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Suzuki. Settant’anni in automobile

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Nel 2024 si è festeggiato il settantesimo anniversario del marchio automobilistico giapponese Suzuki, fondato già nel 1909, ma che solo nel 1954 cambierà veste e ragione sociale iniziando la produzione di veicoli a motore per motorizzare il Giappone. Ripercorriamone alcuni momenti salienti in due puntate.

Il 18 febbraio 1887 nel piccolo villaggio di Nezuminomura, prefettura di Shizuoka, nasce in una famiglia di onesti quanto poveri coltivatori di cotone Michio Suzuki. Il luogo di nascita del piccolo Michio è dal 1700 inserito nel grande distretto produttivo tessile di Enshu e in prossimità della principale città, Hamamatsu.

Suzuki lavora nell’attività di famiglia fin da piccolo ma desiderando lavori più creativi, nel 1901 all’età di quattordici anni diventa carpentiere; purtroppo si rivela un lavoro non molto ricercato, così all’età di ventuno anni rileva nel 1908 l’attività di famiglia ma senza dimenticare quanto precedentemente imparato, mettendo insieme le necessità dell’industria tessile con la formazione da carpentiere costruendo un telaio meccanizzato in legno e metallo in grado di accelerare, migliorare e rendere meno gravosa la produzione di tessuti. L’idea di costruirlo affonda le radici nella volontà di aiutare la madre nel lavoro di tessitrice. Ben presto si sparge rapidamente la voce sull’invenzione, al punto da portarlo a fondare nell’ottobre del 1909 la fabbrica di telai “Suzuki Loom Works” ad Hamamatsu.

origini suzuki

Con lo sguardo verso il prossimo

Michio non si ferma mai, e nel 1911 progetta un nuovo tipo di telaio capace di produrre (grazie ad una innovativa spoletta) gli apprezzati tessuti a righe che hanno reso famoso il distretto di Enshu: questa invenzione avrà un successo travolgente per merito non solo del suo genio ma anche di una filosofia: “Se il cliente ha bisogno di qualcosa, dobbiamo fare tutto ciò che serve per accontentarlo. Il duro lavoro garantisce il successo”. Concetto ancora oggi al centro del “Monozukuri”, ideale e metodo di produzione dell’odierna Suzuki. Nel 1920 trasforma l’azienda in una società per azioni, la “Suzuki Loom Manufacturing Co.”, arrivando ad esportare all’estero.

Negli anni ‘30 Suzuki cerca un modo per diversificare la produzione, ma cosa fare? Come fece agli inizi, cominciò a guardarsi intorno cercando di intuire cosa potesse servire alle persone. Capisce che l’automobile è il futuro, ma per esserlo deve diventare accessibile a tutti. Nel 1939 sono pronti alcuni prototipi che presentano elementi tecnici di grande modernità, tra questi il motore 4 cilindri a quattro tempi raffreddato a liquido con basamento in alluminio. Ma l’inizio della seconda guerra mondiale ferma il progetto a favore della produzione di munizioni secondo il principio di riconversione voluto dallo stato che però porterà le bombe statunitensi sugli stabilimenti. Fortunatamente proprio su spinta degli USA nel secondo dopoguerra riparte la produzione di cotone, che chiede i telai di Michio Suzuki.

Ritorno all’automobile attraverso la moto

Suzuki

Ma l’idea della motorizzazione di massa non è del tutto abbandonata, anzi, il nostro avverte ancora la necessità di muovere il paese in modo economico, rapido e affidabile; il figlio Shunzo Suzuki da il “la” all’iniziativa attraverso l’idea di accorpare un piccolo motore a scoppio ad una semplice bicicletta. Nel 1952 nasce la Power-Free con motore monocilindrico da 36 cc, due tempi e 1 CV. Un mezzo geniale, che consentiva attraverso un selettore di poter scegliere se procedere a motore, a spinta o assistiti. Schizzano le vendite, e nel 1953 è la volta della Diamond-Free seguita nel 1954 dalla prima motocicletta del marchio, la Colleda CO, monocilindrica quattro tempi da 90 cc e 3 CV. Il successo porterà Michio ad abbandonare i telai per dedicarsi ai mezzi a motore, fondando il primo giugno 1954 la “Suzuki Motor Corporation Ltd.”

Riprende quota il sogno dell’automobile da realizzare sempre secondo l’idea Monozukuri dove “più le cose sono piccole, leggere, modeste e ordinate più saranno belle, funzionali ed efficaci”. Il gruppo di lavoro (età media 27 anni) si mette all’opera e, nonostante i tanti ostacoli che un’oggetto complesso come l’automobile può mettere davanti a settembre 1954 è pronto il primo prototipo seguito da un’altro: vengono subito testati con successo percorrendo 300 Km fino a Tokyo su strade dissestate e ripidi passi montuosi. 

La prima automobile Suzuki

Suzulight SF

Nell’ottobre del 1955 nasce la Suzulight SF (Suzuki Four-wheel) che vanta specifiche interessanti per un’auto di questo genere: motore e trazione anteriori, quattro sospensioni indipendenti a doppio quadrilatero e sterzo a cremagliera. Il motore è un semplice bicilindrico in linea a due tempi, raffreddato ad aria da 359 cc e 15 CV. 

L’auto venne progettata in linea con le agevolazioni fiscali del neonato filone Kei-car per dimensioni, cilindrata e peso voluto dal governo per motorizzare il paese. Disponibile in quattro varianti di carrozzeria, SS (berlina), SL (furgone leggero), SP (pick-up) ed SD (una piccola wagon), lanciò Suzuki nel mondo dell’automobile. Il resto è storia.

Autore: Federico Signorelli

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