Negli ultimi tre anni, i premi delle assicurazioni auto hanno subito un’impennata significativa, senza che vi fosse una reale giustificazione legata all’aumento dell’incidentalità o ai costi dei sinistri. Secondo l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass), il premio medio della garanzia RC auto pagato a luglio 2024 è aumentato del 12,6% rispetto a gennaio 2021. Un dato preoccupante, soprattutto considerando che tra il 2014 e il 2021 i costi delle polizze erano invece diminuiti del 25,3%.
Un’inversione di tendenza preoccupante
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha commentato duramente questo fenomeno, definendolo “un balzo astronomico ingiustificato“. Dona ha ricordato come la liberalizzazione promossa dal governo Monti e dal ministro Passera avesse permesso un abbassamento dei prezzi grazie alla maggiore mobilità dei consumatori, eliminando l’obbligo di disdetta automatica delle polizze.
Tuttavia, l’andamento positivo si è interrotto nel 2023, quando le compagnie assicurative hanno iniziato ad adeguare i premi all’inflazione generale invece che all’incremento reale dei costi di riparazione e dei pezzi di ricambio. Questo ha portato a un aumento del 6,1% nel 2023 e di un ulteriore 5% nel 2024, determinando rincari ritenuti inaccettabili dagli esperti del settore e dalle associazioni dei consumatori.
Aumenti non giustificabili
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, questi aumenti non trovano giustificazione nei dati relativi ai sinistri o all’incidentalità, ma sono piuttosto il frutto di una strategia delle compagnie per mantenere inalterati i propri margini di profitto in termini reali. Con l’inflazione ormai sotto il 2%, Dona auspica che nel 2025 si possa assistere a una nuova fase di riduzione dei premi assicurativi, riportando i costi a livelli più equi per gli automobilisti.