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Prova Jeep Wrangler Rubicon benzina: il 4×4 di sempre, più tecnologico e sicuro

Tempo di lettura: 8 minuti

Regina indiscussa del fuoristrada, l’iconico modello Jeep si presenta con un design rinnovato, grazie a un sapiente, ma leggero maquillage, con semplici tocchi, estetici e non solo, che non rivoluzionano, ma rinfrescano il 4×4 per eccellenza del brand americano. Non solo, sicurezza e tecnologia a bordo, non mancano, con numerosi dispositivi ADAS, così come le nuove opzioni per il tetto asportabile o apribile. Tutto ciò senza che questo fuoristrada, la Jeep per antonomasia, perda però la sua indole offroad, grazie a pneumatici tassellati adatti e specifici accorgimenti tecnici per non rimanere bloccati nel fango, nella sabbia o nella neve.

Insomma la Jeep Wrangler JL di quarta generazione si dà una ritoccatina di metà carriera, ed è disponibile in due nuove versioni, la Sahara e Rubicon e in due motori. Protagonista è indubbiamente il powertrain ibrido plug-in 4xe (da noi precedentemente testato), ma per alcuni mercati, storicamente poco avvezzi all’elettrificazione, come Italia, Germania, Polonia e Spagna, la Jeep sarà disponibile, in serie limitata, con il 2.0 turbo benzina da 272 CV. Ed è proprio questo motore, l’oggetto del nostro test su strada.

Scopriamo le novità, quanto consuma, come va la Jeep Wrangler Rubicon 2.0 turbo benzina, nella nostra prova su strada e in fuoristrada.

Motori, prezzi, dotazioni e concorrenti Jeep Wrangler Rubicon

La nuova Jeep Wrangler è disponibile in soli due classici allestimenti Sahara e Rubicon e nei due motori benzina e ibrido plug-in. Partiamo quindi con una versione “base” Sahara 2.0l T-GDI 272 CV da 71.500 euro che salgono a 73.000 per la Rubicon da noi provata. Se vogliamo puntare sull’ibrido 2.0 4xe PHEV da 380 CV si sale decisamente di ben 14.000 euro e si arriva quindi rispettivamente a 85.500 e 88.000 euro.

La nuova Jeep Wrangler Sahara prevede cerchi in lega da 18”, hard top in tinta con la carrozzeria, luci full LED, sedili anteriori e volante riscaldati, sistema keyless, monitor da 12,3”, telecamera posteriore, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, avviso di superamento della linea di carreggiata e rilevamento della segnaletica stradale. Invece la nuova Jeep Wrangler Rubicon, più votata all’offroad, è dotata di cerchi da 17” con pneumatici tassellati specifici per i fondi difficili, hard top nero, sedili in nappa con inserti in pelle ed assale posteriore Dana 44 HD full-float.

Insomma Stellantis ha deciso di rispondere così alle richieste del mercato, lanciando una sorta di guanto di sfida alle poche, ma agguerrite competitors. Tra tutte citiamo: Ford Bronco, Ineos Granadier, Land Rover Defender e Mercedes Classe G.

Esterni e interni Jeep Wrangler Rubicon

La Jeep Wrangler Rubicon ha un design immediatamente riconoscibile contraddistinto da linee scolpite e dai tradizionali tratti stilistici del marchio americano, che vanno dai passaruota trapezoidali alle cerniere a vista. La Jeep Wrangler restyling da fuori non presenta molte tracce di rinnovamento: rimane la griglia a sette feritoie Seven Slots, ma ora nere e più sottili, un’antenna stealth integrata nel parabrezza, invece dell’antenna classica verticale che non c’è più, offrendo un design più moderno e pulito, anche se rimane la possibilità di averla con l’hardtop, nero oppure in tinta con la carrozzeria. Le dimensioni rimangono le stesse, generose, ma non più grande di un SUV di segmento D, 4,88 metri di lunghezza per 1,89 di larghezza, 1,85 l’altezza.

