Che BYD sia ormai una consolidata realtà anche nel panorama italiano, impegnato in una transizione che al momento premia gli ibridi, non vi è alcun dubbio. Se le vendite a livello globale sono cresciute tra 2023 e 2024 con un impressionante +43%, dati monstre, è altrettanto vero che sul finire del 2024 BYD si è fatta conoscere al grande pubblico con lo spot che ha visto protagonista Lorella Cuccarini al volante della Seal U DM-i, SUV ibrido plug-in che in autoappassionati abbiamo già provato in redazione. Anche e soprattutto grazie a questo nuovo modello, BYD è passata in Italia da una quota del 0,1% di inizio 2024 a un 0,62% alla fine dell’anno scorso. Ovviamente, chi si ferma è perduto.
Crescono le vendite e arriva il momento per inserirsi con una vettura come la nuova Atto 2, a mesi destinata alla produzione nel nuovo stabilimento ungherese della Casa cinese, provando a rinverdire i fasti di un elettrico che senza incentivi fatica ma che non è assolutamente spacciato. Come? Puntando innanzitutto su un prezzo competitivo nei confronti di altri concorrenti che offrono prestazioni e carrozzerie simili e diventando di conseguenza un best buy per chi non vuole rinunciare allo spazio e allo stesso tempo si integra perfettamente con tutto ciò che prevede la guida di una vettura elettrica, ma andiamo un passo per volta.
Atto 2 è un crossover/B-SUV lungo 4,31 metri, quindi 15 centimetri in meno della Atto 2 dalla quale eredita parzialmente le linee, ed è pienamente classicabile come un B-SUV tanto in voga sul mercato. Dentro troviamo due display, con quello centrale che può variare al sua diagonale fino a 12,8″, e sono migliorati rispetto ad altre BYD recentemente testate il controllo di altre funzioni come la climatizzazione grazie ai comandi multi-touch. Sorvolando sulla funzione Karaoke, per divertirsi con gli amici durante un viaggio, Atto 2 monta al lancio una batteria da 45,1 kWh e il motore elettrico anteriore da 177 CV. 463 km nel ciclo urbano come valore di riferimento per un’auto che non disdegna anche le gite fuori porta.
Noi l’abbiamo provata a Torino per dirvi come va, quanto costa, cosa propone di serie e perchè può rappresentare un’alternativa valida ai piccoli B-SUV elettrici.
Prezzi BYD Atto 2 per l’Italia: gli allestimenti e la dotazione di serie

Molto semplice il listino prezzi della BYD Atto 2, che viene fornita in due allestimenti (Active e Boost) con tutto di serie, vernici metallizzate a parte, con prezzi che si dividono tra i 29.990 euro della Active e 31.990 euro per la Boost. Se la prima già porta in dote il tetto panoramico, il sedile guidatore con regolazione elettrica a 6 vie e il sedile del passeggero a 4 vie, Android Auto e Apple CarPlay, la funzione Vehicle-to-Load e lo schermo rotante da 10,1″, la Boost va ad aggiungere per 2.000 euro lo schermo più grande (12,8″), sistema audio con 8 altoparlanti, la piastra di ricarica wireless, i sensori di parcheggio anteriori, la camera a 360°, gli specchietti richiudibili elettricamente, il volante e i sedili anteriori riscaldabili. Ovviamente è sempre compresa la suite di ADAS di ultima generazione.
Interessante il confronto con altri modelli della concorrenza. Una Grande Panda elettrica La Prima, la top di gamma ma a scanso di equivoci ben più compatta del B-SUV cinese, parte da 27.900 euro ma, ad esempio, non ha il tetto panoramico o la pompa di calore. Inoltre, il prezzo della Atto 2 è ora in promo a 27.900 euro (6 anni/150.000 km di garanzia sulla vettura, 8 anni/200.000 km sulla batteria), ed è già stato annunciato l’arrivo della Comfort che con una batteria più grande dovrebbe garantire i 400 km di autonomia reali e una ricarica in DC migliorata, ma su questo punto ci torno a breve. Costerà 34.990 euro.
Interessante, invece, il finanziamento con CA Auto Bank che permette di salire subito a bordo di Atto 2 con batteria da 45,1 kWh versando un anticipo di 6.940 euro e pagando una rata di 449 euro/mese per 12 mensilità. Alla scadenza, senza versare altri anticipi e aumentando la rata a 548 euro/mese si passa di diritto, per 3 anni, alla Atto 2 Long Range, la Comfort di cui accennavo (TAN Fisso 7,9%, TAEG 9,44%).
I prezzi della BYD Atto 2 in Italia
- Active da 29.990 euro (in promo a 27.900 euro)
- Boost da 31.990 euro
- Comfort (in arrivo) da 34.990 euro
BYD Atto 2: com’è fatta fuori e dentro

Non così diversa dalla Atto 3 rispetto alla quale è 15 centimetri più corta, la Atto 2 è lunga 4,31 metri, larga 1,83 metri, alta 1,65 metrie e vanta un bagagliaio, ben rifinito, da 440/1.360 litri abbattendo gli schienali 60:40. Tutto regolare, con cerchi che colpiscono nella silhouette laterale insieme agli elementi in tono con la carrozzeria che adornano le minigonne. Siamo di fronte, comunque, a un esercizio di stile che prende un’altra direzione rispetto alle berline Seal e Sealion 7 dei segmenti superiori. Forse solo i fari allungati tradiscono la parentela con la berlinona Han, rivale della Tesla Model S.

