’esempio lampante di questa preoccupazione è la Germania, una volta traino dell’elettrificazione europea, è crollata dal 18,4% del 2023 al 13,5% del 2024, quasi il 5% in meno persi in 12 mesi. Il motivo di questo crollo è da ricercare anche nella decisione del Ministero dell’Economica di tagliare gli incentivi di 4.500 euro a dicembre 2023. Per tutto il 2024, le vendite di auto elettriche tedesche non sono più risalite, segnando un crollo a dir poco preoccupante per un Paese che, per di più, è casa di alcuni dei brand più attivi nel mondo delle auto elettriche come Volkswagen, BMW, Audi e Opel.

Il 2025 è l’anno decisivo?

Appare quindi lampante come gli incentivi appaiano, per il momento, fondamentali per supportare la diffusione dell’auto elettrica, e questo, a oltre cinque anni dall’inizio della diffusione massiva di queste vetture, è un vero e proprio campanello d’allarme. Anche le vetture ibride Plug-In stanno soffrendo in tutta Europa, con un calo che in Europa le ha fatte scendere dal già non esagerato 7,7% del 2023 ad una quota di mercato del 7,1% nel 2024, molto ridotta rispetto alla quantità di modelli ibridi ricaricabili presentati e all’importanza strategica che queste auto sembrano avere per le Case.

Gli incentivi, quindi, sono la soluzione? Per il momento, appaiono un palliativo necessario per aiutare la diffusione dell’auto elettrica, che però, anche nel miglior anno della sua storia, in Europa supera di poco il 15%. Leggendo in maniera differente questi dati, vuol dire che l’85% delle automobili vendute in tutta Europa ha ancora il motore termico, e nei Paesi dove gli incentivi non sono stati confermati si è assistito ad un calo. La preoccupazione non è tanto nella possibilità di raggiungere gli obiettivi del 2035, con l’addio ai combustibili fossili, quanto alla quantità di investimenti, risorse e di sacrifici da mettere in campo per ottenere questo risultato.

Se, ad oggi, il mercato dell’auto appare ancora dipendente dall’auto termica nonostante gli investimenti miliardari messi in campo dai singoli Paesi e dall’Unione Europea, come si arriverà al 2035? Quali Case arriveranno, e quali Paesi riusciranno a far fronte alle richieste di aziende e automobilisti? Le risposte a queste domande sono quasi impossibili da trovare oggi. Di sicuro, però, il 2025 sarà un anno fondamentale per l’automobile elettrica, che segnerà il futuro dell’elettrificazione e della fattibilità dei piani per ora messi in piedi.

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