La versione Rubicon, inoltre, aggiunge altri dettagli di stile specifici tra cui il gancio di traino posteriore e sul cofano la scritta laterale “Rubicon”. Cofano che, curiosamente, non è mai bloccato a vettura chiusa e che qualche malintenzionato può sempre sganciare e aprire, nonostante un buon antifurto venga in nostro soccorso. Inoltre, gli esterni sono resi ancora più esclusivi dai cerchi dedicati alla Rubicon 17 pollici x 7.5 machined/painted black, che con gomme specifiche la rendono inarrestabile su ogni terreno e affascinante da vedere, anche solo parcheggiata.

L’hard top modulare, volendo, viene sostituito dal Black Power Soft Top, un tetto in tela apribile totalmente in modo automatico, ad un prezzo non troppo concorrenziale + 3.500 euro, ma sicuramente più versatile dell’Hard Top modulare, che, per essere rimosso, necessita di essere scomponibile in tre parti. Certo i fruscii autostradali si fanno sentire parecchio, specie in galleria… Inoltre, come su tutte le Wrangler, le porte si possono rimuovere, e il parabrezza si abbatte, ma in Italia non è possibile circolare su strada così, perché potreste incorrere in sanzioni. Come sui modelli precedenti non manca il parabrezza Gorilla Glass– di serie sull’allestimento Rubicon ed a richiesta sul Sahara – un materiale a dir poco resistente: il vetro ha la stessa tecnologia dei display presenti su smartphone e tablet. Il parabrezza risulta leggero ed, al tempo stesso, fino a tre volte più resistente rispetto ai vetri comuni, il tutto grazie ad uno strato esterno più spesso del 52% ed uno interno ultrasottile.

Interni di sostanza, ma tecnologici e connessi

L’abitacolo viene rinnovato grazie a nuovi interni tessuti e cuciture e soprattutto dal punto di vista tecnologico; infatti, ora svetta il nuovo monitor touch da 12,3” per gestire il sistema di infotainment Uconnect 5, con connettività 4G, Apple CarPlay wireless standard ed Android Auto. Il software Trails Offroad è integrato direttamente nello schermo centrale e aiuta con informazione chiare e semplifi in offroad. Non mancano gli aggiornamenti OTA, comandi vocali e compatibilità con Alexa.

Rimane, invece, il noto quadro strumenti TFT, in parte analogico e in parte digitale, con schermo a colori da 7”, con uno stile autentico, versatilità e una serie di funzionalità intuitive. L’abitacolo è più curato, grazie anche a nuove superfici, caratterizzate da una qualità dei materiali adeguata, che bada soprattutto alla durevolezza e alla praticità, senza dimenticare il design, grazie alle finiture colorate in contrasto. Rimane il piacevole volante a tre razze, dalla corona spessa e dai numerosi comandi, alcuni nascosti anche nella parte posteriore, ma facilmente memorizzabili dopo un breve apprendistato,

Ci sono poi fino a 7 ingressi usb variegati tra tipo A e di tipo C, prese da 12 e 230 Volt. Insomma nell’abitacolo c’è un ottimo mix tra tecnologia e comodità, grazie ai sedili anteriori regolabili elettricamente in 12 posizioni. Gli airbag a tendina laterali della prima e della seconda fila sono di serie su tutti gli allestimenti. Tra le dotazioni per il comfort sono disponibili sedili anteriori e sterzo riscaldabili, utili con le temperature proibitive delle montagne. Il divano è comodo per due persone, ma è corto in senso longitudinale per ospitare le gambe nella loro completa lunghezza. Il posto centrale ha invece la seduta rigida. Il bagagliaio, infine, propone una capienza ottimale che parte da 533 litri, senza abbattere i sedili posteriori, peccato manchi un tendalino per celare gli oggetti ivi contenuti, anche se i vetri scuri celano alla vista i colli posizionati dietro i sedili. Numerose e intelligenti le soluzioni portaoggetti, tra cui le nuove tasche sulle porte, i porta bicchieri e numerosi ulteriori scomparti per custodire oggetti e telefoni cellulari. In dettaglio, il cassettino portaoggetti, dotato di apertura ammortizzata, può essere chiuso a chiave, come per la consolle centrale, per tenere al sicuro oggetti di valore quando si viaggia a tetto aperto. Unica pecca l’assenza del poggiapiedi sinistro per il guidatore, specie con un unico cambio a automatico a disposizione.

