Dopo settimane di rumors e sgambetti in sala riunioni, il dado è tratto: Makoto Uchida saluta Nissan e al suo posto arriva Ivan Espinosa. Un nome che suona meno giapponese e più da rivoluzione, almeno sulla carta. Perché l’uomo che ora tiene il volante della Casa di Yokohama ha un compito che assomiglia più a una missione impossibile: rimettere in carreggiata un’azienda in crisi e, magari, riaprire quel tavolo con Honda che Uchida aveva fatto saltare.
Un dettaglio non da poco: Honda, prima di ridiscutere la fusione, aveva posto una condizione secca, stile ultimatum hollywoodiano. Quale? L’uscita di Uchida. E guarda un po’, come per magia, il CdA lo ha accompagnato alla porta con un biglietto di sola andata. Che il nuovo CEO sia stato scelto proprio per far ripartire il dialogo? Difficile credere alle coincidenze quando si parla di miliardi e di salvataggi aziendali.
Espinosa non è un novellino: in Nissan dal 2003, ha fatto gavetta tra Messico, Asia ed Europa. Ma ora è chiamato a un miracolo, perché l’azienda è ai minimi termini e la ristrutturazione sembra più una terapia intensiva che un lifting. Nel frattempo, Honda aspetta sorniona: ha fatto fuori il suo ostacolo numero uno, adesso vuole vedere fino a che punto i nuovi vertici saranno disposti a trattare.
Il vero rebus è capire se Nissan riuscirà a rialzarsi da sola o se la fusione con Honda diventerà un matrimonio obbligato. Espinosa ha poco tempo per dimostrare che può riscrivere il finale di questa storia. Altrimenti, il prossimo a fare le valigie potrebbe essere proprio lui.