Con un passo di 2,62 metri, a bordo si sta molto comodi anche dietro e ho apprezzato i tappetini in gomma, facili da pulire. Dietro, lato B, continua a convincermi la firma luminosa intrecciata che avevo apprezzato su Dolphin, durante un test di redazione nell’inverno scorso. Interni ben fatti: c’è il quadro strumenti virtuale da 10,1″, ben incastonato e ben visibile, e c’è il display che come abbiamo visto è rotante e disponibili con due diverse diagonali in base all’allestimento. Ampia la disponibilità di spazio in abitacolo, contando anche l’ampio vassoio sotto la console centrale dove trova posto, quando presente, la piastra di ricarica wireless con un tappetino gradevole al tatto e due spessori per tenere in posizione il telefono. La qualità percepita è alta, non c’è che dire, e anche l’insonorizzazione non è affatto male.
Alla guida della BYD Atto 2: in città se la cava bene, la ricarica potrebbe essere più veloce ma dipende dalle vostre abitudini
Quella che possiamo considerare a tutti gli effetti una rivale all’altezza della concorrenza, dove le rivali sono la Volvo EX30, la Mini Aceman e la Citroen e-C3 Aircross, si inserisce con un pacchetto che sulla carta promette bene. Batteria giusta per la città, 45,1 kWh, con un valore in WLTP urbano forse troppo ottimistico perchè nel nostro test, per le strade di Torino, ho registrato a una media di velocità tipicamente cittadina un consumo di 16 kWh/100 km. Facendo i soliti due calcoli, significa poco meno di 300 km reali.
La batteria, LFP (quindi senza cobalto), si ricarica in AC a 11 kW e in DC a 65 kW, così da caricare fino all’80% in 37 minuti. Siamo un po’ lontani dai riferimenti delle concorrenti, basti pensare a tutte le Stellantis, anche Grande Panda, che carica fino a 100 kW. Non a caso la Atto 2 Comfort sopperirà a questo piccolo deficit con un caricatore di bordo più potente. Ribaltando il punto di vista, però, è dimostrato che più del 75% dei cittadini italiani non copre più di 10 km al giorno per recarsi al lavoro o compiere le proprie attività. Ne consegue che il problema di ricaricare “veloce” per un’auto che può sfruttare le ore notturne dalla presa del box o caricarsi in poche ore, circa 4, dalle colonnine a 11 kW si pone con meno attualità. Ovvio che tutto cambia se la Atto 2 diventa la vostra auto principale e ci andate al mare o in montagna. Mettete in conto, con questa versione, soste più lunghe alla colonnina.
177 CV corrispondono a uno 0-100 km/h coperto in 7,9 secondi, potenza più che sufficiente, specie in modalità Sport, a districarsi nel traffico, scattare bene ai semafori o tirarsi fuori da situazioni di impiccio come la più classica delle rotonde trafficate nelle ore di punta. Riguardo al comfort ho trovato una vettura morbida ma non troppo, brava ad assorbire asperità ma anche a restituire un buon feeling, già migliore di quello che onestamente ho percepito a bordo della Mini Aceman. Avendo guidato solo in città, il percorso prevedeva anche un tratto di tangenziale che ha affrontato il collega con me in abitacolo, non mi esprimo su doti dinamiche tra curve veloci che non ho avuto modo di testare.

Reparto ADAS promosso anche se mi tocca sottolineare che il monitoraggio dell’attenzione del conducente, c’è una telecamerina a filo del montante destro che guarda tutto il tempo la posizione della vostra testa e l’orientamento dei vostri occhi, è fin troppo invasivo e appena si gira lo sguardo verso lo schermo per fare la più semplice delle operazioni, come regolare l’aria con tre dita (in su e in giù la temperatura, a destra e sinistra la ventola), suona all’impazzata.
Possibile che nessuno ci abbia pensato? In realtà di tasti fisici ce ne sono ancora tanti ma è ovvio che il cuore del sistema rimanga il display al centro. Per altro, attivando CarPlay o Android Auto bisogna per forza di cose uscire per fare altre operazioni come regolare la climatizzazione, e lo schermo rimane fisso in posizione orizzontale senza possibilità di ruotare.