Alla guida Jeep Wrangler Rubicon benzina: spinta adeguata e buon confort per il segmento, certo il meglio lo dà nel fango

La nuova Jeep Wrangler ospita sotto al cofano o il motore plug-in 4xe da 380 CV, potenza scaturita dal 2.0 turbo benzina 4 cilindri e due motori elettrici, da noi provato in precedenza, oppure il più “semplice” 2.0 turbo da 272 CV, senza alcun ausilio elettrico.

Il motore a benzina da due litri quattro cilindri in linea con turbocompressore ed è abbinato a un cambio automatico ZF. Per capirsi l’accoppiata motopropulsore è stretta parente della versione presente su Giulia e Stelvio benzina, con logiche di gestione specifiche per la guida offroad.
Il quattro cilindri turbo benzina, sviluppa ben 272 cavalli a 5.250 giri/min e 400 Nm di coppia a 3.000 giri, ed è dotato di Stop-Start (ESS), unica forma di “elettrificazione”. Non manca un turbocompressore Twin Scroll con sistema C-EGR e iniezione diretta centrale.

Questo duemila è in grado di erogare la coppia in maniera fluida e lineare, per un comfort di guida che ha pochi paragoni con le Jeep Wrangler del passato. Certo l’unico difetto che si può dedicargli è la mancanza di un buon allungo, ma su questo genere di vettura non crea grandi problemi. La coppia è robusta a sufficienza, anche se si anticipa il cambio di rapporto, agendo in modo sequenziale sulla leva del cambio. La Jeep Wrangler, con il suo 2.0 turbobenzina, accelera vivacemente da 0 a 100 km/h in soli 8.5 secondi e raggiunge la velocità massima autolimitata (per via delle gomme tassellate) di 156 km/h – rispetto ad un 177 della Sahara, un risultato comunque notevole per il mezzo in questione.

E infatti dopo i primi chilometri viene cancellato ogni dubbio sulla bontà di quest’accoppiata motore-cambio, capaci di essere confortevoli e reattivi su strada e, al tempo stesso, decisi e affidabili in fuoristrada. La trasmissione automatica a otto marce è adattata ai requisiti della Wrangler: il cambio contribuisce ad assicurare capacità off-road ineguagliabili. Se un tempo il miglior compromesso per l’offroad era considerato il cambio manuale, oggi possiamo affermare con certezza il contrario. È il primo segnale del fatto che ormai anche la Jeep Wrangler punta a compiacere il guidatore anche su strada e a non rendere la guida su asfalto solo una pausa tra un guado e uno sterrato. Peccato l’assenza di una funzione “hold” che blocchi il veicolo nelle soste al semaforo senza dover pestare il piede sul pedale.

A garanzia delle intenzioni “stradiste” della nuova Jeep Wrangler c’è il lavoro svolto per insonorizzare l’abitacolo della Wrangler, che, nonostante abbia un’aerodinamica sfavorevole, specie con il tetto in tela e le ruote tassellate, mantiene una rumorosità stranamente contenuta. Lo sterzo è abbastanza preciso, non troppo demoltiplicato e mantiene vuoti centrali ridotti.

Anche le sospensioni ad assale rigido e molle elicoidali, anteriori e posteriori, sono state ottimizzate per la guida su strada e il comfort, senza sacrificare la capacità in fuoristrada. Certo nei dossi e nelle buche cittadine non possiamo pretendere un’auto confortevole. Ma l’assetto è tutto sommato “frenato”, si fa per dire, il che garantisce una tenuta buona in curva, in effetti è sorprendentemente piacevole percorrere un tragitto misto: a dispetto delle dimensioni, la Jeep Wrangler, non disdegna un buon guidato con un appoggio sempre sincero e mai incerto. E’ necessaro andare più cauti sui fondi bagnati, dove le gomme tassellate non forniscono la giusta aderenza. I sistemi elettronici di controllo della stabilità, infine, come l’ESP non interferiscono eccessivamente con la guida, tagliando l’erogazione del gas, ma senza mettere in crisi l’assetto.

