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“Rottama l’auto per una eBike e ti diamo 4.000 euro”: la Francia e il piano anti-auto

Tempo di lettura: 4 minuti

Ha dell’incredibile la campagna di super incentivi pensata dal governo francese per sostituire la bicicletta a pedalata assistita all’utilizzo dell’automobile. Si chiama Le Plan Vélo, ed è un meccanismo pensato dallo Stato transalpino per demonizzare ulteriormente l’utilizzo dell’automobile soprattutto in contesti urbani.

In poche parole, l’incentivo francese sulle eBike consta in un super bonus da 4.000 euro aperto a tutti. L’unico requisito è però sostituire alla classica automobile una bici a pedalata assistita. Incentivi del genere sono presenti sul territorio d’Oltralpe da oltre 5 anni, ma mai si era arrivati ad una tale guerra contro l’automobile.

Niente elettriche: in Francia le eBike sembrano la risposta

Fin dal suo insediamento, il governo presieduto da Emmanuel Macron si è distinto per soluzioni molto decise contro l’inquinamento. Dall’abbassamento a 110 km/h del limite di velocità autostradale in prossimità delle città più congestionate all’eco-malus, una tassa per i veicoli più inquinanti, la Francia è stata tra le più ispirate sostenitrici di un mondo anti-automobile. E oggi, dopo anni di incentivi all’acquisto di eBike, arriva una svolta.

Se si sostituisce un’automobile tradizionale di qualsiasi anno e alimentazione, con una eBike, in Francia si ottengono 4.000 euro di incentivo. Con questa cifra è possibile acquistare delle biciclette top di gamma, tecnologiche e moderne. Si tratta di modelli estremamente valide, raffinate e funzionali che, per potenza dei motori e autonomia, possono diventare molto versatili anche per le percorrenze più lunghe.

Sebbene non siano dei veri e propri motocicli, le eBike di ultima generazione riescono a supportare la spinta delle gambe. In questo modo, si riduce al minimo lo sforzo fisico per andare avanti. Così facendo le nuove biciclette a pedalata assistita sono sempre più trasversali, e consentono a sempre più persone di fare anche lunghi tratti senza affaticarsi. Per questo, il Governo Francese spinge sulle eBike, nuovo fenomeno di vendite in tutta Europa. In più, per combattere ancora di più l’utilizzo dell’automobile, la Francia ha messo in campo un incentivo “gratis”. Cosa significa? Se rottami la tua auto, lo Stato ti premia con 400 euro, anche senza acquistare nulla al suo posto.

Il successo delle eBike, in Francia e non solo: 5 milioni di unità vendute nel 2021. E l’Italia è primatista europea

Questo incentivo alle eBike in Francia arriva in un momento di splendore delle bici “elettriche”. In realtà, la bici a pedalata assistita non è sicuramente una novità dell’ultimo momento, in quanto sono diffuse già da una decina d’anni. Il passaggio alla nomenclatura eBike ha però segnato un cambio di generazione epocale. Con motori, sempre da meno di 0,35 kW, molto più prestanti, versatili e funzionali e pesi equiparabili alle normali biciclette, le nuove eBike hanno fatto esplodere il mercato. Fino ad oggi, infatti, il grande limite delle biciclette tradizionali era la difficoltà di utilizzo per lunghe tratte o in città con importanti differenze di altitudine. Oggi, però, le eBike diventano vere sostitute degli scooter, con costi di gestione praticamente nulli.

Il successo delle eBike, in Francia e non solo aiutate da incentivi economici, si vede dai dati di vendita di un colosso delle biciclette tradizionali, Shimano. Secondo l’ultimo report dell’azienda giapponese, l’intera categoria Bici & Accessori ha toccato un preoccupante -40%. A scendere sono state le bici da corsa (-68%), ma anche le mountain bike (-62%), quelle da trekking (-40%) e le bici pieghevoli (-26%). A dimostrare invece il successo delle eBike ci pensano poi i dati della Conebi. La Confederazione Europea dell’Industria Bici, Componenti e Accessori ha registrato oltre 5 milioni di eBike vendute in Unione Europea. Contando che il mercato conta 22 milioni di biciclette di qualsiasi tipologia, siamo ad una quota del 23%.

Questa notizia è poi particolarmente piacevole per noi italiani. Sebbene infatti sia noto a pochi, l’Italia è il primo produttore europeo di biciclette con il 21% del mercato. Questo è un risultato davvero eccellente, che pone il nostro Paese davanti alla Germania. Il merito di questo primato è da dare principalmente proprio alle eBike, mercato sul quale le Case italiane puntano da sempre. Grazie a questo boom, il fatturato è aumentato del 7,4% rispetto al 2020, arrivando a 1,6 miliardi di euro.

E in Italia? Per ora c’è uno sgravio retroattivo di 750 euro

Dopo aver visto il piano pro eBike in Francia, la domanda sorge spontanea: e in Italia? In nostro Paese ha messo in campo una soluzione un po’ più cervellotica e meno fruibile. Lo Stato infatti offre uno sgravio sulle tasse da versare nel 2022 di 750 euro. Lo sgravio però è attivabile solo retroattivamente ad acquisti già fatti da tempo. Se avete infatti rottamato un’auto e comprato una bicicletta di qualsiasi tipologia, un monopattino o un abbonamento ai mezzi pubblici entro il 31 dicembre 2020, potete accedere a questo sgravio retroattivo.

Una soluzione apprezzabile, ma decisamente meno immediata ed efficace di quella francese. Non stupisce quindi scoprire come la Federazione Nazionale Ambiente e Bicicletta appoggi questa soluzione “alla francese”. Interpellato dai colleghi di Repubblica, il Presidente Fiab Alessando Tursi si spende a favore della eBike. “La bicicletta a pedalata assistita”, spiega. “è sempre più un mezzo alternativo all’automobile per gli spostamenti quotidiani. In Italia in particolare la eBike è fondamentale come alternativa all’auto. Rispetto alla bici muscolare tradizionale, nei tragitti quotidiani permette a chiunque di affrontare i dislivelli che caratterizzano i nostri territori. Spiccano poi anche nei tragitti quotidiani e in quelli dei pendolari urbani.”

“È quindi tempo”, ha concluso. “che politica e amministrazioni locali prendano atto che sempre più cittadini spostano con le due ruote a pedali. Questi cittadini necessitano di infrastrutture e servizi adeguati, finora destinati ai soli automobilisti. Percorsi ciclabili sicuri, parcheggi per biciclette sono necessari. Ma anche la possibilità di trasportare sui treni qualsiasi tipologia di bici e la creazione di politiche che incentivino l’utilizzo di mezzi non motorizzati.” La Francia ha fatto un importante passo avanti verso la transizione ecologica cittadina. Una transizione che non passa per la dottrina dell’auto elettrica, ma della ben più piccola, economica, semplice e poco inquinante eBike. Sarà un fuoco di paglia, o sempre più Paesi seguiranno l’esempio transalpino?

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