Il divino Elon ha lanciato la sua ultima provocazione: Make Europe Great Again. Per ora, solo un tweet, ma tanto è bastato per incendiare il dibattito. C’è chi applaude, chi si indigna, chi si chiede se il miliardario sudafricano sia il nuovo salvatore dell’Occidente o solo un esperto di marketing con una visione politica a geometria variabile.
Elon Musk gioca a fare il re d’Europa con un tweet e mezzo, ma mentre invoca la grandezza del Vecchio Continente, rischia di perdersi un pezzo della realtà: sia l’Europa che gli Stati Uniti stanno perdendo la guerra più importante, quella dell’auto. Sulle due sponde dell’Atlantico, il settore automotive è in affanno. In America, tra scioperi sindacali e il flop delle elettriche, le Big Three di Detroit tremano. In Europa, i produttori arrancano sotto il peso di regole ambientaliste che sembrano scritte in un ufficio di Pechino.
Nel frattempo, i cinesi avanzano con prezzi competitivi e tecnologia all’avanguardia. Forse il divino Elon, invece di twittare MEGA come se fosse un nuovo Napoleone digitale, dovrebbe lanciare un patto transatlantico: Make Automotive Great Again. Perché qui non si tratta di salvare solo Volkswagen o Ford, Stellantis o General Motors. Si tratta di evitare che l’auto — simbolo della civiltà occidentale industriale — diventi il prossimo settore ad accedere le quattro frecce e fermarsi con il rischio è che l’unico futuro in corsia di sorpasso sia quello delle vetture cinesi.
In questa guerra mondiale commerciale, più che l’America contro l’Europa, servirebbe un fronte comune USA-UE. E magari, per una volta, un MEGA tweet che abbia più sostanza che propaganda.