Non troppo parsimoniosa, si fa perdonare grazie ad un corredo ADAS completo e grandi capacità offroad

In città, la guida alta agevola la visibilità: le generose dimensioni, la ruota di scorta a sbalzo e l’angolo di sterzo non contenuto, non la rendono la regina dei parcheggi, ma un valido aiuto viene dai sensori anteriori e posteriori e telecamere frontale e posteriore. In città si percorrono meno di 7 km/l, meglio in extraurbano, dove, comunque non si superano i 10, la media è di circa 9 km/l, ma in offroad si scende parecchio. Che poi, pensandoci bene, non sono male per un 4×4 benzina senza elettrificazione, che pesa 2.100 kg in ordine di marcia, con una meccanica “maschia” e un’aerodinamica completamente a sfavore.

I sistemi di assistenza alla guida (ADAS) sono molteplici sotto la nuova Jeep Wrangler che vanta cruise control adattivo, monitoraggio dell’angolo cieco, mantenitore attivo della corsia, assistenza al parcheggio, rilevamento della segnaletica stradale e telecamere esterne davanti e dietro, peccato per l’assenza della visione 360° e del Lane Centering, ma parcheggi e autostrada non sono il suo terreno d’elezione. La Jeep Wrangler, inoltre, presenta inoltre il Selec Speed Control, che consente di controllare, quando si guida in fuoristrada, la velocità del veicolo impostata in modo automatico sia che ci si trovi in salita, in discesa o in piano.

In fuoristrada la Jeep Wrangler restyling, mantiene la giusta attenzione rivolta agli angoli specifici con attacco a 31,8° ed uscita di 21,4°. L’altezza da terra è di 25,3 cm e si possono guadare corsi d’acqua profondi fino a 76 cm ad una velocità massima di 8 km/h. Insomma, con questo maquillage di metà carriera, non va persa nessuna delle leggendarie capacità off-road che la contraddistinguono da sempre. O per dirla con parole Jeep troviamo appieno il “Trail Rated” della Wrangler che, nell’allestimento Rubicon è equipaggiato con il sistema di trazione integrale Rock-Trac. Quest’ultimo comprende una scatola di rinvio a due velocità – ridotte – con rapporto delle marce ridotte pari a 4:1, assali anteriori e posteriori Dana 44 e bloccaggi elettrici dei differenziali anteriore e posteriore Tru-Lok per la guida in fuoristrada più estremo. L’allestimento Rubicon offre inoltre una maggiore articolazione delle sospensioni grazie all’Active Sway Bar System, il sistema di disconnessione elettrica della barra stabilizzatrice, che permette di articolare meglio le due estremità dell’asse anteriore con gli ostacoli più difficili. Non manca l’utile tasto offroad per settare tutti i sistemi alla guida in condizioni più estreme.

Insomma la Jeep Wrangler Rubicon benzina non è certo un 4×4 a buon mercato, ma è anche uno dei pochi duri e puri rimasti in commercio: parliamo di un veicolo tuttofare, per le gite domenicali in famiglia, per gli amanti dello sport e per gli integerrimi dell’offroad spinto, ma che non disdegna anche lunghi trasferimenti autostradali, magari in montagna, con l’asfalto innevato. Insomma la Jeep Wrangler con questo motore ha una buona dose di spinta, è confortevole il giusto, permette di andare in vacanza a fare sport o al lavoro senza problemi, “beve” non poco carburante, ma all’occorrenza diventa una cabrio o guada un torrente. Insomma un 4×4 tuttofare che non si tira indietro di fronte a nessuna sfida.

PRO e CONTRO Jeep Wrangler Rubicon benzina

PRO

  • Fuoristrada tuttofare: 4×4 impegnata, prima auto di famiglia e “cabrio”
  • Modalità Offroad spinte: blocco dei differenziali, ridotte e tasselli
  • Tecnologia: ADAS e infotainment si aggiornano

CONTRO

  • Consumi non proprio contenuti
  • Prezzo non per tutti
  • Tetto in tela rumoroso alle alte velocità e in galleria
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