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Long Lasting Performance: la sfida di Michelin al mondo degli pneumatici

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Michelin ha appena presentato a Vienna la nuova “mission” Long Lasting Performance, una sfida che il Marchio del Bibendum lancia al mondo degli pneumatici e alla coscienza degli automobilisti. Come? Cerchiamo di fare chiarezza.

Oggi il limite legale di profondità del battistrada è di 1,6 mm, dopodiché le gomme vanno cambiate obbligatoriamente. Negli ultimi anni sono molte le Case produttrici di pneumatici che hanno iniziato a far passare il messaggio di anticipare la sostituzione, arrivando a consigliare il cambio già quando si giunge a 3-4 mm. Mai consiglio fu più sbagliato…

Michelin, con Long Lasting Performance punta alla trasparenza nei confronti del consumatore, cercando di raccontare come si stanno evolvendo davvero le cose e chiedendo, da portavoce, l’introduzione di una nuova normativa.

Cos’è il Long Lasting Performance (LLP)?

Cosa si vuole introdurre? Quale è il problema primario? Molti costruttori producono gomme che sono sicure ed efficaci fino all’indicatore di usura, posto, come abbiamo già detto, a 1,6 mm. Dall’altro lato, però, non vi è nessun divieto di commercializzare pneumatici le cui distanze di frenata si deterioreranno fortemente con il passare dei chilometri e la cui aderenza viene meno man mano che passano i chilometri.

Michelin chiede appunto che venga introdotto un livello di performance minimo garantito dai pneumatici anche quando essi sono usurati, fino al limite consentito. Questo è possibile esclusivamente inserendo un protocollo di test già esistenti oltre oceano che vede le medesime prove eseguite su gomme usurate e, se queste non rispettano gli standard prestabiliti, non possono essere omologate.

Long Lasting Performance

Proseguendo per la strada del Long Lasting Performance, la Casa di Bibendum rischia di perdere in volumi di vendita, ma la strategia è ancora oggi più forte che mai: la qualità viene al primo posto. Dal punto di vista del consumatore, inoltre, i vantaggi sono molteplici. La sicurezza dichiarata è garantita non solo nei primi chilometri, ma per tutto il ciclo vita del pneumatico, a vantaggio del guidatore e della sua tranquillità.

Il secondo vantaggio è puramente economico: meno frequentemente effettuo il cambio, meno pagherò rispetto all’anticipazione del cambio suggerita da diversi competitor (-6,9 miliardi di euro ogni anno in Europa). L’ultimo fattore è quello ambientale: basti pensare che se tutti rispettassero il cambio a 1,6 mm, in Europa si risparmierebbe lo smaltimento di 128 milioni di pneumatici e una riduzione delle emissioni di CO2 fino a 6,6 milioni di tonnellate.

Oggi, senza test ufficiali sui pneumatici usurati, non si sa effettivamente quanto peggiorino le performance dei competitor di Michelin, mentre le prove effettuate dal Brand francese sono sorprendenti.

Più aumenta l’usura, più le performance cambiano, con il miglioramento di alcuni dati, come la frenata su asfalto asciutto e il consumo di carburante, mentre la frenata e l’aderenza sul bagnato sono i problemi principali di uno pneumatico degradato. Michelin nella produzione della sua gamma si assicura che le prestazioni della gomma rimangano quasi inalterate nel tempo, sia su asciutto, sia sul bagnato, arrivando ad ottenere un significativo risultato durante un test del settembre 2018 davanti a un ufficiale giudiziario, durante il quale, all’interno del circuito di Papenburg (GER), la vettura con pneumatici usati ha frenato 3,4 metri prima della medesima vettura equipaggiata con le stesse gomme nuove.

Nelle prove effettuate da noi durante la presentazione del Michelin Long Lasting Performance a Vienna, invece, si vede come in uno pneumatico nel quale non si è lavorato sulle prestazioni a lunga durata la sicurezza non sia assolutamente garantita, con un paragone con le Michelin di pari usura (tra 1,8 e 1,6 mm) che risulta impietoso.

Che test si vuole introdurre nello specifico?

Per i pneumatici nuovi, il test di frenata su bagnato misura la distanza necessaria affinché un veicolo deceleri da 80 a 20 km/h su un manto stradale standard con un 1mm di acqua al suolo. Oltre a queste caratteristiche, il test include inoltre altri parametri molto precisi come il coefficiente di frizione e la temperatura ambientale.

Michelin considera che questo test sia il più appropriato per misurare le performance dei pneumatici usurati, poiché è universalmente riconosciuto e risponde alla reali condizioni di rischio per un automobilista, parametri che risultano perfettamente adatti anche per testare pneumatici usati.

Fino a 1 mm di acqua, infatti, rappresenta il 99% dei casi in cui un guidatore si ritrova dietro al volante della propria vettura, mentre la velocità massima di 80 km/h copre il 90% dei casi di incidente su strada bagnata.

Long Lasting Performance Test

Quali sono i prossimi passi del Long Lasting Performance?

Michelin ha sostenuto la raccomandazione della Francia affinché l’attuale test utilizzato per l’omologazione dei pneumatici nuovi sia utilizzato anche per testare i pneumatici usurati.

Al fine di garantire la sicurezza degli automobilisti, a Marzo 2019 le istituzioni Europee hanno introdotto il principio di “test su pneumatici usurati” all’interno della normativa Europea, la General Vehicle Safety Regulation, che sarà adottata a partire dall’autunno 2019.

Un gruppo di lavoro è stato istituito presso la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) per definire le procedure per realizzare questi test, i pneumatici di riferimento e le soglie di performance da rispettare.

Michelin, con Long Lasting Performance, sostiene l’implementazione di una soglia minima nel test di frenata su bagnato con pneumatici usurati, al fine di assicurare agli automobilisti un livello minimo di prestazioni per tutti i pneumatici in commercio.

Tuttavia, ad oggi, il Marchio francese non chiede alcuna modifica all’etichettatura Europea (labelling), la quale dovrebbe continuare a riferirsi ai pneumatici nuovi, anche perché non è nell’interesse modificare i parametri dei test relativi alla resistenza al rotolamento e alla rumorosità.

La sfida è ardua, ma, sotto certi punti di vista, encomiabile. Riuscirà Michelin a portare a termine la mission Long Lasting Performance?

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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