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Rivoluzione per le auto aziendali: che cosa cambia nel 2025

Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo l’introduzione del nuovo Codice della Strada che molto ha fatto discutere, non si fermano le novità legate al mondo dell’auto volute dal Governo. Con la Manovra 2025, infatti, sono divenute effettive delle importanti misure che vanno a regolamentare il regime fiscale per le nuove autovetture concesse ai dipendenti delle aziende.

Le auto aziendali rientrano a tutti gli effetti nei benefit che vengono forniti ai dipendenti, motivo per cui esse sono soggette a tassazione. Ma che cosa cambia nello specifico con l’anno nuovo? Rispetto a quanto in vigore nel 2024, ora la tassazione dipende principalmente dal tipo di alimentazione del veicolo.

Nel 2025, come si può osservare da quanto riportato nella normativa, nella maggior parte dei casi la tassazione delle auto in comodato per i lavoratori andrà ad aumentare e probabilmente questo potrà determinare una riduzione del ricorso a questo tipo di benefit da parte delle aziende.

Fino all’anno scorso il sistema di tassazione era legato alle emissioni delle autovetture nell’ottica del rispetto dei limiti fissati per legge e dell’arrivo del progressivo stop al termico fissato per il 2035 a cui alcuni Stati Europei si stanno opponendo. Ora, invece, a contare è l’alimentazione.

Le aliquote nel 2024 per le auto aziendali
Valore emissioniPercentuali di tassazione
Per le emissioni fino a 60 g/km25% del costo chilometrico
Per le emissioni tra 61 e 160 g/km30% del costo chilometrico
Per le emissioni tra 161 e 190 g/km:50% del costo chilometrico
Per le emissioni superiori a 190 g/km60% del costo chilometrico


Nel 2025 a contare è l’alimentazione

Con l’arrivo del nuovo anno cambia tutto quindi. A farla da padrone per il calcolo delle tasse, come già detto sopra, sarà la tipologia di alimentazione delle autovetture interessate. Un modo per favorire le elettriche? Analizzando i dati effettivamente verrebbe da pensare così, data la discrepanza tra i valori che interessano le elettriche e le auto ad alimentazione tradizionale.

In soldoni, chi deciderà di dotare la propria flotta di auto elettriche vedrà una tassazione al 10% del costo chilometrico, un’aliquota che salirà al 20% per le auto ibride plug-in e a ben il 50% per le vetture benzina o Diesel.

Con queste percentuali è facile quindi pensare a come chi deciderà di ricorrere alle auto ad alimentazione tradizionali dovrà pagare di più. Le vetture più scelte, però, per le flotte e soprattutto per chi deve percorrere molti chilometri in autostrada sono le benzina e Diesel, per questo molto probabilmente la misura andrà ad impattare notevolmente sul mercato influenzando la scelta delle aziende.

Quello che è praticamente certo, come riportano alcune stime, è che per lo Stato il gettito fiscale con l’introduzione del nuovo sistema potrebbe aumentare di circa 25 milioni.

Le aziende prolungheranno i contratti di noleggio?

Per risparmiare, la strada che prenderà sempre più piede tra le aziende, potrebbe essere quella di prolungare i contratti precedentemente sottoscritti. Come mai? Le vetture assegnate ai dipendenti entro il 31 dicembre 2024 sono sottoposte alla vecchia normativa che garantiva una tassazione certamente più vantaggiosa e quindi uno degli stratagemmi per non impattare nell’esborso di più soldi potrebbe essere proprio la proroga dei contratti esistenti senza sostituire l’auto a chi ne è già in possesso.

Secondo quanto riportato dall’associazione degli autonoleggiatori “Aniasa”, nel 2025 il mercato potrebbe andare a picco con una diminuzione delle immatricolazioni delle aziende di noleggio di circa il 30%  e del 20% per gli acquisti diretti. Senza la retroattività della legge, infatti, il rischio potrebbe essere quello opposto rispetto a quanto ricercato con un maggior numero di autovetture ad alimentazione tradizionale in movimento. Questo perché, le autovetture date in dotazione prima del nuovo anno probabilmente saranno oggetto della proroga dei contratti con pronosticabili ricadute sull’ambiente e sulla sicurezza stradale in un clima in cui l’incentivazione per il rinnovamento del parco circolante è stata abbandonata.

Le auto aziendali Diesel saranno più care di plug-in ed elettriche

L’associazione autonoleggio poco prima dell’introduzione della nuova normativa aveva effettuato delle simulazioni relativamente al nuovo assetto tributario. Secondo le stime, il rincaro è di circa il 67% della tassazione per le ibride di tipo tradizionale che non si ricaricano quindi alla spina. Numeri notevoli, che secondo altre analisi, si scontrano con una diminuzione delle tasse per SUV e auto di grande cilindrata: l’aliquota per questa tipologia di vetture passerà, infatti, dal 60% al 50%.

La nuova legge andrà a stimolare il mercato per il rinnovo delle flotte oppure determinerà uno stallo nei nuovi contratti di noleggio per i benefit dei dipendenti delle aziende?

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