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Per gli italiani l’auto nuova è da fessi: l’usato il vero affare

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Il “nuovo” costa troppo e non convince più. I clienti italiani, sempre molto attenti, lo hanno capito velocemente: a gennaio, ogni 100 macchine fresche di concessionaria, ne sono state vendute 219 di seconda mano. Il doppio. Segno che gli italiani non vogliono fare da cavie per esperimenti elettrificati e, soprattutto, non vogliono ipotecarsi un rene per una scatola di latta con troppe batterie e troppa poca anima. 

I numeri parlano chiaro: il Diesel e la benzina restano re e regina delle strade, mentre le elettriche sgomitano per arrivare a uno 0,8% che fa ridere perfino i monopattini. Il popolo dell’usato ha capito l’antifona: meglio una vecchia gloria con qualche chilometro sulle spalle che un’auto nuova di zecca ma con più cavi di un cantiere e più vincoli di una finanziaria. Morale della favola? Oggi l’auto nuova è un vezzo per pochi o un capriccio per chi si fida ancora delle promesse di Bruxelles. 

Il resto del Paese punta su modelli già rodati, che non si spengono con il freddo, non soffrono di ansia da ricarica e, soprattutto, costano la metà. In pratica, il futuro dell’auto è nel passato.

Gentlemen driver

Federico Ferrero

Direttore Autoappassionati.it

Autore
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