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Stellantis, Tavares: le fabbriche italiane costano il doppio. Ecco il motivo

Tempo di lettura: 2 minuti

Di ritorno in Italia, questa volta per visitare gli stabilimenti italiani ex FCA e ora Stellantis, Carlos Tavares non si è lasciato sfuggire un importante incontro con le maggiori firme sindacali italiane. Il tema? Il costo del lavoro in Italia, inteso sia come costo per dipendente sia del costo effettivo che l’azienda deve tenere a conto per la produzione di un’autovettura.

Confermando la piena occupazione degli stabilimenti italiani di Stellantis, già orientati verso il futuro con l’elettrificazione (basti pensare a Melfi he oggi accoglie i modelli ibridi plug-in di Renegade e Compass) e con nuovi modelli all’orizzonte, Tavares ha confermato il rilancio di Maserati, che attende la nuova Grecale entro l’anno, come Marchio premium che dovrà svolgere un ruolo da protagonista sui mercati dove Stellantis può e deve migliorare i suoi risultati.

Sebbene i costi degli operai italiani siano addirittura più bassi se rapportati a quelli di altri paesi (il paragone era con gli stabilimenti ex PSA che Tavares si è trovato a coordinare negli ultimi anni), il “problema” è l’alto costo della componentistica (fornitori), il quale ha una forte ripercussione sul costo totale della produzione.

In altre parole, produrre auto in Italia costa di più, ma non a causa della forza lavoro, bensì per i costi delle forniture. Nessuna paura, quindi per quanto riguarda l’occupazione, che non dovrebbe essere intaccata e che è sempre stata una delle maggiori paure fin dal principio della nascita di Stellantis. Come aggirare il problema? Torna d’attualità la parola d’ordine condivisione, specie di quelle piattaforme sulle quali proprio Tavares mise l’accento nella sua prima uscita ufficiale da CEO di Stellantis nello scorso mese di gennaio.

Il tutto verrà comunque rivelato nel tanto atteso piano industriale di Stellantis che arriverà prima dell’estate.

A riportare le parole di Tavares è stato il segretario generale della Fim Torino-Canavese Cisl Davide Provenzano, il quale ha accolto positivamente la notizia, aggiungendo poi in una nota ufficiale del sindacato: “Tra i nodi da sciogliere nella fusione FCA-PSA – ha osservato Provenzano, rivolgendosi anche ai colleghi dei sindacati francesi, – c’è la sovracapacità produttiva di tutti gli stabilimenti Stellantis, il ruolo di Faurecia, la società di componentistica di PSA, con 100.000 dipendenti, 37 centri di ricerca e decine di impianti produttivi, e l’eventuale spin off di Comau, l’azienda di robotica di FCA”.

La dichiarazione raccolta dalla stampa, per l’appunto, è avvenuta in occasione della visita di Carlos Tavares, in compagnia del presidente di Stellantis John Elkann, agli stabilimenti di Torino Mirafiori per Fiat e di Grugliasco per Maserati, due cardini della produzione del Gruppo sul territorio italiano.

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